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Diabete Off-Road @ 2012 - Swiss IronTrail



 
ultimo aggiornamento 11 luglio 2012

SWISS IRON TRAIL • Pontresina - Chur (Svizzera) • 6-8 luglio 2012

GARA SOSPESA ALLE 00:30 DEL 7 LUGLIO 2012

T1 @ T141
Un trailrunner con diabete di tipo 1 alla prova dello Swiss Iron Trail
 BIB  1208 > CRISTIAN AGNOLI • TEAM DIABETENOLIMITS ITALIA @ T141 • 136KM • 7950 D+ 9100 D-


Ecco l'unica foto che mi sono procurato ... Saint Moritz 7° km!
ovviamente se la volevo di maggior qualità la dovevo pure pagare ... e chi se la paga una foto di una gara annullata!


SIT RACE REPORT >

TRAILISTICAMENTE & ATLETICAMENTE > Questa gara aveva un fascino particolare, ma ci hanno pensato gli organizzatori a "rovinarla" con un'approssimazione vergognosa e un approccio da manager spietati. La gara poteva essere disputata, ma bisognava ritardare la partenza e studiare percorsi alternativi per evitare i punti più pericolosi. Invece si è fatta partire sapendo che il meteo avrebbe creato problemi e poi è successo quel che è successo. Ho corso di notte e dunque non ho potuto apprezzare la magia dei paesaggi. Ho comunque due immagini ben impresse nella memoria: la vista del lago di Saint Moritz illuminato mentre salivamo verso il Piz Nair, e la scia di lampade frontali dei vari concorrenti sui sentieri per Alp Suvretta.
Le ginocchia non mi hanno dato problemi, nemmeno in discesa. Ero nel secondo gruppo, credo nelle prime 15 posizioni, e ho sempre corso in scioltezza pensando a proteggermi dalla pioggia, a mantenermi il più asciutto ed efficiente possibile.
In pianura ho corso controllato, e in salita ho solo strappato un po' dopo il prmo stop per superare alcuni concorrenti "troppo" lenti. La pioggia e il meteo forse ci hanno messo un po' di adrenalina e fatto andare leggermente più forte di quanto fosse auspicabile. Piede sicuro anche sul fango, non pensavo le Cascadia tenessero così bene in discesa scivolosa. Piedi un po' bagnati per qualche attraversamento di ruscello di montagna, ma caldi. Nessuna sensazione di freddo o ipotermia, anzi testa e torace sempre al calduccio e dunque testa pensante e corpo efficiente. Un po' le mani fredde, visto che avevo bagnato i guanti. Ma poi ho proseguito senza e ho tenuto quelli asciutti di scorta. Nel trasferimento a valle lungo la jeeppabile ho spesso corso anche con ampia falcata, per arrivare il prima possibile alla base vita. Non ho mai preso rischi. La 2a lampada frontale funzionava male, ma non è servita. La traccia gps precisa, ma inutile visti i cambi di percorso estemporanei. Ho corso in silenzio, parlando ogni tanto con Lisa e Paolo quando eravamo assieme, ma il trail non vuol parole. Tra mute parole e sguardi d'intesa ... In salita velocità compresa tra 600 e 800 mt di dislivello ora. Tutto qui, 35 km (1550 D+) però ... chissà cosa avrei scritto se avessimo corso per 140 (e 8000 D+)! Non credo tornerò a questa gara, ma forse per un trail autogestito su queste montagne sì. Vedremo!
Non sarò dunque "il primo diabetico della storia" a concludere un ultratrail da 140 km e 8000 d+ ... e chissenefrega ... Credo sia finito il tempo dei "pionieri" dello sport a glicemia controllata (e lo dico con tutta la mia ammirazione per i veri pionieri del diabete), della rincorsa ad essere i primi a fare qualcosa, a ricercare l'impresa per sensibilizzare l'opinione pubblica sul fatto che con il diabete si può. E' finita un'era, anche perchè, tutto ciò è (quasi) sempre stato fatto senza "raccontare" tutta la verità (con le dovute eccezioni), e in particolare senza dare i numeri. Cosa che invece, in tutti i sensi, andrebbe fatta sempre (metabolicamente, nutrizionalmente e non solo).  Dall'era dei pionieri del diabete è ora di passare alla fase dei cittadini del diabete, con la vigilanza e l'azione che la conquista di una libertà vera, anche nella pratica sportiva, richiede.
Ciò detto nei dodici mesi che verosimilmente mi separeranno dalla mia prossima esperienza ultra (LUT 2013 + UTMB 2013, salvo infortuni!) mi auguro di: 
1) scoprire in realtà che tante altre persone con diabete di tipo 1 hanno già corso e concluso gare di questo tipo con soddisfazione, raccontando e resocontando la propria perfomance e mettendola a disposizione di altri in condivisione, solo che io sono troppo distratto o troppo concentrato nel mio piccolo mondo mellito e non mi informo abbastanza! Ci sono degli australiani, mi pare, evviva!
2) non essere il solo a intraprendere il viaggio verso il mondo dell'Ultratrail ... oltre al mio personale (e CONDIVISO) impegno sono sicuro altri si uniranno e così potremmo essere in tanti a concludere gare/corse di questo tipo ... non per dimostrare qualcosa, ma per annullare il bisogno di dimostrare qualcosa. E' necessario essere "straordinariamente" ordinari anche quando si compiono prestazioni estreme ed impegnative. La cultura dell' "impresa" non serve al mondo del diabete, serve solo, con altra accezione, all'economia italiana. Ecco mi ricollego al mio idolo Oscar Giannino. Per questo ho elaborato questa goliardica locandina, che vi allego ... vi invito tutti qui a Garda, domenica 15 luglio, per discutere di cittadinanza o sudditanza verso il diabete ... non verrà nessuno, ma me ne frego. E' ora di una nuova presa di coscienza, che purtroppo manca, in un totale asservimento a logiche di sudditanza verso la patologia e quello che ci gira intorno (non mi riferisco solo alla paura di morire o allo sviluppo delle complicanze, alla depressione, allo scoramento, alle difficoltà di gestione, ma anche a certa diabetologia, a certo associazionismo di regime, a certi sportivi con diabete che ci "marciano" sopra). Diabete ... sudditi o cittadini! W i pistolotti alla Oscar Giannino, W lo spirito trail, W quelli che danno i numeri, W chi corre e vive senza rancore!
METABOLICAMENTE & NUTRIZIONALMENTE > Il giorno della gara, con partenza alle 21,00, non ho modificato sostanzialmente le mie abitudini terapeutiche ed alimentari. Terapia standard, e pure la basale. Ho solamente anticipato l'iniezione serale di un'oretta circa mentre attendevo lo start.
Nutrizionalmente ho evitato fibre e grassi in eccesso (solo un po' di formaggio grana ai pasti), anticipando gli orari dei pasti, in particolare quello serale alle 18.00 (a 3 ore dall'inizio della gara) con una piccola porzione di pasta (80 gr.) e un frutto. Nel pomeriggio ho corretto una lieve iperglicemia prima di schiacciare un pisolino (ammetto di non aver pesato il pane al pasto e dunque il carbocounting probabilmente era un po' troppo "approssimativo").
Sono arrivato nel pregara con glicemia nei range, esattamente quello che volevo, e con trend piatto tra 80 e 90. Ho assunto con troppo anticipo il dolcino di frutta e grano saraceno da 35 cho e questo mi ha causato una lieve iperglicemia nei primi minuti di gara. I miei piani era di mangiare a 10-15 minuti dallo start, ma come resistere a tal succulento dolcino... in corsa poi tutto si è ripianato e ho avuto glicemie stabili con range 90-140. Stante le varianti al percorso non abbiamo incontrato ristori e dunque sono andato in TOTALE autosufficienza. Ho mangiato due panini e bevuto acqua a sorsi regolari. A fine gara, in attesa di essere recuperato, ho mangiato un altro panino e bevuto una mini coca cola, con bolo insulinico. Come paventato, la gestione del diabete in questa gara non avrebbe rappresentato un grosso problema.
Anche il mio stomachino è andato bene, la lezione del 3V di Brescia è servita!
CONVIVIALMENTE & MENTALMENTE > Devo ammettere che il camper-pooling si è dimostrato perfetto. Con compagni di viaggio come Tor Maistri e Al Grippo, oltre ovviamente alla mia compagna Mitch, è come essere in una botte di ferro. Mi spiace che l'annullamento della gara abbia impedito di condividere la giornata di gara con il mitico Vito Casiraghi che abbiamo costretto a una levataccia inutile e al rientro a casa alla notizia dello stop race. Lisa e Paolo si sono uniti nel giorno della gara e tutti siamo stati bravi a gestire tempi e spazi ristretti. Nella Aufenthalt del campeggio un pasta party improvvisato allargato ai pochi altri commensali presenti, che hanno apprezzato un buon piatto di spaghetti al pomodoro cucinati con passione e gusto italiani.
