Il contenuto di questa pagina richiede una nuova versione di Adobe Flash Player.

Scarica Adobe Flash Player


Dnl - Diabete no limits

unisciti a diabete no limits dnl - tubo mellito

2011 ROADMAP - PARIGI - 10 righe da ... Parigi





10 RIGH
E DA ... PARIGI
Nero su bianco pensieri, riflessioni, note metaboliche, emozioni!
*ultimo aggiornamento 06 maggio 2011*



Nel racconto integrale dei nostri comportamenti (giusti o sbagliati, buoni o cattivi) consiste il vero "dono DNL" ...
ed è questo l'unico dono che non vorremmo vedere sprecare!

10 righe da Parigi by Betty (GUS' WIFE)
Come sostenitrice di DNL che dire, molti di voi sanno che non sono una patita dello sport, però da quando augusto si allena, lavoro permettendo,  mi piace seguirlo.
Assistere ad una maratona è sempre qualcosa di entusiasmante, un miracolo che unisce tutti; uomini, donne, bambini, chi ha passato la griglia, chi arriva al traguardo, chi non ce l’ha fatta ed esausto ha mollato, chi a metà percorso incita i partecipanti dal bordo strada e con il cuore in gola vede passare quelle bellissime prime “dieci gazzelle” che volando sembrano non toccare il terreno ed infine chi vede o viene visto dai propri cari, amici, compagni, conoscenti che felici dell’incontro continuano la corsa. Poi quando ti sembra di aver visto tutto ecco il più grande dei miracoli, quello dei diversamente abili, quelli veri, coloro che sorridendo cercano un traguardo, un personale riconoscimento di normalità, insomma coloro che a dispetto di tutto si sono messi in gioco e già per questo sono vincitori.
Tutto questo t’ apre il cuore perché quest’ unione di uomini di diversa origine, cultura, religione, ideali, che si trovano insieme in un comune percorso con una partenza certa e un traguardo un po’ meno certo, ma con la consapevolezza comune di averci provato, insomma la miracolosa unione riuscita tra l’uomo e il più antico degli sport, la corsa.
La vacanza è stata splendida, l’appartamento fantastico soprattutto per la bellissima compagnia, è sempre un delizioso piacere ritrovarsi e condividere insieme spazi, idee, pensieri, progetti, fatiche e tante spensierate risate sino a tarda sera. Nonostante i miei chili di troppo non mi sono mai data per vinta ed ho voluto partecipare con grande entusiasmo ad ogni cosa fatta dal gruppo. Così spensieratamente le giornate seppure intense, sono volate ed è arrivata l’ultima notte a Parigi, quella sera felice mi sono affacciata alla finestra dell’appartamento, proprio sui tetti di Parigi, e ho ammirato sognante per l’ultima volta la torre Eiffel illuminata.
Un bacione a tutti e alla prossima attesissima avventura insieme, nel frattempo io mi sto impegnando in un  personalissimo traguardo, quello di tornare in forma, tapis roulant compreso.
I limiti sono solo nella nostra mente, come la maratona insegna.
A presto Betty

10 tardive righe con il ricordo di Parigi... by Gus Zecca
cosa dire dell'esperienza di Parigi: una stupenda vacanza passata con amici cari; il contesto è stato tale da far sì che quello che prima era l'aspetto primario (la gara) sia passato in secondo ordine a vantaggio del piacere di stare insieme a persone care.
Io da parte mia ho riscoperto una Parigi molto piĂą a dimensione uomo rispetto alle nostre cittĂ  e questo mi ha particolarmente colpito.
Il fatto di aver deciso dopo poche ore dalla fine della gare Parigina di farne subito una altra (Mainz) testimonia quanto sia forte la voglia di condividere con queste persone il proprio tempo libero.

10 righe da Parigi by Nik the Click

Ecco le dieci righe meditate ancora sul volo di ritorno da Parigi ma mai inviate a causa di impegni serratissimi. Sviluppate mentalmente dopo aver concepito una nuova teoria futuristica con Pedrollo, tale teoria vorrebbe dimostrare che la glicemia potrebbe giovare della presurizzazione dell'aereo, infatti al decollo i sensori segnalavano per entrambe un lieve abbassamente dei valori per rivederli salire una volta toccata terra (integrazione 0 cho). In ogni caso tornati in tutti i sensi con i piedi per terra, siamo tornati a casa con un'altra indimenticabile esperienza nel cuore. Credo che la macchina organizzativa DNL sia stata messa alla prova più che mai in quest'occasione e tutto è filato liscio come al solito. La tensione della gare, a momenti, era forte in tutti i partecipanti (atleti e non).
E' sempre un peccato vedere gli altri non raggiungere gli obbiettivi che si erano prefissati, non oso immaginare cosa sia per loro viverla questa sensazione......in ogni caso anche questa volta il morale alt....issimo del gruppo ha fatto superare tutti i pensieri velocemente per passare ai festeggiamenti. La mia visione di questo weekend la vedete attraverso i miei obbiettivi e le mie foto.....e noterete il solito spirito mellito che ci unisce e facce sorridenti che non mancano mai.
Grazie di cuore a tutti dal mio balconcino vista mare a Fuerte.....in bocca al lupo a tutti per la prossima ormai immenente fatica.....sperando in un forte vento in poppa verso il traguardo.

