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Diabete Outdoor - ALPI COZIE 2015


Titolo: ALPI COZIE
Sottotitolo: Parola d’ordine … SELFIE!!!

Testo di Michela Del Torchio con l’approvazione di Elena e le ndr del presidentissimo

Ebbene si, ci siamo cadute anche noi: abbiamo fotografato il nostro giro in montagna al suono di “SELFIE”.
Io (Mik) e Elena (Gamarra, per gli amici GamGam) abbiamo girovagato per due giorni tra le montagne cuneesi, mangiato gallette di miglio, cracker di segale e uova sode (cosa cavolo mangiano o meglio “sgranocchiano” le pinktrekkers? ndr), condiviso con un cane, un francese e due fidanzatini il bivacco piĂą bello (giudizio prettamente personale) delle Alpi Cozie e, per finire, salito il nostro primo 3000 (per la precisione 3142m s.l.m.) insieme, completamente da sole; anzi no, lei è diabetologa per cui io avevo un supporto medico, io sono nutrizionista (dottoressa biologa nutrizionista per la precisione  … questa precisazione ironica dovevo toglierla su richiesta della scrivente, ma l'ho lasciata ... ndr) per cui lei aveva una supporto alimentare...
L’organizzazione dei nostri due giorni è avvenuta in maniera molto semplice, volevamo fare un giro in montagna, sull’onda dello scorso VisoMonTrek 014, compiuto con altri G.Ge.Di. Come prima decisione le date, identificate quelle abbiamo coinvolto altre partecipanti (ebbene si, avevamo pensato ad un gruppo di sole donne … con le palle ndr) che per problemi LAVORATIVI, non ci hanno potuto accompagnare; secondo pensiero la meta, mi è venuta in mente molto velocemente: salita al bivacco Barenghi (2815m s.l.m.) da Chiappera (1614m s.l.m.), Tete de la Frema (3142m s.l.m.), pernotto in bivacco e il giorno seguente Tour del Brec Chambeyron, già fatto lo scorso anno con Francesco, per cui serena della tipologia di camminata che ci avrebbe atteso.
Elena mi ha raggiunto mercoledì sera, piccolo briefing prevalente femminile prima del sonno (ma che ti sei portata nello zaino? ma una spazzola ce l’hai? e le ciabattine?...) e il giorno dopo, giovedì 13 agosto, è iniziato il nostro mini viaggio, selfato!
Io utilizzo come terapia insulinica la multi-iniettiva (11 unità di Degludec alle ore 13.00 + Aspart ai pasti), Elena (figuriamoci se non ce l’aveva lei …) l’Omnipod (Aspart come insulina), entrambe abbiamo il diabete da più di 20 anni, la nostra glicata si aggira tra 7 e 7.3% (ohhhh … ndr), per entrambe lo sport ( o esercizio fisico … ndr) fa parte della terapia per la gestione del diabete (sembra di leggere il manifesto per i diritti della persona con diabete ndr) ma, con i limiti imposti dagli orari lavorati e dagli impegni familiari (che hanno tutti, in misura diversa, anche gli sportivoni esaltati … ndr).
Ad entrambe piace la montagna, camminare e soprattutto ridere, cosa che ci riesce con una facilitĂ  incredibile.
Da un anno a questa parte per me sono cambiate molte cose, prima fra tutte una piĂą facile organizzazione, tra lavoro e famiglia, delle attivitĂ  sportive, per cui da fine giugno ho iniziato a correre: 6 km, per 300m di dislivello (ohhhhh, brava! ndr) tra i boschi sopra casa almeno due volte a settimana, piĂą le uscite arrampicatorie tra falesia, boulder e vie di montagna facili, facili!
La gestione glicemica è stata per entrambe ottimale, dimostrato dal fatto che: NON C’E’ SUCCESSO NULLA!!!!!!  