Invidio a Tor Maistri la "semplicità" e la "tranquillità" con qui si presenta al via di queste gare ... sicuramente la tensione c'è, ma la sa tramutare in simpatia, concentrazione e affabilità. Per me Maistri mestro di umiltà e di giusto approccio mentale.
Anche se la gara non si è disputata, la buona compagnia mi ha aiutato a superare la delusione e a dare un senso alla trasferta. Ovvio che se penso a tutto quello che sta dietro a una gara come questa mi viene il nervoso: a parte i soldi dell'iscrizione, la preparazione, i lunghi in notturna, le notti in quota bivaccando, lo studio del percorso e il meticoloso controllo dell'attrezzatura. A questo SIT un po' ci avevo fatto il pensiero. Un po' avevo anche paura e non so se sarei riuscito a tenere sia mentalmente sia fisicamente la distanza e il dislivello. E' vero che l'inizio sotto la pioggia e l'incertezza sulle condizioni meteo che avremmo trovato in quota un po' hanno innervosito tutti e dunque un po' di preziosissime energie nervose se ne sono andate nelle prime 3 ore di gara. Poi lo stop race, e per me, l'unico pensiero era rientrare in un punto raggiungibile in auto per essere raccolto dal nostro Al Grip o per prendere i bus navetta. Insomma, inutile fare troppe elucubrazioni. Non si può dire se ce l'avrei fatta. Nella sostanza la gara non si è disputata e dunque non ho raggiunto l'obiettivo. Ma se devo dirla tutta, ragionandoci su, non so se le mie articolazioni avrebbero retto a 24 ore di gara.
Mentalmente, comunque, nelle poche ore corse, ho sempre mantenuto il sangue freddo e fatto le scelte giuste. Quando è iniziato a piovere forte mi sono lasciato sfilare un po' e ho subito indossato il giubbino in goretex che tenevo nell'avant pack e così' sono rimasto asciutto. Al primo stop race non ho ceduto alla tentazione di cambiarmi. Non faceva freddo, e ho preferito mantenere tutti i ricambi nello zaino asciutti. Mancavano ancora 50 km alla prima base vita e se avessi sprecato il primo strato al 7° km era la fine. A mio avviso molti dei partecipanti avrebbero dovuto ritirarsi se la gara fosse continuata per mancanza di vestiti asciutti di ricambio a meno di repentino innalzamento delle temperature. Ma di notte la vedo dura asciugarsi per benino. Dunque mi posso annoverare tra quelli che potevano permettersi di affrontare i due successivi gpm (Fuorcla Pass e Pass Digl Orgels) e i 30 km mancanti alla base vita, poi non percorsi in seguito all'annullamento della gara avvenuto intorno all'una (anche qui non si capisce ... la decisione è stata presa alle 00:30 e comunicata via sms alle 1:15 ... e chi legge gli sms mentre corre al buio sotto la pioggia e in mezzo a sentieri impervi e scivolosi?).
Da un punto di vista trailistico sono sempre più convinto che ho la testa per questo tipo di gare anche se devo arrivare agli appuntamenti con meno acciacchi.
Nemmeno quest'anno ritorno a correre una over 100 km ... ora con la mente riposata e tanta fiducia, sarò al via della Trans D'Havet ..."solo" 80 km e 5500 d+ ... che sia la volta buona per correre all'attacco? Umiltà, umiltà, umiltà ... e poi "babbo first" ... da agosto si pensa solo al bebè in arrivo!
METEOROLOGICAMENTE & ORGANIZZATIVAMENTE > Mai più @ SIT! Tante risorse, tanto "pompaggio", ma carenze organizzative e di atteggiamento incredibili. Si è avvertita subito un'atmosfera particolarmente fredda. Ma poi gli errori si sono moltiplicati. Cose che si possono perdonare comunque stante il meteo ballerino e le quote raggiunte dalla gara. Sono d'accordo che probabilmente molti concorrenti non erano attrezzati in modo appropriato e non avevano sufficiente esperienza, ma il tono del comunicato di fine gara, la mancanza di presenza dei "vertici" dello Swiss Iron Trail nelle fasi successive, approssimazione, carenza di volontari ... insomma un "flop" incredibile e credo che nessuno o quasi degli iscritti alla T141 e T201 ritornerà a partecipare a questa gara!
Peccato perchè la bellezza di queste montagne e il popolo del trail (pur con i suoi difetti sempre più evidenti) meritava un'organizzazione migliore!
Il mio post "dopo gara" inviato agli organizzatori della gara è stato fin troppo "morbido" ed avrebbe avuto toni ben diversi se avessi letto prima il loro inqualificabile comunicato dopo gara, dove le "scuse" sono "formali" ma si evince un tono "scocciato" e "superbo" che è l'anti "umiltà" che il mondo del trail, anche dal lato degli organizzatori, dovrebbe avere. La cosa peggiore poi è che sul sito, visto il tono dei post dei partecipanti, hanno cancellato la sezione "guestbook" ... VERGOGNA!
Meteo: a mio avviso le condizioni erano difficili, ma un'organizzazione efficiente avrebbe dovuto essere in grado di approntare in poche ore alcune modificazioni di percorso (evitare i passaggi in cresta a 3000 per le miriadi di alternative possiibili) e consentire lo svolgimento della prova visto che la pioggia era battente ma le temperature non così rigide. Se alcuni partecipanti non erano sufficientemente attrezzati, andavano squalificati. Ma vi assicuro che ci hanno controllato il materiale in maniera molto attenta.
A mio avviso, se non volevano rischiare, avrebbero dovuto rinunciare alla 200 km, e fare un unica gara con partenza posticipata alla mezzanotte e accorciata a 120 km così da non variare i tempi di chiusura della manifestazione. Invece volevano tenere su il mega evento e così si sono ritrovati con un "pugno di mosche" in mano e hanno fatto partire i concorrenti in situazioni meteo difficili con tutto il casino che succede a bloccare una gara e a mandare i volontari a recuperare i concorrenti in gara per sentieri impervi.
Anche con meteo buono, comunque, il balisaggio era insufficiente e soprattutto non era catarinfrangente. Ovvero non riflettevano le luci delle lampade. Una mancanza di una gravità da denuncia penale. Basta così, ripeto, il peggio è stato l'atteggiamento superbo e da "ragionieri" assunto a fine gara. Qui ci voleva un gesto di generosità e brillantezza. A tutti le scuse e la partecipazione gratuita alla prossima edizione. Già così avrebbero perso metà pezzi, invece adesso li hanno persi tutti. E parliamo di quasi 800 iscritti sulle varie competizioni. Vabbè che dietro ci sono soldi e sponsor, ma non sarà facile recuperare un simile e inaudito stock di stupidaggini e errori.
Ecco il comunicato SIT >
Dear participants
We would like to share with you our statement in terms of the happenings over the last 3 days and particularly of the race closure of July 7, 2012 at 00.30 hours.
The capricious weather situation has already been forcing us to reschedule the start and became more and more critical towards the night. Intense precipitations, drop of temperature to 0° C and fog did not only cause poor track conditions and problems in orientation but there was also a potential danger of hypothermia for the participants. In this situation, the race closure, was the accurate decision!
After the race was stopped, the organization mobilized all available resources, in this unfavorable condition, in order to safly lead back all runners to the centres of St.Moritz and Bergün. This was only possible thanks to the prudential, peerless and particular effort of the route, transport and rescue services as well as the centers staff. They merit our highest appreciation and deepest respect. Due to the huge effort of this involved staff, the rescue services ressources where not covered any longer and therfore did not permit a secure and reasonable execution of the T71 and T21 races.
We are fully concient that in future this is not a reason for a cancellation anymore. We are very sorry for the lack of organization!
For consolation we grant all participants of the T71 and T21 a free entry for at this year's Swissalpine on July 28th and on the T71 and T21 on August 23rd – 25th, 2013.
We are afraid had to learn that not all inscribed participants met the high requirements of a T201 and T141 race. Despite this fact, some did not wear appropriate clothing! In the future we will look into an introduction of a qualifying system for the participation!
Yours sincerely, OK Irontrail