10 righe da Parigi ... by Alessandro "Adone" Grippo
ATLETICAMENTE:
mi son messo sin dallo start ad un ritmo che sentivo mio, ascoltando le sensazioni più che il cicalino kilometrico del Garmin capendo sin da subito che stava dando dati lontanissimi dalla realtà. Ogni tanto buttavo l’occhio sul cardio, costante sotto i 165 bpm. I primi 21km sono trascorsi in leggerezza ed in leggera progressione dai 4’47’’/km dei primi 5km fino ai 4’39’’/km tra il 15° e il 21° km. Al passagio alla mezza la vista di Alberto mi tranquillizza ulteriormente, consapevole che in compagnia la seconda parte di gara sarebbe stata più semplice. Avere Alberto accanto mi ha sicuramente aiutato a non mollare ma tenergli dietro non è stato facile, sin da subito fresco e pimpante come era procedeva a strappi, superando i gruppetti in spinta poi rallentando. Abituato come sono a mantenere un passo costante ho capito che cercare di stargli dietro mi sarebbe costato caro così ho deciso che non dovevo lasciarmi influenzare troppo e lasciandolo andare avanti aspettavo che si accorgesse della mia assenza alle sue spalle per rallentare ed aspettarmi, così è stato più e più volte. Questa tattica pur salvandomi le gambe mi ha un po’ frenato facendomi chiudere i parziali tra il 25° ed il 30° e quello tra il 30° ed il 35° rispettivamente a 4’51’’/km e 4’53’’/km, complici del rallentamento sono stati pure i numerosi sottopassi che tagliavano un po’ il ritmo. Accortici di questo mio repentino rallentamento (nel frattempo avevo tolto i lap automatici al Garmin iniziando a fare i lap manuali sotto ai vari cartelli chilometrici), Alberto decide quindi che doveva spronarmi per farmi arrivare alle 3hr e 20’ oppure che dovevo morire lungo le strade della città dell’amore. Costringendomi a suon di improperi a seguirlo al suo passo che si attestava spesso sotto i 4’35’’/km, mi stava letteralmente trascinando verbalmente al traguardo, "forza, forza, leggero sulle gambe, fai lavorare i piedi come dice Huber"; "dai che non hai neanche la faccia stanca"; "se mi chiudi in progressione come stai facendo e non arrivi neanche stanco mi fai incazzare". E così tra un infamata e l’altra i km continuavano a trascorrere abbastanza rapidi. Il cuore si stava un po’ infervorando di questo mio incedere e sforava spesso i 172bpm, complici anche i km che passavano oltre che le sparate sopra al ritmo maratona. Il mio stomachino ormai vuoto borbottava e le integrazioni di acqua mi hanno fatto fare un paio di sbuffi di bocca un po’ rumorosi che un simapatico podista d’oltralpe sottolineava verbalmente con "opss, la banane", sorridendo e riferendosi all’ultimo ristoro solido appena passato. Così tra mille passi, sorpassi, sbuffi e parole ci portavamo sempre più vicini al traguardo, chiudevo il 42°km a 4’29’’/km con Alberto che nel frattempo mi lasciava solo invitato da una gentilissima attendente parigina che lo invita ad uscire con un "pardon monsieur". Teso com’ero a chiudere forte quasi non mi accorgevo del tifo dei DNellini lungo il percorso che mi attendevano lungo le transenne proprio al 42°km inneggiando al mio nome, complice di questo anche la confusione che che mi regnava in testa data dall’aver sentito per più di 3hr l’inneggiamento francese per eccellenza "aleee, alee" (ALLEZ ndr). Trovo la forza di fare anche uno sprint finale per guadagnare (non si capisce a che scopo) un ulteriore posto in classifica. E così in 3hr e 20’ 12’’ concludo la mia "passeggiata" parigina soddisfatto e fiero. Forse ho sacrificato il mio dono, ma non è detto che il mio dono sia da esprimersi proprio come podista magari il mio dono è in altri ambiti o luoghi. In definitiva la mia performance atletica parigina è stato il miglior coronamento di una road map affrontata con serenità e senza assilli cronometrici. Il timing che ottenni a Berlino di 3hr e 11min, mio miglior crono in maratona, realizzato con il peso di 69kg scarsi conseguenza dell’esordio del diabete e sintesi di una carica mentale fortissima che mi era data dalla voglia di rivalsa che mi permetteva allenamenti che ora giudico massacranti, pur lontano non si colloca a distanza abissale.
METABOLICAMENTE:
gestione del metabolismo in gara oserei dire impeccabile, partenza con 101mg/dl ed arrivo con 96mg/dl, integrazioni totali pari a 68gr di CHO con curva da sensore piatta. Un po’ meno perfetta la gestione delle glicemie durante la vacanza parigina, il cibo francese, ottimo ma ricco in grassi, dava fendenti glicemici a 4-6hr dal pasto che specie durante la notte innalzavano le glicemie. Reiterate volte mi sono svegliato over 200mg/dl. Durante il giorno in compenso glicemie decenti, pur lontane dalle glicemie in terra aretina, mai sotto 120mg/dl, il camminare continuo durante il giorno mi consentiva di parare il corpo del lento assorbimento dei grassi del pranzo.
CONVIVIALMENTE:
nella carovana gitana DNL, l’affiatamento cresce, specie tra i componenti delle zoccolo duro che si sta numericamente allargando. Non ho ancora visto uno screzio od una discussione nonostante le ormai numerose trasferte di gruppo svolte. Questo è sintomo di grande affiatamento e soprattutto di condivisione di valori. Ci sono e ci saranno sempre dei punti di vista differenti ma la nostra intelligenza ci permette di assopire le nostre priorità personali e lasciar spazio alle esigenze del gruppo. Così almeno è per me. In quasi tutti vedo comunque una grande crescita personale che spero non abbia mai termine, seguendo un percorso fatto di piccoli passi che porti tutti ad un grande miglioramento interiore. Il binomio gara e viaggio è stato fantastico. Ho memoria in particolare di alcuni momenti in cui ho percepito realmente il gruppo; la condivisione delle sensazioni pregara con chi la gara non la correva, il saluto prima di iniziare la maratona ancora ai nastri di partenza, le birre e il pranzo post gara, il delirio di massa avvenuto nell’appartamentino di via Gay Lussac scrivendo le 10 righe a 20 mani, le colazioni di massa assiepati in 8 sul tavolino, la corsa defaticante di primo mattino di 5 moschettieri nei magnifici giardini di Luxemburg, ….e molti altri momenti che sono nascosti nei meandri più reconditi della mia mente e che emergeranno quando vorranno.
MENTALMENTE:
non correvo, volavo tra le strade parigine senza sforzo mentale alcuno, così è stato quasi fino in fondo a questa maratona. Giocoforza gli ultimi 5-6km ho dovuto chiudere gli occhi ed immaginarmi di non star facendo fatica ma nonostante tutto mentalmente questa gara l’ho sofferta pochissimo. Auguro a tutti di poter preparare una maratona con la serenità d’animo che ho avuto io negli ultimi 3 mesi. Non guardare il cronometro non significa non far bene, non è sempre il momento di fare gli eroi. Talvolta è giusto accontentarsi di quello che siamo e godere del momento senza pretendere di essere ciò che non siamo. Non so se quello che ho ottenuto a Parigi fosse realmente il massimo del dono che potevo esprimere quello che so per certo è che comunque vivere quella giornata mi ha emozionato, lascio parlare le lacrime che per ben tre volte sono scivolate sulle mie guance correndo in mezzo a 40000 persone. Correndo nella massa i primi km negli Champs Elysees, incrociando i molti che spingevano la carrozzina di una bambina costretta in sedia a rotelle e ancora nel Bois de Boulogne quando sentivo che stavo ancora correndo.

