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Diabete Outdoor - TREKKING CHAMBEYRON


Il mio Giro dello Chambeyron

testo di Michela Del Torchio (DTM1)

Bene, decisamente bene, il braccio destro non riesce a tenere in mano una piccozza, men che meno tenermi attaccata ad una parete di roccia, per cui questa estate alle montagne ci ho girato intorno, invece che salirci sopra. Dopo il giro del Monviso, il giro dello Chambeyron, in stile decisamente più “alpino”: una notte in bivacco, poco cibo, vestiti caldi e antivento e tanta voglia di camminare, tra due stati (mi ha sempre affascinato il poter dire: “ Sono arrivata in Francia a piedi...”). Abbiamo dormito presso il bivacco Barenghi, alta Valle Maira, comune di Acceglio, ai piedi del meraviglioso Brec de Chambeyron, intorno a noi vette dalle forme incredibili, laghi dai mille colori (quello in Francia è chiamato dai nove colori) e tanti passi oltre i quali si è dai “cugini francesi”. Siamo partiti il 15 mattina all’alba, il bivacco ha solo 9 posti e credevamo che avremmo trovato tanta gente nel giorno di ferragosto, per cui sveglia alle 4.15, partenza da casa alle 5, arrivo presso il campeggio Campo Base e partenza per il bivacco Barenghi alle 6.10. Siamo arrivati a destinazione alle 9.30. Inizialmente volevamo salire su Tetè de la Frema (3142m), ma un vento polare (4°C alle 10.30) ci ha ben convinto a rimanere al bivacco. Dopo pranzo ci siamo avventurati per salire una cimetta sopra la quale avevamo visto delle persone, ma saremmo stati obbligati ad appoggiare le mani per scalicchiare un po’ e il mio braccino, gomito e polso, non era d’accordo con l’idea. Per cui breve giro intorno al bivacco in attesa della cena. La mattina dopo sveglia alle 6.15, colazione e partenza per completare il giro.
Passiamo ai numeri, altrimenti sembra che non ho fatto nulla :)
I° giorno- Dal campeggio Rifugio Campo Base (1500m) – Bivacco Barenghi(2815m)- 1300m di dislivello, tante marmotte piccole, piccole, la parete sud del meraviglioso Brec de Cambeyron.
II° giorno Dal bivacco Barenghi al campeggio Rifugio Campo Base, passando per Colle de La Gypiere (2948m), Pass de la Couletta (2750m), Colle della Nubiera (o Stroppia) a 2885m. Da qui discesa verso il Campeggio Campo Base. Abbiamo però deciso di fare un giro diverso dalla salita e ci siamo diretti verso il vallone del Soutron, abbiamo poi incontrato il sentiero di salita e siamo discesi verso la macchina.

GLICEMIE...come per il giro del Monviso ho ridotto di 2 unità totali (1 alle ore 8 e 1 alle ore 20.00) le unità di lemvemir, per cui 6 unità alle h8.00 e 7unità alle ore 20.00. anche se il veloce abbassamento glicemico che ho la mattina quando vado a camminare (da 120mg/dl ho mangiato 30g di CHO, pane, sono arrivata dopo 2 ore di salita a 70mg/dl integrati con una barretta grancereale) mi porterà per la prossima gita a diminuire ancora di più quella delle h 8.00. Il primo giorno abbiamo fatto poco, nel senso che alle 10 avevamo già finito il nostro tragitto, non potendo salire Tete de la Frema, per cui le glicemie sono salite un pochino, soprattutto in seguito all’assunzione dei malefici taralli...
Il secondo giorno però in previsione di una salita più impegnativa ho fatto meno rapida al mattino, mi sono per cui trovata con glicemie alte fino oltre al Pass de la Couletta.
Questo pezzo del tour infatti è una discesa lunghissima fino a 2100m, per poi risalire a 2885m del Colle Nubiera. Per correggere ho fatto solo 2.5 unità (evviva le penne per i bimbi che hanno le mezze unità) e ho mangiato circa 30g di CHO (pane e prosciutto crudo). Prima di affrontare la salita alla Nubiera ho comunque mangiato una barretta grancereale. Il resto della giornata è andata bene sia a livello glicemico che di tempo, anche se l’arietta fredda proveniente dalla Francia ci ha sempre costretto a tenere magliette a maniche lunghe anche il 15 agosto!!!!
Bello, camminare con un piccolo zaino, un fantastico sacco a pelo e dei viveri “calcolati” mi stanno permettendo di arrivare ovunque, nonostante un braccio ancora in “costruzione”. Una cosa che sto iniziando ad apprezzare sempre di più sono i bisogni all’aperto, nascosta da un sasso, con altissime cime invece che giornali a tenerti compagnia.