Il mio post dopo gara >
"Dear SIT Organisation, please tell us the truth ... on meteo bulletin ... and on the decision process of this "very pumped" event!
Moreover "balisage" was ridicoulous ... signs were not even reflecting lamp lights in the night ... improvisation and approximation means spitting on "safety".
Trailrunners are not to be treated as "commercial items".
Trail competitions should not inspired on business plans and marketing basis. Please provide accordingly! Of course God bless all the volunteers and the magnificent Swiss mountains. Something did not work in the head of this event.
A great damage to Swiss image. Please do not use "safety" as an excuse!
The only safety thing should have been to modify both t201 & t141 tracks and starting at midnight ... the value of giving up compared to starting at every cost!
Still in love with Swiss Mountains & Volunteers, very embarassed for SIT management!
Maybe back, but waiting for an "agonizing reappraisal" by SIT Head! Cristian, Italy"

LIVE FROM PONTRESINA > 6-7 luglio 2012
STOP RACE ... "Unhappy Ending … Due to last night's exceptional circumstances and still unstable weather conditions, all trails must have been cancelled."
Con questo laconico comunicato, l'organizzazione SIT descrive l'annullamento della gara, avvenuto per quanto mi riguarda, al 25 km, nei dintorni di Alp Suvretta a quota 2400 mt ca, quando una coppia di volontarie sotto la pioggia battente ci comunica lo "stop race". Raggiunta Palua Marscha i concorrenti vengono dirottati a Bever lungo la strada forestale. In tutto 35 km, 5 ore di trial in condizioni ambientali proibitive a quote alpine. Tutto bene, sano e salvo, senza troppe apprensioni. L'autosufficienza, il materiale tecnico e l'attrezzatura, mi hanno consentito di gestire le 5 ore e più di gara in maniera ottimale, anche quando, a causa del meteo inclemente in quota, siamo stati deviati su percorsi alternativi senza presenza di ristori. Ottima gestione metabolica e fisica, anche se parlare di 30 km non è come parlare dei 140 che avrei in teoria dovuto perocrrere.
Un po' di delusione ovviamente, ma bisogna guardare avanti … la rinuncia fa parte del gioco, anche quando subita!
Pulman e bus riportano i concorrenti alle basi vita. Nella notte vengo recuperato dal prode Grippo e riportato al campeggio. Alle 5.30 vado a coricarmi.
Niente ultratrail dunque. Cose che possono capitare in gare di questo tipo.
A nostro avviso un po' di "approssimazione" e "inesperienza" da parte degli organizzatori, nonostante budget e risorse imponenti, hanno avuto il proprio peso … ma inutile polemizzare. Mi attendo comunque un segnale "forte" da parte degli organizzatori verso i partecipanti ...
In Trail We (Still) TRUST!

LIVE FROM PONTRESINA > 5 luglio 2012.
Trasferimento in camper. Arrivo a Pontresina h 15.30. 1h30 di pazienza per ritirare pettorale, controllo materiale obbligatorio e quattro chiacchiere con amici trailer ivi trovati. h 18 piazzato il camper @ Camping Plauns. Corsetta di scarico con video alla Kilian lungo i sentieri i che costeggiano il fiume. Montagne spettacolari e imponenti. 40 minuti di attività fisica in compagnia del Grippo. Glicemia partenza 193, 2 u di correzione 10 gr di cho e 104 alla fine. Ginocchia ok e buone sensazioni.
Francesco resta alla piazzola. Lui parte domattina alle 8 per la 200 km e dunque deve sistemare il materiale. Fervono i preparativi: bagaglio di gara, bagaglio di viaggio, bagaglio per le basi vita. Un lavorone. Doccia e cena con carboloading. Tutti a dorminre presto, non prima di postare queste poche righe grazie alla potente wi-fi del campeggio.


A sx: roadbook Issimo • A dx: in fila al ritiro pettorali

Al seguito del presidentissimo:

- Mitch featuring Fagiolino
- Alessandro Grippo (DM1, AR, vice pres. DNL)
- Vittorio Casiraghi (Dm1, LC)

Altri in trasferta/gara con Cristian: Francesco Maistri (Veronatrailrunner @ T201), + Paolo & Lisa (@ T141)
Partenza da Verona ... giovedì 5 luglio!