10 righe da Parigi "alla carlona" … by Alberto "Dorando" Brunelli


Visto che sono un confusionario di natura metterò per iscritto i pensieri che mi circolano per la testa pensando alla trasferta parigina.
Sono venuto a Parigi per tanti motivi, in particolare per condividere le emozioni che la maratona regala anche a chi non è direttamente coinvolto. Mi sono imbucato al chilometro 21 con la scusa di fare da Pace e di aiutare Ale, in realtà volevo vivere anch'io qualche momento magico, sentire i brividi sulla pelle quando la gente ti applaude e ti incita.
Avrei voluto essere anch'io uno dei Roadmappers ... a volte mi sento un po' paraculo per aver scelto di non correre a Parigi .. ma i continui infortuni nelle precedenti Roadmap mi hanno portato a questa scelta. Qui lo dico e qui NON lo nego, a Copenaghen ci sarò anch'io!
Visto che i moschettieri stanno invecchiando, e da qui a poco sarà necessario un cambio generazionale, mi stò allenando per migliorare ed essere pronto a sostinuire egregiamente i Nonni! AHAHAAH
La mia gestione metabolica è stata ottima. Facilitata dal mio fioretto pasquale di rinunciare a i dolci e dai chilometri macinati correndo e camminando ogni giorno.
La testardaggine nel cercar di capire come gestire al meglio il mio metabolismo, conoscere le  variabili, testarmi in situazioni differenti, mettermi in gioco, ascoltare altre esperienze, confrontarmi, rubare modi di azione di altri mellitos mi hanno permesso di avere mediamente una buona gestione metabolica e soprattutto di saper gestire ogni situazione in No Panic mode.
Ho notato in ognuno di noi la grande voglia di capire, conoscere, sperimentare …  per migliorare ulteriormente nella gestione del diabete. Anche tutti i volti nuovi sposano in pieno questo modo di pensare e agire. Questo modus operandi è da sponsorizzare!
Ciao a tutti, a presto!!!

