Outdoor 2007-2010 - Al Centro della Terra
Viaggio al centro ... delle montagne Monregalesi
di Michela Del Torchio
E dopo il diabete a cavallo, il diabete sul ghiaccio, il diabete in qualsiasi posto basta che lo si porti lontano da un ospedale, dai luoghi comuni e dalle passeggiate sotto i portici ecco il resoconto di un viaggio “al centro della Terraâ€, con il diabete. Il giorno 8 novembre 2009 sono scesa per la prima volta dentro il cuore dalla Terra. La grotta che mi ha ospitata e mi ha lasciato curiosare tra i suoi lunghi corridoi è stata quella del Caudano, in Valle Maudagna, Cuneo. Lascerò stare le lunghe riflessioni filosofiche che queste quattro ore passate a camminare, strisciare, scivolare e immergermi nel fango, lungo i corridoi che l'acqua sotterranea si è divertita a disegnare nei millenni hanno suscitato in me, affronterò invece la gestione del mio diabete in questa meravigliosa avventura. Abbiamo deciso di entrare in grotta perché le avverse condizioni meteorologiche non ci avrebbero permesso di fare altro. Non avevo idea di cosa mi aspettasse ma la prima cosa che mi è venuta in mente (sotto suggerimento del dott. Poccia, sempre premuroso per il mio microinfusore!!) è stata quella di incartare il micro dentro un sacchetto di plastica (vedere foto), il sudore o anche la possibile acqua l'avrebbero potuto rovinare. Poi ho pensato alla macchinetta e alle provviste di zucchero. Ho portato in grotta la Accu-Chek Compact Plus con il display retroilluminato, sapevo che avremmo avuto sempre l'acetilene come fonte luminosa ma mi sono sentita più tranquilla a portare lei piuttosto che il modello precedente. È da diverso tempo che utilizzo (dopo aver provato per anni le altre macchinette) questo modello con le strisce in cartuccia, sono estremamente pratiche anche se decisamente poco resistenti, ne ho rotte 6!!!! La mia più grande paura era infatti che la macchinetta risentisse dello strisciamento, dello scivolamento e di tutte le altre posizioni estreme che si assumono in grotta per spostarsi lungo gli strettissimi corridoi. L'ho quindi posizionata dentro un marsupio molto piccolo che mi sono messa sotto la tutona di plastica (vedere foto). Lo stesso ho fatto per le riserve di zuccheri: il miele, ideale per le lunghe attività aerobiche. La macchinetta è uscita indenne, non ci avrei mai scommesso, così come il micro.
Passiamo alle glicemie. Prima di colazione alle ore 8,30 avevo 124 mg/dl, ho mangiato circa 40 g di CHO dati da: tre fette di pane tostato (arricchite di ottimo olio siciliano) un bicchiere di yogurt e un succo di frutta; ho fatto 2,3 unità . L'appuntamento con i colleghi (Andrea e Stefania!!!) era alle 10,00; di solito prima di qualsiasi impresa c'è il momento caffè, che io ho tramutato nel momento cappuccino avendo misurato una glicemia di 128 mg/dl. Volevo avere un po' di zuccheri lenti e una tazza di qualcosa di caldo! Mentre i miei colleghi preparavano le lampade ho diminuito la velocità basale del micro portandola a 0,3 unita/ora, è circa il 50% della velocità che ho normalmente. In grotta non ho mai mangiato e lo sforzo fatto non è stato tanto intenso, solamente durante l'attraversamento (strisciando) dei lunghi corridoi sentivo la fatica nelle braccia e nel bacino, il cuore saliva di battiti sia per la fatica che per la paura, ma bastava fermarsi e respirare quello strano misto di aria, fango e acetilene per riprendere il controllo, in grotta i corridoi si fanno piano, molto piano. All'uscita ho accusato dolori un po' ovunque: la difficoltà è data dalle lunghe ore passate a strisciare, gattonare e scivolare, si utilizzano muscoli sconosciuti e tornare a camminare, all'uscita, in posizione verticale diventa poi veramente difficile!!!! Il viaggio è stato meraviglioso, in una ambiente a me completamente estraneo ho perso il senso del mondo, del tempo e della realtà . Fuori ha sempre nevicato ma dentro la temperatura sempre costante ha facilitato la separazione con ciò che “è rimasto fuoriâ€. Due cose mi hanno veramente affascinato: l'estremo buio che si ottiene quando si spengono le lampade, a cui gli occhi non riescono ad abituarsi e la totale assenza di odori. È stata una giornata passata a cercare l'agilità di un bambino in un ambiente completamente estraneo, lasciare che il fango guidi il corpo un po' spaventato e impacciato lungo scivoli ignoti e scoprire che il tempo può fermarsi!!
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