METEO SIT >




MY RACE STRATEGY • ROADBOOK [WORK IN PROGRES] >

Intanto qui una prima versione del mio personalissimo roadbook (forbice 22-27 ore ...). E' la prima edizione di questa gara e dunque difficile fare una proiezione. Dall'altimetria sembrerebbe MOLTO TECNICA e dunque non veloce, ma danno 17 ore il tempo dei primi dunque forse è un po' meno ostica di quel che sembra. Partecipare alle gare alla prima edizione è sempre un po' un rischio.
Dunque su tattica di gara, obiettivi, aspettative, scriverò solo nell'imminenza. Troppe incognite e troppi giorni ancora mi separano dalle h 21 di venerdì 6 luglio: inutile spendere fiumi di parole che potrebbero finire nella palude di un intoppo o di un imprevisto.
Di sicuro non correrò all'attacco ... non sono ancora pronto (e quest'anno ho anche problemi alle ginocchia) anche se il mio obiettivo è riuscire un giorno a correre una gara di ultratrail all'attacco gestendo ritmi e accelerazioni anche su 24 e più ore di corsa.
Ma ne ho di strada da fare! E di cose su cui riflettere e migliorare! Umiltà .. umiltà ... umiltà ... l'umiltà non si dichiara, si dimostra!
Il roadbook qui a sx con proeizioni e annotazioni è suscettibile di variazioni, ma ci farei la firma! [km totale: 137,5 > strada asfalto 14.9 km 11 % viottolo di campagna 39.9 km 29 % singletrail 81.0 km 60 %]
Neve prevista: tratto iniziale discesa da Pass Digls Orgels + tratto iniziale discesa da Reithorn.
7 salite importanti a intervalli regolari. La più lunga è di 21 km x 2000 mt di dislivello.
Da una verifica su Google Earth, i tratti tecnici sono verosimilmente in quota con granito, macereto e sentiero in cresta. Ma ci sono anche numerose piste forestali e single trail ben battuti. Forse per questo le stime dei tempi finali sono in linea con trail più corribili. Ma io non mi fido troppo! A maggior ragione una scarpa comoda e ammortizzata che consenta di ben sopportare la corsa lenta anche in discesa è fondamentale.
C'è poco da aggiungere. Adesso potere alle gambe e alla gestione strategica delle nostre forze ... mente e corpo in sinergia ...










MY ID >



S.I.T. COUNTDOWN >

La più grande incognita è rappresentata dalle mie condizioni fisiche: rotula e menisco della gamba dx sono infiammati e dunque non mi garantiscono ad oggi sufficiente affidabilità e autonomia per chiudere una gara così impegnativa. Spero terapie, riposo, stretching e un po' di fortuna mi aiutino a presentarmi al via in condizioni buone se non ottimali!
Io continuo a preparare attrezzatura, strategia di gara e alimentare, equipaggiamento e ogni dettaglio con la massima oculatezza! Poi vedremo!

17 giugno>23 giugno: Dopo il 3V ghiaccio sulla rotula ... e 6 gg di stop ... fino al 23 giugno! 3 giorni per riprendermi, altri 3 per problemi alle ginocchia!
Domenica 24 giugno > Riprendo a correre! h 19.30. Trail in ambiente montano: 9 km 600 d+ 1h10. Bene in salita, lieve dolore ai gemelli del ginoccho destro.
Lunedì 25 giugno > h 12.30 Trail in ambiente montano, tecnico, single trail. 11 km 750 d+ 1h25. Ottima velocità in salita. Discesa prudente con lieve risentimento a entrambe le ginocchia. Ghiaccio a fine allenamento. Nessun dolore a riposo.
Martedì 26 giugno > h 12.30... 1h30 di bici in agilità + ghiaccio + stretching. Menisco pizzicato ... questo secondo il mio fisioterapista il problema. Il tilt rotuleo sembra invece conseguenza dei quadricipiti imballati, in particolare il dx, sovraccarico, in quanto il quadricipite sx è ancora in deficit di potenza e centimetri. Le foto in tal senso sono evidenti. Ovviamente mi ha fatto il cazziatone dicendo che dovevo ascoltarlo e fare "potenziamento" alla gamba sx. Ha ragione. Vedremo. Per ora l'infermeria è aperta a singhiozzo. Domani sera riprovo a correre e poi vediamo. Nella peggior delle ipotesi altri 3/4 gg di riposo assoluto. Almeno alla gara arriverò fresco e scarico!
Mercoledì 27 giugno > Ancora riposo, fisioterapia e stretching. Il trattamento massivo a quadricipiti, polpacci, soleo, ischiocrurarli e ileopsoas sembra funzionare ed oggi stante alcuni impegni e la calura estiva serale ho deciso di dedicarmi alla "rehab" senza forzare. Domani proverò a correre.
Giovedì 28 giugno > Il mio chinesiologo di fiducia, Alberto Tassi, mi ha detto: "cosa devo dirti per convincerti a non fare questa gara?". La risposta è nel valutare l'opzione rinuncia, ma lo deciderò solo nel divenire. Ho ripreso anche la terapia anti-infiammatoria in forma di sinflex. 3 al dì per i prossimi 3 giorni. Poi stop. Non voglio arrivare alla gara imbottito di farmaci e comunque vorrei partire con rotule e menischi completamente sfiammati. I timori di Alberto sono legati più al dopo Irontrail che al durante. Teme in un sovraccarico alla gamba dx che potrebbe seriamente pregiudicare il mio proseguio di stagione. Diciamo, che partecipazione al Trail della Speranza del 22 luglio esclusa, non prevedo altre gare fino a novembre se al SIT tutto si svolgerà come auspicato. E poi ci sarà lo stop per paternità di almeno 60-90 gg. All'1 e 30 di notte, dopo il concerto di Chris Cornell al Teatro Romano (grande frontman), rientrando a casa, mi sono fatto lasciare ad Affi (VR). Allenamento in notturna off-road di circa 1h15: Monte Moscal, Val Sorda, La Rocca ... 12 km con umidità e temperature elevate nonostante l'ora illuminato dalla mia potente lampada frontale! Cosa ci si inventa pur di correre! Qualche dolorino in zona tibiale e un po' di incertezza di appoggio forse per la stanchezza, forse per deconcentrazione. Comunque pare che si possa riprendere ad allenarsi! Incrociamo le dita. Glicemia start 171, 10 gr di miele, glicemia all'arrivo 85. Alle 2.57 a nanna!