Dieci Righe da Parigi ... by Nonno Pesenti

ATLETICAMENTE: dopo una travagliata road map, la condizione atletica era finalmente tornata a buoni livelli....o almeno così credevo !
Avevo comunque giĂ  deciso, in tempi non sospetti, di rimandare alla Maratona di Mainz (8 maggio) il mio ambizioso obiettivo di PB e Parigi era quindi l'occasione ideale per aiutare Cristian e Gus nel tentativo di abbattere il muro delle 3h e anche per fare l'ultimo lunghissimo, che mancava nella mia tabella di preparazione.
Ero felice e orgoglioso di vestire i panni di Pace Maker (ruolo che mi calzava a pennello) e la mente sgombra mi dava tranquillitĂ  e fiducia !
Alla partenza quindi nessuna tensione e tanta voglia di correre nella splendida cornice della Ville Lumiere.
Pronti e via, tra gli incitamenti della folla i primi 20 km sono passati velocemente e in relativa scioltezza.
Tutto sembrava andare nel migliore dei modi, ma inaspettatamente la fatica cominciava a farsi sentire e ogni piccola variazione di ritmo era uno sforzo non indifferente e difficile da recuperare !
Naturalmente non ho mollato e ho sempre cercato di dettare un ritmo ideale per i miei due compagni d'avventura.
Al 25° km purtroppo Gus ha cominciato a perdere qualche metro e anche se con dispiacere, ho lasciato che si staccasse definitivamente per rimanere con Cristian.
Nel frattempo i sottopassaggi nel centro cittĂ , a lato della Senna, mettevano a dura prova le nostre gambe !

Cristian sembrava essere il piĂą pimpante dei due, ed ho anche pensato che se ne potesse andare da solo verso il traguardo !
Dopo il 33° km corso in 4'16", con una proiezione finale di 2h 58' 30", l'imprevisto che non ti aspetti....Cristian accusava un principio di crampi ai polpacci e il passo aumentava inesorabilmente a 4'30" al km !
Continuavo a voltarmi per capire se era solo una crisi passeggera, ma è bastato un suo sguardo per confermarmi che così non era !
Non sapevo cosa fare e allora ci ha pensato Cristian a darmi il via libera....sofferta decisione per entrambi !
A questo punto dovevo assolutissimamente finire la gara sotto le 3h..... Ho corso con un buon ritmo per 5km, per poi rallentare negli ultimi soffertissimi 2, ma ormai era finita e la soddisfazione di tagliare il traguardo con la bandiera DNL in bella vista è stata veramente grande!
Anche se il nostro proposito "Three under Three" non si è concretizzato, è stata comunque una bella prova di squadra e tutti hanno dato il meglio che potevano !
La maratona è sempre una bella sfida con se stessi e tutti gli otto moschettieri possono essere fieri di aver portato a termine una gara così affascinante e dura.....cosa facile a dirsi, ma difficile a farsi....provare per credere !

METABOLICAMENTE E NUTRIZIONALMENTE: nonostante il mio rapporto "ballerino" insu/cho, sono riuscito a gestire al meglio il mio metabolismo imperfetto.
I controlli glicemici puntuali e in continuo, hanno sicuramente contribuito a prevenire IPER e IPO indesiderate, con relative correzioni o integrazioni.
Come da consuetudine, in queste occasioni quasi nessuno si risparmia in termini di eccessi alimentari ed alcolici....ma fa parte del gioco....per fortuna !
Per quanto riguarda la gara le integrazioni sono state quasi perfette, così come le glicemie; solo un piccolo errore, quando prima dello start ho mangiato quattro fette con la nutella per un totale di 33gr di carboidrati....sicuramente troppi....ma la gola ha voluto la sua parte !
Poco male, visto che il picco è stato contenuto in 198 mg/dl ed è bastato ritardare di qualche km la prima integrazione per tornare su livelli di 110/140 mg/dl che ho poi mantenuto sino al traguardo.
Il nostro amico mellito, non è stato quindi un problema, e le prestazioni non ne sono state minimamente influenzate....niente scuse quindi !

CONVIVIALMENTE E MENTALMENTE: Ogni evento, ogni incontro DNL, mi regala forti emozioni e momenti indimenticabili e la trasferta Parigina non è stata da meno ! Trovarsi in compagnia di persone che anche senza parlare ti fanno sentire il loro affetto e la loro vicinanza, ti fa capire meglio il valore dell'Amicizia ! Al termine della "vacanza", sul bus che ci riportava all'aeroporto di Beauvais mi è scappato l'occhio su una pubblicità che diceva "Rien n'est plus beau que l'esprit d'équipe" ovvero "Niente è più bello dello spirito di squadra"......DNL è una squadra affiatatissima, dove tutti si adattano alle esigenze del gruppo, e ogni singolo bisogno è sacrificato a quello collettivo !
Il motto "Un pour tous, tous pour un" che ci ha accompagnato durante la trasferta parigina e che ben si evidenzia sulla bellissima maglietta commemorativa, rappresenta quindi alla perfezione lo spirito che anima i DNL mellitos e DNL Friends !