Giovedì 13> sveglia alle ore 6.00, cambio del set micro per Ele, colazione e via.
Entrambe abbiamo optato per mangiare carboidrati provenienti da farine diverse dal grano “00” soprattutto per ridurre il picco glicemico, fare meno insulina prima della partenza ed evitare ipo durante la salita (ma nessuno demonizza le farine bianche e nemmeno l’insulina, vero? … ndr**)
Elena usa il sensore della glicemia che durante la salita le ha mostrato un grafico con una curva tra 100 e 180
Partenza da casa alle ore 6.45, arrivo a Chiappera, Alta Valle Maira provincia di Cuneo, alle ore 7.50, inizio camminata ore 8.04, prima pipì ore 8.20 orario in cui abbiamo iniziato la salita sotto le Sorgenti di Stroppia; siamo arrivate al bivacco alle 12.10, piccola sosta ristoratrice, sistemazione dei sacchi lenzuoli e soprattutto alleggerimento dello zaino (via i pigiamini, le magliettine, le spazzoline...), alle 14.07 ci siamo messe in marcia verso la Tete de la Frema, il 3000 che avevamo in programma, siamo arrivate su, dopo 300m di dislivello abbastanza ripido, in 30 minuti, SELFIE stupidi (Selficiency o Deficiency ndr), ammirazione del panorama, chiacchiere e discesa.
Alle 15.30 eravamo nuovamente al bivacco, conoscenza con i nostri “coinquilini” e riposino dentro i sacchi lenzuoli.
Alle 19 circa abbiamo cenato tutti insieme, anche il francese che poi ha dormito in una tenda con il suo cagnolino. NOTTE IN BIVACCO INCREDIBILE: pioggia dalle 4 del mattino fino alle 5,
dalle 5 al risveglio tanto vento, quello che sbatte contro la lamiera
del Barenghi e sembra volerlo buttare giĂą, come se non ci volesse li
su...però dalle 21 alle 1.30 sonno molto ristoratore!!!
La mattina seguente il programma sarebbe stato di completare il giro dello Chambeyron e tornare a casa ma, la notte ci ha portato consiglio e soprattutto acqua, per cui onde evitare di inzupparci per circa 6 ore (tempo stimato per fare il giro e tornare a casa), abbiamo optato per fare un altro anello e scendere dal Colle dell’Infernetto, un canale che avevo visto solo innevato, tramite cavi e corde fisse. Dopo il canale, il pratone del vallone pieno di marmotte ha seguito e anticipato la nostra discesa, in silenzio, sotto una pioggerellina indecisa.
Siamo arrivate alla macchina comunque asciutte, la voglia di mangiare qualche cosa di diverso da segale e miglio (cibo per i canarini? ndr) ci ha fatto fermare presso Il Ciarbonet, dove ci ha anche scaldato una splendida tisana ai frutti di bosco; prossimo viaggio verso Decathlon a comprare un mini, mini, mini fornellino che aveva il francese, ripiegato dentro le mini pentoline (lo voglio anch’io ndr)
Qualche cosa di caldo a 2815m s.l.m. fa sempre piacere.
Abbiamo fatto le escursioniste e le escursioniste esperte (la salita a Tete de la Frema e la discesa del Colle dell’Infernetto sono considerate EE) da sole, due donne da sole in montagna, senza uomini, senza dottori (va beh io lo avevo …) e senza 118 scritto sul cellulare e pronto ad essere chiamato (anche se quando ho visto la discesa dal Colle dell’Infernetto un pensierino ce l’ho fatto).
Abbiamo camminato, al nostro ritmo, senza fretta, senza necessitĂ  di fare impresa e soprattutto organizzando e portando a termine un bel progetto: due giorni senza cellulari connessi al mondo ma, utilizzati solo per fare SELFIE (negli anni 80 si chiamava autoscatto, ndr), in un ambiente dove anche solo camminare piano con affianco un’amica riempie il cuore, rasserena lo spirito e fa vedere il sole anche sotto coltri di nubi. 

**Precisazioni "personalissime" stimolate dai "ndr" provocatori del Presidentissimo:
Sì, "demonizzo" le farine bianche e ovviamente l'insulina; le prime contengo troppo glutine (i cui metaboliti derivati dalla digestione rischiano di aumentare la permeabilitĂ  intestinale, aumentano la pressione colloidale del sangue che deve essere "ripristinata" dai reni con un sovraccarico energetico incredibile), non hanno fibre, vitamine e il grano presente sul mercato proviene da incroci con specie americane fatti negli anni 70 che hanno incrementato dal 3 al9% il contenuto di glutine, inoltre per ottenere una farina bianca il chicco viene lavorato ad altissime temperature con distruzione di tutte le componenti vitaminiche, amminoacidiche (ad eccezione del glutine) e mineraliche presenti. Per cui si: evviva le farine integrali, poco lavorate e provenienti da specie non ancora manipolate.  Evviva pure il glutine ma, quello normalmente presente nel farro, avena, segale, orzo e via dicendo...che almeno non Ă© stato addizionato alla farina 00 per fare spaghetti, fusilli e via dicendo a un prezzo irrisorio e con una qualitĂ  insufficiente. É la combinazione farina bianca e grano alterato quella contro cui "mi batto"...poi evviva le vere farine di grano tenero o duro integrali.
Per l'insulina è un ormone della crescita, per cui un suo uso piĂą oculato mi sembra indispensabile, non se ne può fare a meno ma, ripetere la solita frase delle balle... "ma sì mangio come mi pare basta che faccio qualche unitĂ  in più…" mi sembra veramente superficiale e poco coerente; un pò come la Priore che nuota con un team di 9 persone intorno, tra medici, infermieri, amici, amici degli amici che si aggregano, familiari e poi arriva a dire che si può fare sport e vivere serenamente con il diabete...domanda...per cui io e Ele che eravamo da sole siamo state due pazze, suicide, incoscienti, così come te (rif. al Presidentissimo che se ne va per montagne in stile GR20, ndr)
Per cui meno insulina faccio, meglio mangio e a stringere meglio sto. ©Mik