Voci e Fulgori della Notte
(G. Toppan, 1961)
Cascatella, da breve dirupo, • dà tonfo leggero: • univa voce raccolta dal vento • e pòrta intatta al mio cuore.
Compagnia al mio lento vagare. • Ora l'acqua si svolge • in un tremulo rivo • tra ghiaioli infantile.
Reca nel grembo • fulgori di lassù: • di quell'alta pupilla • curiosa che guarda:
che mi guarda, • mendìco eterno di sogni

Venerdì 29 / sabato 30 giugno > workout ... h 22,30-6,00 BALDO ZIGZAGGING. TA in notturna: 43,5 K X 2720 D+ featuring Francesco Tor Maistri. 7H53 (pause incluse) con due dislivelli importanti. 1600 d+ tutti di fila seguiti da un altro 1000 arrivando sempre tra i 2100-2200 mt slm. Partenza e arrivo da San Zeno di Montagna. GARMIN CONNECT > LINK. Ritmo veloce in salita, molto veloce, troppo veloce. Ginocchia e dintorni tutto ok. Considerando orario di svolgimento, e terreno con salite irte e su fondo insidioso prese "a bombazza", sono soddisfatto, perchè non sono scoppiato. Ho fatto fatica a tenere il ritmo del mio compagno di allenamento, che sulle salite lunghe e ripide esprime un passo-camminata che io riesco a reggere solo se corro (abbiamo calcolato che per due volte abbiamo fatto 1000d+ in poco più di 1h10!). Non sono mai stato in grado di prendere la testa in salita, stante il ritmo imposto da Francesco. Ma ho retto bene. Io patisco le pendenze eccessive, che meno si addicono al mio stile di "grimpeur bipede".  Ho verificato comunque che soffro meno e rendo di più a corricchiare sempre in salita. Dovrò in futuro, in ottica lunghe distanze, migliorare la resa del mio "passo spinta" sulle salite a forte pendenza. Vedere l'amico Francesco salire così in fretta senza nemmeno accennare al gesto della corsa mi ha stupito! Chapeau!
Alla fine ero un po' schiacciato, ma venivo da privazione di sonno quasi totale anche la sera precedente. In discesa sono andato prudente, complice anche una lampada frontale un po' scarica di pile che non mi consentiva grande visibilità.
Il tempo è volato. Sofferto solo gli ultimi 2 km di asfalto per arrivare alla macchina che non finivano mai e già alle 6 di mattina faceva un caldo "di pazzi".
Se penso che venerdì prossimo dovrò aggiungere altri 100 km circa e 5500 d+ a quello fatto oggi sono un po' spaventato.
Ma adesso si scarica e anche questa nottata in trail mi è servita per capire molte cose su ritmo, integrazioni e equipaggiamento. In particolare debbo aver maggior cura nello stringere bene i lacci per avere il piede ben fermo in discesa. Inoltre fascerò i malleoli e metterò delle minighette protettive: ho preso un paio di pietre sulle caviglie e fanno male! Le ginocchia, ribadisco, hanno tenuto, ma continuo a tenerle sotto osservazione, a usare ghiaccio e a fare "tanto, tanto" stretching e ginnastica posturale.
Ho corso solo con il marsupio, senza zaino. L'Olmo 5 e' già pronto con tutte le modifiche e le nuove soluzioni per il SIT, fresco di bucato, e non mi andava di sporcarlo.
Gestione metabolica: partenza h 22,30 a meno di 3 ore dal bolo e con cena ricca di fibre e proteine, dunque con processo digestivo in corso e qualche rigurgito delle verdure mangiate. Basale invariata di 10 u somministrata alle 21 circa. Glicemia di partenza 128. Dopo 2 ore, dopo aver assunto 40 gr. di cho (semplici, in fomra di moussse di mela + cioccolata) rilevo un 74 mg/dl ma con buone sensazioni. 21 gr di cho in forma di miele e sesamini per raggiungere Cima Telegrafo (quota 2200). Dopo la discesa (molto tecnica) e circa 5 ore rilevo un 120 mg/dl. 22 cho in forma di coca cola e miele. Dopo altre 2 ore e 1000 mt d+ completati, assumo 17 gr di cho (mezzo pacchetto di crackers + 1 bustina di miele) senza fare controlli. Dopo 6h30 di corsa, rilevo un 112 mg/dl. 5 gr in forma di miele. Alla fine, dopo quasi 89 ore, 10 cho in forma di "sorso di coca cola". Giunto a casa, poco prima delle 7, rilevo un 113. 5 u per 100 gr di cho (90 gr di pasta in bianco, 30 gr di cracker di mais e un po' di macedonia di frutta). Considerato rapporto i:cho 1:20. Alle 10, al risveglio, dopo 3 ore di sonno, 120. Che dire ... sinergia basale / attività fisica perfetta. La prossima volta debbo ricordami di portarmi via qualcosa di secco e salato in più rispetto a integratori dolci: i crackers Doria sono buonissimi. 
Domenica 1 luglio > nottata di sabato in baita a 1300 mt, ma ho saltato il trasferimento con sacco a pelo a 1800 mt ... ho preferito il riposo all'acclimatamento ... penso di aver fatto bene, anche se quando riposi ti sembra sempre di non aver fatto il tuo dovere. Volevo allenarmi anche dopo la finale Italia-Spagna, avevo preparato tutto, ma anche qui il buon senso mi ha fatto ripiegare sul lettone, non senza qualche rimorso. Il riposo è il miglior allenamento!
Il caldo africano consentiva in questo week-end solo allenamenti in quota, dunque a livello del mare, con 40°C, meglio rifugiarsi in cantina e stare al "fresco".
Lunedì 2 luglio > Caronte non ci abbandona e non ci sono alternative ad allenamenti serali e in quota. Mi faccio coraggio, trovo il giusto compromesso famigliare. Cena sobria, gelatino, coccole sul divano.  Alle 10,00 parto con la jeep per loc. Le Pozze di Prada. Da qui 7 km e 820 d+ su jeeppabile a ritmo SIT in 1h05 zaino in spalle. Giunto a quota 1950 di Rif. Chierego mi sistemo abusivamente nell'androne dell'ingresso, al riparo da umidità. Nuvole minacciose, ma niente pioggia. Vento a raffiche ma temperature miti. Minimaterassino (bucato!), sacco a pelo, tuta in tyvek. Cambio di panni, appendo i vestiti sudati in giro ad asciugare e a mezzanotte e mezza sono a riposare. Cena h 20.00 con glicemia 178. Basale 9 u e bolo di 6 x 95 gr di cho. Inizio AF h 22.55 @ 83 mg/dl. 25 gr di cho (2 bustine di miele e 30 gr di cioccolata Ritter sport). Fine AF 98. Prima esperienza di "acclimatamento" alla media montagna completato. Non so se serva realmente, ma mi è piaciuta l'esperienza.
Martedì 3 luglio > Risveglio h 5.45. Mi sono perso l'alba. Al rifugio tutto tace. Il gestore nemmeno si è accorto che mi sono piazzato fuori dall'ingresso. Schiena un po' scricchiolante. Il materassino bucato mi ha tradito. Sempre verificare il materiale prima del bivacco. Glicemia al risvegio 156 complice il pacchetto di crackers (24 gr cho) che mi sono sgranocchiato alle 3 di notte, quando un buco dello stomaco si è attivato a causa del freddo avvertito nel sacco a pelo non chiuso ermeticamente (!). Ci sono 12° C a 1900 mt. Panorama splendido. Silenzo assoluto. Rientro a ritmo lentissimo per non affaticare le ginocchia. Un bustina di miele in partenza (5 gr di cho). Un'oretta "facile" per varianti di sentiero in single trek prima, poi per strada forestale molto corribile. Pensieri e interiorizzazione. Mi ascolto, fisso alcune "regole d'oro" per il SIT, parlo da solo mentre mi addrentro nel bosco. Ci vorrà un miracolo di resilienza. Ginocchia ok. Quadricipiti (giunzione miotendinea) un po' doloranti. Speriamo nel chinesiologo e nella mia ritrovata dedizione allo stretching. Alle 7.30 sono a casuccia pronto per la colazione con la mia dolce metà. 124 mg/dl prima del pasto. 4 u per 70 gr di cho.
In serata mi sono poi ritrasferito a 1300 mt in loc. Prai di Malcesine. H 22, glicemia 98, dopo cena in malga, trasfertimento a passo spedito a quota 1950 m. loc. Belvedere arrivo seggiovia di Prealpesina. H 23.55 glicemia 120, 6 unità di basale e bivacco con tuta in tyvek e sacco a pelo. Luna piena al riparo dalle raffiche di vento. Creste del Baldo illuminate a giorno.
Mercoledì 4 luglio > h 5.00 sveglia un po' infreddolito ... il riparo non era proprio antiumidità. Glicemia 146. Discesa fino alla stazione sommitale della funivia (1780 mt). 2 u di bolo per 40 gr di cho seduto al tavolino gustandomi l'alba e poi raggiungo la jeep (1300 mt slm). Arrivo a Passo Campiano (400 mt slm), lascio l'auto in officina per un tagliando, e scendo a piedi fino alla stazione dei pulman @ Malcesine (60 mt slm). 8.20 si parte, 3 € 20 il biglietto e alle 9.05 sono a casuccia. I did my job!
Giovedì 5 luglio > Si parte! Destinazione Pontresina! (vedi sopra Live From Pontresina)
Venerdì h 21 > start SIT! (il report della gara, comunque andrà, prossimamente sulle frequenze DNL!)