Dieci righe da Parigi ... da "tappeto persiano" a "serpente valdostano”... di Giorgio Marchesini, Dm1 Aosta

ATLETICAMENTE: Certo un po' me l'aspettavo. Anche se non proprio così. In fondo in fondo avevo la speranza che potesse essere davvero una bella gara….. Ma forse ormai non importa più. Essere sportivi, nel senso decoubertiano, significa saper accettare anche le sconfitte. E questo
è anche un po’ il senso di DNL; bisogna saper affrontare e gestire i momenti e le giornate no, siano glicemie, seghe mentali o qualunque altro stato d'animo o sentimento che possa turbare una vita quasi normale. E' stata comunque una bella festa. Sono stati dei giorni splendidi in una
città meravigliosa e con gli amici che ognuno vorrebbe avere. Sono felice di aver partecipato, sono felice di aver condiviso un pezzettino di vita insieme e, ancora una volta, mi sono ricaricato di energie, di stimoli e di emozioni sportive ed umane che cercherò di mettere a frutto nel futuro.
La gara è stata una vera sofferenza. Già al 10° km il dolore era diventato particolarmente fastidioso ma quando siamo arrivati nei pressi del passaggio della mezza maratona ho capito che non avrei potuto portarla a termine, anzi, ho avuto paura di aver provocato danni peggiori.....
si ho sentito come uno strappo e lì ho temuto il peggio. Nel giro di solo un km mi sono accorto che non riuscivo a tenere il passo di Piero e che lo stavo rallentando. Ho deciso quindi, com'era giusto, di dare a lui la nostra bandiera e abbandonare, anche se non è stato facile. Volevo sedermi
e piangere, per il dolore e per la sconfitta, ma qualcosa o qualcuno me l'hanno impedito. Non riuscivo a fermarmi dovevo almeno camminare. E di tanto in tanto tentavo di forzare il passo per ricominciare a correre ma il dolore era devastante. Se da un lato cercavo il coraggio di arrendermi
dall'altro sentivo che non potevo fermarmi.
Non riuscivo a non pensare che nei giorni prima di partire mia figlia mi chiedeva spesso se avevo deciso di correre visto che ben sapeva che avrei fatto un'imprudenza e me l'aveva sconsigliato anche il fisioterapista. Contavo comunque sulla mia forza, sulla mia tenacia e sull’orgoglio, che spesso è un mio grosso difetto, per riuscire a strappare almeno un mediocre risultato. 
Quella mattina prima di partire per Parigi vedo mia figlia Elisa entrare nella mia camera e chiedermi, ancora una volta, cosa avessi deciso di fare. Non so se l’ho fatto più per lei o per il mio orgoglio. Così le ho risposto che avevo deciso di correre, che lei doveva stare tranquilla e non preoccuparsi per il mio ginocchio e io le avrei portato a casa ancora un’altra medaglia. Ricordo che mi si è buttata al collo ed io, a stento, sono riuscito a nascondere delle lacrime grandi come dei laghi perché le stavo facendo una promessa che forse non ero in grado di mantenere.
Questo è quello che ho pensato quando mi sono reso conto che non avrei potuto arrivare alla fine e portarle quella medaglia. Forse è stato proprio quel ricordo che mi ha impedito di fermarmi. Di ascoltare quel dolore. Questo è stato che mi ha fatto strisciare come un serpente fino all’arrivo.
E’ stato un piccolo sacrificio ma sono riuscito a prendere quella medaglia per lei. Non importa, a questo punto, il risultato sportivo. Sarà per un’altra volta. Bisogna ripartire …..c’è ancora tanta strada da fare. Alla prossima!!
METABOLICAMENTE: Devo essere sincero. Credo di essere molto fortunato perché spesso mi dimentico di essere diabetico. Se non faccio strapazzi alimentari il mio diabete è super-controllato e prova ne è il valore di 5,7 dell’ultima glicata. Certo non è tutta farina del mio sacco. Il contatto
con il gruppo DNL mi è stato e mi è di grande aiuto in questo. Diciamo anche che non ho più il timore di provare, di osare e sperimentare. In un anno solo dall’esordio del DM1 credo di avere fatto passi da gigante. Correzioni, onde quadre, boli oggi ritengo di gestirli molto bene e sto iniziando anche a mettere da parte la bilancia; faccio stime ad occhio che, malgrado non siano certo precise come con gli strumenti di misura, mi consentono comunque di mantenere un buon controllo glicemico.
MENTALMENTE: La corsa per me non è solo ambizione sportiva di riuscire a fare un risultato. Spesso la corsa per me è stare da solo….. ascoltare e pensare. Sentire i bisogni del mio corpo, pensare ai miei cari, alla mia famiglia, analizzare le azioni di una giornata e cercare di separare
gli aspetti negativi da quelli positivi. Durante questa maratona ho avuto più tempo per pensare perché è durata molto di più delle altre e nel cercare di non ascoltare i miei “dolorini” ho dovuto concentrarmi su altro. Pensavo al gruppo DNL: quello che ci lega in questo momento sono,
diabete a parte, le attività sportive che facciamo in solitudine o in gruppo ma ciò che più conta e che spero rimarrà per sempre è l’amicizia che si è creata, quello spirito di gruppo quella voglia di stare insieme e di condividere le gioie e le sofferenze piccole e grandi di ogni giorno. Questa è la
vera forza di questo gruppo. Ringrazio Dio, ogni giorno, per i miei nuovi amici con o senza diabete.
Voglio ringraziarli perché anche se siamo lontani io li sento vicini. Voglio ringraziare Monica che mi dato la possibilità di prendere quella bandiera anche se non sono stato in grado di portarla fino al traguardo. Ringrazio per aver conosciuto nuovi amici del gruppo DNL: Piero, Pedro, Nicola, la
Grippa e Valeria (spero di non sbagliare i nomi) che spero di incontrare ancora. Ringrazio il mio caro amico Pietro sempre presente e disponibile ad ascoltarmi soprattutto nei momenti difficili. E ringrazio tutti gli altri per la loro amicizia ed il loro affetto. La vita ci ha fatto incontrare, uno strano
destino ha fatto congiungere le nostre strade e anche per questo trovo la forza di andare avanti. Permettetemi in ultimo di congratularmi con i tre super-moschettieri che hanno ancora una volta dimostrato con le loro prestazioni quanto vero e attuale sia il nostro motto: Diabete no limits e
aggiungerei with diabetes we can (Il presidente che sa che il mio inglese è una m….a corregga pure se ci sono errori - grazie).
Giorgio-Aosta

