Il contenuto di questa pagina richiede una nuova versione di Adobe Flash Player.

Scarica Adobe Flash Player


Dnl - Diabete no limits

unisciti a diabete no limits dnl - tubo mellito

Outdoor 2007-2010 - Libero nell'Aria - Skydive


 

Skydive
LIBERO NELL'ARIA

di Pietro Piccolo, Dm1, Vicenza
________________________________________________

 

 

Il sogno si è finalmente avverato e stento ancora a crederci: ho volato!!
Ho vissuto un’esperienza così straordinaria ed emotivamente forte che devo guardare il filmato che mi hanno girato per ammettere con me stesso di averla veramente provata in prima persona.

Da tantissimi anni ormai l’idea di lanciarmi col paracadute da un aereo mi ronzava in testa.

Già ai tempi del servizio militare negli alpini avevo fatto domanda di arruolarmi nel corpo dei paracadutisti di Bolzano, salvo poi ritirarla, spaventato dai consigli dei compagni di camerata che mi prospettavano un anno di terrore e nonnismo sfrenato.

Il vuoto mi ha sempre affascinato ed attratto con i suoi invisibili artigli che ti trascinano verso quell’indescrivibile sensazione di totale abbandono di tutto te stesso al nulla.

Anni fa ho sperimentato il bungee-jumping in cui affidi ad un elastico la tua vita, ma sapevo che si trattava solo di una prova per il lancio col paracadute che non avevo ancora il coraggio di fare.

E’ stata poi la volta del parapendio in tandem alla Piana del Castelluccio e del parasailing a Jesolo (paracadute trainato dal motoscafo) altrettanti piccoli battesimi dell’aria, tutti propedeutici al vero LANCIO che ancora non trovavo la forza di affrontare.

Il desiderio di lanciarmi era sempre frenato, anzi bloccato, dalla paura che mi potesse accadere qualcosa di storto alla salute: il cuore e gli occhi in particolare temevo potessero risentire in qualche modo della forte sollecitazione cui si è sottoposti quando il proprio corpo precipita in caduta libera per 3000 metri in un solo minuto ad una velocità di 180 km all’ora, con la sola protezione di un paio di occhiali antivento e di una tuta di tela.

L’idea, il pomeriggio di domenica scorsa, era solo quella di andare all’aeroporto di Thiene per informarmi sui prezzi e le prenotazioni dei lanci in tandem.

Siamo partiti io e mio figlio Francesco di 10 anni alla volta di Thiene con un bel caldo e la voglia di muoverci di casa, visto che la sorellina Benedetta era costretta a casa  da qualche giorno da una febbre estiva.

Arrivati al capannone che ospita la scuola di paracadutismo  mi sono informato dei lanci in tandem ed il responsabile mi ha detto che se volevo potevo buttarmi il giorno stesso.

La risposta  che è uscita dalle mie labbra ha meravigliato anche me stesso per l’assoluta mancanza di titubanza: mi sarei buttato anche subito, dovevo solo fare bancomat perché non avevo con me i soldi che occorrevano per pagare l’istruttore e l’aereo.

Francesco sarebbe salito con me per fare il suo primo volo in aereo sopra le nostre terre vicentine.

La cosa che più mi ha meravigliato è stata la grande  tranquillità che ha continuato a regnare nel mio animo dopo la decisione, e durante le due ore di attesa del volo.

Quando il frutto è giunto a maturazione la cosa più naturale è che cada dall’albero: quando un progetto dentro la tua testa è maturo,sei pronto per accoglierlo, ogni poro della tua pelle è pronto ad assorbirne le sensazioni,ogni cellula della tua retina a registrarne le immagini,tutto il tuo essere vibra in armonia con l’universo perché senti che in quel momento non potresti che essere lì a fare esattamente quello che stai facendo.

Durante il volo per giungere alla quota di 4500 metri  pensavo mi sarebbe subentrata una paura pazzesca ed un improvviso rifiuto, dettato dall’innato istinto di conservazione: nulla di tutto ciò,solo una grande emozione ed un desiderio incontenibile di provare realmente tutte le sensazioni che per tanti anni avevo tentato di  immaginare.

Dopo circa dieci minuti di volo  il semaforo verde all’interno del piccolo aereo ci annuncia che è giunto il momento di buttarsi, Dieter il mio istruttore di Ortisei dà un’ultima controllata ai ganci delle nostre imbragature, apre lo sportellone e poi viaaaaaaaaa!!!Non chiudo gli occhi per godermi dai primi istanti tutte le sensazioni  e un senso di vuoto mi colpisce alla bocca dello stomaco,è un freddo incredibile ( sono 10 gradi sotto zero),l’aria intorno a me fa un rumore quasi assordante e la sento come una presenza fisica che mi frusta in tutto il corpo,faccio un po’ fatica a respirare ma è tutto così emozionante!!! vedere la terra che si avvicina,sentire il corpo totalmente libero nel nulla,le mani che tentano quasi di impugnare quell’elemento che quando siamo a terra non ci accorgiamo nemmeno esista.

 

 

Dopo circa un minuto Dieter tira il gancio di apertura del paracadute ed un improvviso e fortissimo strattone frena la caduta che da vorticosa e velocissima diventa lenta e rilassante: cominci a goderti il panorama da una visuale  del tutto inconsueta, vedi che la terra si avvicina e desideri di prolungare il più possibile la tua permanenza in aria perché senti che stai vivendo un’esperienza esilarante e non vorresti mai che terminasse.

Purtroppo dopo cinque minuti si tocca dolcemente terra,dovevo fare io da carrello di atterraggio ma l’emozione del momento mi ha reso le gambe fragili come il burro e cadiamo a terra senza però farci male.L’emozione esplode in urla di gioia e ringraziamenti a Dieter per la  simpatia e gentilezza con cui mi ha accompagnato durante tutta questa bellissima esperienza.

La glicemia prima di salire in aereo era di 210 mg/dl e tutte le mie esperienze del passato mi portavano a prevedere che alla fine del lancio sarebbe stata come minimo di 300 visto la scarica di adrenalina e la tensione che comporta una prova di questo tipo.

Al contrario di ogni previsione invece il valore alla misurazione post atterraggio era di 230!!! Una risalita glicemica ridicola se si considera l’impatto emotivo e lo stress psico-fisico di un lancio da 4500 metri di altezza.

Probabilmente determinanti per lo scarso innalzamento glicemico sono stati due fattori:

1)   la brevità dell’atto sportivo: il lancio dura in tutto circa 6 minuti, di cui uno di caduta libera e 5 di uso della vela

2)   la grande serenità e felicità con cui ho affrontato il tutto .

 

Consiglio a chiunque lo desideri veramente, di provare l’emozione del volo,l’importante è avere il cuore a posto (consiglio un elettrocardiogramma),non soffrire di retinopatia o di ipertensione,mentre il diabete ben compensato non è di nessun ostacolo a tale disciplina.

Chiaramente poi se si vuole fare il corso e prendere il brevetto bisogna sottoporsi ad una visita di medicina dello sport ma questa è un’altra storia.

 

Ciao a tutti e alla prossima

 

Pietro Piccolo