SPENDING REVIEW > work in progress ... quasi 200 euro l'iscrizione. Cui aggiungere spese per rehab, attrezzatura, calzature, viaggio, pernotto etc ... Da bravo "ragioniere" anche su questo relazionerò puntigliosamente.
La partecipazione a SIT è interamente a mie spese (il fondo cassa della onlus da me presideuta non serve a finanziare le gare e spedizioni cui partecipo, che rimangono scelte personali e dunque self-sustained. Vale anche per le altre associazioni secondo voi?)

MY EQUIPMENT
>

PESO ZAINO E ATTREZZATURA > da verificare (on line a pesatura avvenuta > max 5kg ... ? vediamo se ci riesco!)
Da anni mi affido allo zaino Olmo 5 della Raidlight modificato per aumentarne la capienza. Credo nella filosofia dell'Olmo 5, ovvero nel ripartire il peso tra schiena e tronco anteriore così da ottenere anche un migliore equilibrio.
Le due borracce frontali con beccuccio (che va accorciato sennò lo usi come cotton-fioc) sono a mio avviso comodissime, capienti, facili da riempire.
Ho adattato, anche se non sarebbe in teoria fattibile, un Avant Pack che mi consente: 1) di bilanciare il peso 2) di tenere a portata di mano le cose indispensabili ovvero: integratori solidi e liquidi + antivento e antipioggia. Inoltre sono riuscito a fissare i bastoncini ultraleggeri nel laccetto elastico delle due borracce anteriori e dunque li ho sempre disponibili. Spesso non si estraggono i bastoncini perchè non si vuole perdere tempo, fermarsi, togliere lo zaino etc. Così invece quando mi servono li ho a portata di mano, come estrarre una spada!   
Ho aggiunto inoltre 3 pochette piccole dove tengo panini e 2/3 bustine di miele. Così compartimentalizzo il cibo e ho sempre chiaro quanto ho mangiato e dove ho messo un determinato alimento (dolce, salato). Alle basi vita, se necessario, rimetto nell'astuccio il tipo di integratore gradito.
Nell'avant pack ci stanno perfettamente e ben fisse due mini lattine di coca cola. Grazie a una cintura elastica il marsupio è ben fissato al ventre e dunque anche le bibite gassate non sballottolano troppo e quando le apri non schizzano ovunque.
Nelle numerose taschine e retine tengo altre bustine di miele,barrette, pomate e creme, il telefono cellulare e eventualmente ci infilo morf, guanti, manicotti o bandanna.
Per il SIT aggiungerò una o due tasche laterali un po' più grandi (nelle bretelle dello zaino) dove tenere a portata di mano un gilet antivento e una maglia pesante con cappuccio da esterno.
Nel reparto posteriore dello zaino tengo solo le cose che in teoria debbo usare in caso di emergenza o condizioni meteo rigidissime: la tuta di emergenza, un'altra maglia termica, le calze di ricambio, oltre  a telo d'emergenza bendaggi, soldi e medicinali extra insulina. Tutti i capi di abbigliamento sono chiusi in sacchetti di nylon "waterproof". Bisogna avere massima cura di tenere capi di abbigliamento asciutti in caso di meteo inclemente!
Le penne di insulina, con ago già montato, le tengo in due micro tasche laterali. Riesco così ad estrarle senza sfilare lo zaino.
Il sensore lo infilo in un taschino laterale del portaborraccia anteriore così ho il display facilmente consultabile.
GPS: al 90% al SIT utlizzerò quello da polso e non l'Edge 705 ... che comunque fisserei, a vista, sulla parte anteriore alta dello zaino. Entrambi durano al massimo 24 ore, ma nell'ultima borsa terrò un GPS di scorta che monterò al 93 km se vedo che i miei tempi di percorrenza vanno oltre l'autonomia dello strumento.
Bastoncini: mi affido ai leggerissimi FIZAN da 160 gr ...un po' delicati, ma ci farò attenzione!
Devo verficare il peso di tutto quanto ho al seguito ... non vorrei superare i 5 kg. Ridurrò al limite le scorte alimentari. Sono un fautore dell'autosufficienza, ma con un ristoro ogni 15/20 km forse posso limitarmi alle due coca cola, 1 o 2 barrette e 1 o 2 panini e per il resto sfruttare le basi sul percorso oltre ai 2 bagagli di gara al 60° e al 93° km.
Glucometro: anche se ho il sensore credo di portarlo per le necessarie calibrature. Vediamo, potrei anche optare di tenerne uno in ciascun borsone al 60° e 93° km e effettuare in quell'occasione la calibratura. Partire dunque senza e poi decidere se portarmelo al seguito solo in caso di mancato funzionamento del CGM. Nella tasca laterale del pantaloncino Raidlight ci sta a pennello e nemmeno me ne accorgo, però sono altri 200/250 gr da portarsi dietro!!
Calzature: mi affiderò alle Cascadia della Brooks. Unico limite: non tengono l'acqua. Proverò comunque un impermeabilizzante traspirante da campeggio su un vecchio paio e vedrò come risponde. Potrebbe essere un espediente interessante per i primi 60 km al buio con un paio di passaggi su neve o in caso di lieve pioggerellina. Nel borsone del 93° km terrò un paio di Cascadia di ricambio. Mentre in quello del 60° km un paio di scarpe qualsiasi di emergenza, verosimilmente le Diablo della Tecnica, che indosserei comunque solo per 33 km.
Mi fascerò sicuramente i piedi con la banda Vetrap da veterinaria (per cavalli) onde avere piede fermo, malleoli protetti e caviglie più sicure. Non ho riscontrato vesciche o problemi con la fasciatura. L'acqua può essere un problema, ma all'occorrenza, via le scarpe, via la bendatura bagnata e puzzona e si va con calza nuova e asciutta.
Medicinali: oltre all'insulina, per me farmaco salvavita, antidolorifici, pomate antisfregamento, creme solari e qualche bustina di biochetasi, in caso di problemi di nausea e digestivi. Nei borsoni alle basi salvavita inoltre due bombolette di ghiaccio spray per contusioni e per raffreddare tendini e articolazioni infiammate. cocacola, zuccheri e qualche prodotto enograstronico palatabile da mangiare quando i ristori non ti gratifiicano.
Abbigliamento: a cipolla, ma sicuramente la partenza non sarà caldissima. Alle 9 di sera e a 1835 mt di quota per arrivare in piena notte a 3000. Dunque ben vestito per le prime 7/8 ore di gara. Poi vedremo. Sempre nel pieno rispetto del regolamento e delle regole di buona condotta in ambiente montano.