https://mail.google.com/mail/?ui=2&ik=ad31aeab83&view=att&th=12f64e5cb078c3df&attid=0&disp=inline&zw
Tre moschettieri ...

10 righe da Parigi … by Valeria Nicolis, Dm1 Verona
ATLETICAMENTE, METABOLICAMENTE & NUTRIZIONALMENTE, CONVIVIALMENTE & MENTALMENTE:
Come il mio solito, prima di intraprendere qualcosa seriamente, preferisco osservare e riflettere. In realtĂ , seguo il gruppo DNL ancora da supporter e non da protagonista per poter risolvere per bene alcuni acciacchi derivati da un anno costellato da fratture.
Ho quindi avuto la fortuna di osservare e riflettere.
La Maratona prende il nome da una località che esisteva in epoca antica. Secondo una leggenda, ormai mito, un messaggero, nel 490 a.C., avrebbe percorso correndo il tratto da Maratona a Atene per annunciare la vittoria di Milziade, un generale greco, sui persiani, rallentandone l’avanzata. Il messaggero, in seguito alla corsa, stremato, muore.
Degli otto DNL, nessuno è morto, come nessuno degli altri 39.995 partecipanti alla Maratona di Parigi. Ciò che muore dopo ogni maratona è altro. Partecipare a una maratona è raggiungere un obiettivo prefissato, tra tabelle di allenamento, motivazione psicologica, attenzione alle integrazioni, crescita. Dopo ogni maratona muore una parte di sé e nasce un nuovo maratoneta con nuovi obiettivi.
Per noi, donne e uomini con diabete, si aggiunge un’attenzione in più. Un colore aggiunto all’ordito che produce la stoffa conclusiva. Alla preparazione atletica, aggiungiamo attenzione al compenso metabolico, per raggiungere il traguardo nelle stesse condizioni di chi il diabete non sa cosa sia.
Il gruppo DNL è eterogeneo, per età, provenienza territoriale, interessi, gusti...è reso omogeneo solo da una maglietta, può sembrare di primo acchito. In realtà DNL è un gruppo, aperto, che accetta nuovi partecipanti senza preclusioni. L’unica limitazione è legata allo spirito di adattamento, determinante per poter stare in dieci in un appartamento con un bagno solo, ad esempio! Accettare di entrare e rapportarsi con un gruppo e con altre persone significa accettare le critiche, cogliere gli insegnamenti e farne tesoro. Ammetto di avere avuto un attimo di smarrimento il secondo giorno. Ancora alla ricerca di un equilibrio metabolico, e forse non solo, i valori della glicemia salivano in aria come razzi. Stare in un gruppo con maratoneti diabetici significa ascoltarne gli allenamenti e i tempi, ma anche condividere i valori della glicemia. Sui miei si è aperto un dibattito e in un primo momento non mi è andato molto a genio. Poi ho scoperto che la soluzione poteva essere aumentare il profilo della basale. Ho imparato a sperimentare senza timore, ho imparato a accettare le critiche e i suggerimenti di amici che sono davvero tali, ho imparato, e ne farò tesoro.
Alla prossima maratona...o qualsiasi altro sport voi siate portati!