Riepilogo Equipaggiamento:
ZAINO: OLMO 5 + 2 BORRACCE 0,80 CC + 5 POCHE ESTERNE + AVANT  PACK > 772 gr.
CALZATURA: CASCADIA CON GHETTE E PIEDI FASCIATI > 660 gr + 50 gr.
BASTONCINI: FIZAN CARBON ULTRALIGHT (158 GR)
LAMPADE FRONTALI: PETZL TIKKA 85 LUJMENS + BLACK DIAMOND 75 LUMENS + BATTERIE DI EMERGENZA (GR. ???)
ABBIGLIAMENTO: MORF, MAGLIA M/M CON SOTTOMAGLIA + MANICOTTI PESANTI + GUANTI A MANOPOLA + PANT.  3/4 ELASTICIZZATO O COSCIA, CALZETTONE LUNGO
ALTRO: CELLULARE (60 GR) + FRANCHI SVIZZERI PICCOLO TAGLIO + OCCHIALI DA SOLE
NELLO ZAINO:
ANTIVENTO RAIDLIGHT (180 GR) > INDOSSABILE SENZA TOGLIERE ZAINO
GILET SMANICATO (150 GR) > SENZA TOGLIERE ZAINO
TUTA IN TYVEK (VALE ANCHE COME PANTALONE D'EMERGENZA)
SOTTOMAGLIA TERMICA (??? GR)
MAGLIA MANICA LUNGA CAPPUCCIO MONTURA (GR ???)
SENSORE CGM (115 GR)
MEDICINALI:
- 2 pillole Sinflex -  benda fasciatura d'emergenza
- 2 penne di insulina (basale e ultrarapida) - 4 aghi 8 mm
- 2 BUSTINE BIOCHETASI - CREMA SOLARE
- PREP E CREMA ANTIABRASIONE
SCORTE ALIMENTARI [TUTTO IL CIBO IN FRONTPACK E POCHETTE LATERALI]
- 2 coca cola in minilattina da 150 cc (17 cho cad)
- 2 barrette di sesamo (32 cho cad)
- 6 bustine di miele da 6 gr (5 cho cad)
- 1 panini marmellata di arancia con grana da 28 gr di cho
- 2/3 panini prosciutto e formaggio da 22 gr di cho
- cioccolato ritter sport con nocciole per 38 gr. di cho
- 1 mouse di mela da 17 gr di cho
- 2 bustine di sali minerali polase (2 cho cad)
ALTRO:
GLUCOMETRO ACCUCHECK > nella tasca laterale del pantaloncino (GR. 160)
Roadbook plastificato + Mappe plastificate (GR. 80)
Ecotazza (GR. ???)
GPS DA POLSO GARMIN 910 GTX CON TRACCIA SCARICATA T141 (GR.72)


> BAGAGLIO DI GARA 1 @ 60 KM + BAGAGLIO DI GARA 2 @ 93 KM (I DUE BAGAGLI NELLE BASI VITA SARANNO CLONI DI QUANTO QUI ELENCATO + ALTRO MATERIALE D'EMERGENZA O PER TOLETTA > dettagli prossimamente)