10 righe da .. Parigi by Piero Grazzi
ATLETICAMENTE … Un motivo c'è se gli allenatori ti dicono di rispettare il TUO tempo. Sono contento di aver terminato la prova senza danni, meno per il tempo e la fatica fatta: il lungo di allenamento lo avevo svolto in maniera più agevole. Gli errori si pagano ed io ho pagato il mio con 9 minuti di ritardo sull'obiettivo di massima e tanta tanta fatica in più. Peró indimenticabile Parigi. Sicuramente una lezione ed uno stimolo a conoscere meglio le proprie risorse ed i propri limiti
METABOLICAMENTE … Ho un rapporto complicato con il sensore. Questa volta non mi sono accorto che la glicemia anziché scendere saliva. Al 26 km avevo 300 che fare? Mi sono ricordato di aver sentito di situazioni analoghe e che x un ora di glicemia a 300 non sarebbe cambiato molto x cui... Ho bevuto molto e via... Alla fine ho chiuso a 250 poi stabilizzato intorno a 200. La partenza era stata buona anzi ottima: 120 integrato con 20 cho alla partenza primi 10 km a 170 poi 190 poi cominciava a scendere integrato con 32 dal 15 al 20 poi improvviso il livello a 300... Forse ho integrato troppo? Forse aveva ragione il sensore ed il suo allarme mi ha fermato in tempo (altrimenti avrei continuato ad integrare)...
Verificherò sui prossimi lunghi...
NUTRIZIONALMENTE … Non facile trovare cho in terra di Francia. Fortuna che abbiamo compensato con laute cena a base di pasta preparate nell'appartamento di Virginie. Bilancia sempre indispensabile per tutti quei casi (vedi baguette) in cui non eravamo supportati dall'esperienza. Considerato tutto non ce la siamo cavata male e non siamo mai andati al MacDonald...
MENTALMENTE … A metĂ  corsa Giorgio mi ha lasciato la bandiera Dnl e per me è stato un onore ed un impegno portarla fino in fondo. Quanta umanitĂ  c'è in questa corsa. Quante storie, vita, passione, sogni, speranze: e  quanto lavoro!  Mi sono commosso piĂą volte durante il percorso e finalmente...gli ultimi 200 metri. La bandiera DNL aperta e le gambe che giravano ancora.  Il gruppo DNL mi ha aiutato tanto a non sentire la pressione e la tensione del pregara, e mi ha aiutato anche nel dopo gara a capire dove avevo sbagliato. Sono rientrato a casa con il sorriso tra le labbra, ripensando ai tanti episodi passati  in questo gruppo sportivo così eterogeno e vario. Mentalmente, adesso, c'è la volontĂ  di programmare al meglio la prossima esperienza, per far entrare definitivamente la corsa nel naturale scorrere del mio tempo.


Fabio, Giorgio e Piero


10 righe da Parigi by Laura e Daniele



Dunque.. Una volta arrivati alla fermata Luxembourg... Mi pare che si debba prendere la metro, giusto? Ma... Qui la metro non c'è, certo   che se il presidentissimo ci avesse spiegato un pò meglio la strada....

Purtroppo è solo uno scherzo.... Era solo un tentativo di perdere l'aereo.... Siamo già sul pullman per Beauvais, ma sarebbe stato così bello stare ancora un pò a Parigi!
Certo, Pietro di notte scassa un pò la minchia, ma basta stenderlo con la sambuca e diventa innocuo!
Altra esperienza DNL per noi, altri tre punti per voi!
Grande vittoria da tutti i punti di vista, a parte la maratona, ma che c'entra? quello era solo un particolare!
Siete grandi. Punto.
Vi abbracciamo!



10 righe da Parigi sul volo per Verona ... by Presidentissimo

ATLETICAMENTE: una maratona in 3 ore 02 minuti e 11 secondi … oggettivamente un buon crono, ma non in linea con quello che mi ero riproposto e cui ho dedicato 12 settimane di preparazione, resoconti, condivisione e appuntamenti DNL. In gara ho rispettato i passaggi previsti fino al 33° km: solo forse dal 15° al 20° km  ritmo lievemente piĂą veloce (4'10 al km) ma lì il percorso scorreva filantissimo. Passaggio alla mezza in 1h28:38!
Fin dall'inizio ho visto che la frequenza cardiaca era lievemente superiore alla mia soglia 2. Me ne sono infischiato in quanto si trattava di un paio di battiti, il percorso non era una palla da biliardo e soprattutto oggi era il giorno della gara: un minimo di rischio va preso. Ho iniziato a calare invece dal 33° km, con la complicità di crampi ai polpacci … quando mi sembrava di stare come un fiorellino e lo stesso Pietro mi vedeva bello pimpante e rilassato, è iniziato il lento ma inesorabile declino. Ho patito forse muscolarmente qualche sottopassaggio preso troppo in spinta … speravo i dolori passassero e di poter riprendere il mio passo in tempo per riportarmi in tabella … invece non è stato così … volevo spingere ma non ci riuscivo … solo da 38° al 40° km ho fatto di nuovo 2 km a 4'20 ma appena ho visto che per stare nei tempi avrei dovuto correre il finale a 4'05 al km mi sono rassegnato … impossibile … troppo il tempo perso dal 33° al 38° km. Ho chiuso al piccolo trotto cercando di limitare i danni visto che i crampi tendevano a riacutizzarsi appena provavo a riaccelerare. Peccato perché mi ero preparato bene, i presupposti c'erano e mi sentivo atleticamente molto più maturo e preparato rispetto a 2 anni fa a Berlino. Evidentemente con la maratona i conti si fanno superato lo striscione di arrivo. Credo di aver provato ad esprimere tutto il mio potenziale (potenziale = dono = GIFT), dando quello che serviva dare e nemmeno una briciola in meno. Ripeto che ho corso qualche rischio … sapevo di essere sui miei limiti "fisiologici" … la maratona è maestra di umiltà e mette a nudo i nostri punti deboli. Mi viene da pensare che alla fine tra il "rischiare troppo" e il "dare qualcosina meno del proprio meglio" il risultato non cambia: "si spreca comunque il dono!"
Da domani mi concentrerò prima a capire di quale "dono"  sono "dotato" poi a come esprimerlo! Sempre e comunque a testa alta, in trasparenza, responsabilmente, in condivisione e in campo aperto! Oggi mi ha scritto il caro amico Vito Casiraghi, ricordandomi una mia versione inglese di una bella citazione: TO KNOW AND NOT TO TELL IS TO FORGET! Forse in questo consiste davvero l'essenza del non sprecare il dono! Da questo punto di vista sono in ASSOLUTA pace con me stesso e con il mondo!
METABOLICAMENTE & NUTRIZIONALMENTE: La gestione nel pregara mi ha consentito di viaggiare in corsa mediamente con glicemie tra 150-160  partendo da un 145 allo start e finendo con 132. Ho integrato meno del previsto, anche in conseguenza del profilo glicemico stabile, delle sensazioni e dell'esperienza. La riduzione della basale al minimo del mio fabbisogno mi ha consentito di mantenere una curva piatta senza cali improvvisi. Posso probabilmente permettermi anche una basalizzazione superiore. A dire il vero a glicemia e diabete ho pensato ben poco in gara: fare i compiti a casa, serve anche a questo … a sviluppare automatismi, conoscenza e serenitĂ . Come integratori ho utilizzato 1 barretta di sesamo (3 sfoglie su 4) e una bustina di miele. Prima di partire un micro pezzo di pane e nutella rubato a Pietro e alla fine un'arancia. Peccato per l'assenza di sali minerali lungo il percorso su cui facevo affidamento. L'unica bibita isotonica l'ho trovata al 38° km … con questo caldo forse era il caso di metterle prima! La mia gestione metabolica nell'arco della giornata non è stata perfetta come vorrebbero manuali e linee guida, ma è stata affrontata con luciditĂ , prontezza e flemma: questo chiedo al mio essere persona con diabete ... avere sempre la mossa o contromossa pronta, le glicemie perfette mi interessanno fino a un certo punto e il piĂą delle volte ne sono la conseguenza.
CONVIVIALMENTE & MENTALMENTE: Unisco i punti perché li considero strettamente correlati. L'obiettivo "3 under 3", in tre sotto le tre ore nella stessa maratona, sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Pietro ci ha portato in carrozza, sacrificandosi ai ristori, scazzottando e spintonando per recuperare bevande e viveri. Una faticaccia anche per lui che in teoria a 4'13 al km dovrebbe passeggiare. Ma cambiare ritmo e direzione, accelerare e decelerare, voltarsi indietro, prendere la traiettoria migliore è una lavorone. Quasi quasi per aspettare il presidentissimo ha rischiato di non andare sotto le 3 ore … ma alla seconda esortazione ad "andare da solo" mi ha ascoltato e mi ha lasciato al mio destino. Per fortuna che c'è il Nonno perché il presidentissimo per ora non ha trasformato in tempo quello che crede di avere nelle gambe! Non sono ovviamente soddisfatto al cento per cento della resa in gara (in allenamento campioni, in gara coglioni …) anche se sono arrivato qui molto più preparato e consapevole dei miei mezzi rispetto agli anni precedenti. Non ho molto da aggiungere … quando al silenzio, si preferisce il racconto, bisogna mettere in conto di raccontare anche le giornate che non vanno come si vorrebbe … e quando si prova a dare il massimo si rischia di saltare, quando si racconta tutto, il lettore ha sufficienti elementi per farsi un'idea piuttosto precisa sulla condotta di gara del sottoscritto e su eventuali errori di valutazione, preparazione, approccio mentale. In corsa mi sono chiesto come farò a ritrovare le motivazioni per farne un'altra … dopo mezzora dalla fine già pensavo al prossimo obiettivo … da tempo dichiaro di voler abbandonare la maratona e l'asfalto, ma devo ammettere che nel preparare questa roadmap mi sono divertito come non mai … e dunque visto che Gus viene a Magonza, ho deciso di riprovarci tra un mese, gambe e condizione fisica permettendo. Niente rigetto per la maratona dunque: merito di un approccio corretto allo sport ma anche della formula "Coupon" che mi ha consentito di allenarmi spesso assieme ad amici e a condividere gioie e dolori, alti e bassi. La forza del gruppo è questa: prima o poi brinderemo non solo nel nome dell "insieme è meglio" ma anche al personal best del Presidentissimo!


Messaggio da Stefano Canevese (roadmapper b-side @ Padova)
Carissimi parigini,
complimenti per le ottime prove, non ha importanza se non avete abbattuto muri in cui speravate, l'importante è di esserci stati di aver provato e dato tutto ciò che potevate in quel momento sudando le proverbiali sette camicie.
Avete avuto la fortuna di vivere una grande giornata di sport in una grande città e ciò basta per fare invidia a chi lì non c'era, godete di questi momenti e assaporate con piacere il sole di Parigi.
Domenica io sarò a Padova un'oretta prima della partenza e spero di arrivare dignitosamente al traguardo e comunque vada sarà un successo.
Ciao a tutti se qualcuno è a Padova per Domenica ci vediamo lì altrimenti chi c'è ...c'è e chi non c'è ci troviamo alla prossima occasione.
STEFANO