MY T1 DIABETES MNGT > Sono in terapia multiniettiva (detemir + glulisina). Sfrutterò la sinergia basale+attività fisica per gestire puntuali e regolari intergrazioni (da 10 cho a 50 cho cad.) in base a necessità energetiche e trend glicemico (sensore CGM montato). Dopo l'esperienza @ 3V verificherò bene nei giorni precedenti di conservare da buon pater familias la/le penne di insulina. Manterrò la basale a livelli standard (10/12 u tot.) per varie ragioni: 1) substrati utilizzati prevalentemente lipidici 2) quota e insulino resistenza 3) strategia metabolica: metabolizzare cho attraverso basale e movimento senza bolo.
Verosimilmente partirò con la basale serale (alla partenza) di 9 unità, e intorno a mezzogiorno, in base al trend, valuterò se somministrarmi la seconda iniezione (3 u) oppure se saltare e limitarmi all'iniezione serale, magari anticipata di un paio d'ore (tra le 19 e le 20). Se non ho problemi di assorbimento o compenso e se manterrò la strategia di snack frequenti ma non abbondantissimi, dovrebbero bastare movimento e insulina basale a trasformare in energia per i miei muscoli il cibo ingerito. Avrò con me al seguito l'analogo ultrarapido da utilizzare all'occorrenza.
Prevedo glicemie abbastanza stabili e vorrei riuscire a mantenere un
trend 100-140. 
La gara si svolge a medie altitudini dove quota e saturazione dell'ossigeno si faranno lievemente sentire (vedi articolo più sotto pubblicato). Per questo non ridurrò la basale, in quanto così compenserò almeno in parte l'aumentato fabbisogno insulinico derivante dalla quota. Con l'aumentata sensibilità all'insulina in sinergia con il movimento (con basale non ridotta), spero di bilanciare l'insulino-resistenza da rallentamento dei processi ossidativi.
Ho fatto escursioni e trail restando per parecchie ore tra i 2500 e i 3000 mt in passato, ma non ho rilevato più di tanto modificazioni importanti nel mio compenso metabolico e credo che "altre" siano le quote (over 4000) da raggiungere per risentire di effetti iperglicemici persistenti. Dunque non mi farei più di tanto problemi.
Non so se riuscirò a fare un periodo di acclimatamento in quota (1800/2000 mt) di almeno 5/6 giorni come suggerito dagli esperti. L'unica cosa che posso fare nella settimana precedente la gara, è, di sera, dopo cena, spostarmi in auto e poi a piedi sulle montagne vicino casa e lì passare la notte in tenda con sacco a pelo dopo un allenamento in salita prima di coricarmi, seguito da un breve allenamento in discesa per rientrare all'auto al risveglio all'alba prima di rientraare a casa per colazione e lavoro. 8/10 ore a 2000 mt per 5/6 giorni dovrebbero essere sufficienti. E sennò andremo allo sbaraglio.
In ogni caso correrò e mi esprimerò al meglio a
prescindere dai valori di zuccheri nel sangue che sono solo uno dei
tanti aspetti da tenere in considerazione in gare di questo tipo. Non ricercherò la cd "iperglicemia pilotata" in partenza ... un non-sense, retaggio di una certa diabetologia dello sport che predica "l'alto e sicuro", come se l'ipoglicemia fosse "inevitabile" in un "atleta con diabete a insulina esogena". In una gara che durerà verosimilmente più di 20 ore non ha senso portarsi alto ... per non finire in ipoglicemia. E non ha nemmeno senso in generale. Il segreto consiste nel saper gestire la glicemia entro range accettabili con una terapia adeguata e commisurata ai substrati utilizzati. La sovrabasalizzazione, che nella letteratura contraddistingue la persona con diabete di tipo 1, non è necessariamente una condanna inesorabile all'ipoglicemia. E comunque, lo ripeto, partire alti non serve a cambiare il nostro destino. Servono parchi consumi e stabilità. Insomma quello che chiede la Merkel all'Italia e agli stati PIGS ... invece tutti cercano la soluzione dalle tasse ... un po' come quelli che pensano di risolvere i problemi di glicemia continuano a bolarsi e controbolarsi invece che rivedere la propria terapia a 360° gradi. Le lezioni della scuola del rigore austriaca farebbero bene ad essere traslate dal mondo dell'economia al mondo del diabete. Pistolotto alla Oscar Giannino for President! Again & again!
La conquista della vetta, e del risultato, non va di paripasso con la ricerca del picco glicemico. Poi ovviamente se mi ritrovo con un iperglicemia, agirò con calma e sangue freddo per ripristinare valori "accettabili" ma senza azioni impulsive o paure da "atleta con diabete". Ragionare da atleta di endurance, significa non ragionare da "malato". La gestione del diabete deve avvenire in background. O altrimenti è meglio che alla corsa preferiamo la corsia di un ospedale!
Ovviamente questa volta se la basale non bastasse, andrò in maneria più massiva di bolo. Sono comunque contrario a "smanettare" troppo (cd "overhandling") ... lavorerò prima e durante la gara per avere risposte glicemiche in linea con le mie previsioni grazie anche l'esperienza maturata in tanti allenamenti-simulazioni e imparando dagli errori del passato.
Il sensore CGM (che monterò con accuratezza e precisione "svizzere") dovrebbe aiutarmi a ottimizzare compenso e gestione nutrizionale e semplificarmi la questione "autocontrollo". Senza però dimenticarmi di "ascoltare" i segnali lanciati dal mio corpo: il miglior sensore in continuo del mio stato di efficienza è il mio cervello. La resilienza, nella mia visione, è il connubio perfetto (o quasi) tra la forza e l'intelligenza. Cervello e muscoli devono lavorare in sinergia. Su gare di endurance così impegnative è fondamentale mettere la testa al servizio della forza e viceversa.

MY FOOD MNGT >
Come detto forse in virtù dei fornitissimi e frequenti ristori, rinuncerò per una volta all'autosufficienza totale e così dovrei ridurre il peso al seguito.
Avrò comunque come me coca cola in micro lattina (2 di emergenza... è una precauzione che mi impongo!).
Mi affiderò a principi di dieta mediterranea con carbodrati complessi (panini succulenti) come principale fonte di nutrimento. Un po' di grassi e proteine in forma di formaggio grana. prosciutto cotto e frutta secca oleosa. Per il resto bustine di miele e sesamini, oltre alla citata bibita della multinazione.
Una gara così penso implichi consumi intorno alle 10000 kcal. Bisognerà mangiare ma anche affidarsi alla potenza lipidica, inesauribile (o quasi) fonte di energia.
Novità SIT: 1 dolcetto di grano saraceno e frutta, che sostituirà il muffin alla nutella (sempre fatti in casa). 1 per ogni base vita. Tutto rigorosamente carboconteggiato.
Cercherò di non strafogarmi mai, e di sfruttare le basi vita per mangiare 60/70 gr di pasta in bianco o con sugo non "pericoloso". Speriamo bene. Questi svizzeri sembrano molto bravi e precisi ... speriamo i ristori siano all'altezza! Ribadisco che cercherò di fare tutto un dritto senza dormire  e limitando le soste ai ristori per alimentarmi, ripristinare le scorte idriche, sistemare eventuali problemi tecnici, cambi di assetto. Ma senza pisolini o microcicli di sonno. I pit stop ai trail sono a mio avviso deleteri se troppo lunghi!
Spero la lezione avuta al 3V sui gozzovigli nei giorni precedenti una gara impegnativa e sfinente mi siano serviti e arrivare con stomaco e apparato gastro-intestinale al 100%. Così non dovrei avere problemi. Del piacere del gusto ho sempre fatto il mio punto di forza nei tanti trail autogestiti in cui mi sono imbattuto!
Arrivo al SIT acciaccato (ginocchia) e dunque ancora non so quanto e se potrò esprimermi al meglio: ho stabilizzato il mio peso a 67 kg netti e se non debbo stare fermo ancora credo di poter scendere anche di un mezzo chilo. Insomma il peso forma c'è! Nemmeno questa scusa stavolta!



Video Promo > clicca sull'immagine!



> RACE INFO


Verosimilmente il mio tempo di chiusura sarà tra le 23 del 7.7. e le 03 del mattino del 08.07!

Dal sito degli organizzatori > L’acclimatamento all’altitudine:
Avete investito moltissimo nella preparazione per l‘Irontrail e ora vi domandate come potervi preparare sul campo alla gara per ottenere il massimo delle prestazioni. Oltre a tutta una serie di fattori come un’alimentazione ottimale, la scelta dell’attrezzatura adeguata, il corretto allenamento, ecc., l’acclimatamento all’altitudine è di fondamentale importanza per poter gareggiare ad un’altitudine media di 2‘100 m. s.l.m.
Mentre sull’acclimatamento ad altitudini elevate (> 3000 m. s.l.m.) esiste una vasta letteratura, il materiale scientifico sull’acclimatamento ad altitudini medie (1500-3000 m. s.l.m.) è relativamente scarso e in parte frutto ancora delle esperienze fatte in occasione dei giochi olimpici del Messico nel 1968. Inoltre le ricerche nel settore degli sport di punta non vengono per ovvi motivi pubblicate. Le informazioni qui sotto riportate sono desunte dalla letteratura più recente e dai risultati confidenziali di studi eseguiti da paesi leader nel campo della corsa di resistenza.
L’altitudine media comporta per il nostro organismo una situazione di stress (aumento degli ormoni dello stress prodotti dal corpo, come cortisone e adrenalina), per adattarsi alla quale occorrono giorni, se non settimane. La diminuzione dell’ossigeno disponibile, la ridotta pressione e i cambiamenti climatici provocano un calo delle prestazioni agonistiche fino al 20%. Con un adeguato acclimatamento questa perdita si può ridurre a una bassa percentuale. Ecco le regole da seguire per acclimatarsi; esse si basano sia su letteratura scientifica precedente (fra cui nostri studi realizzati con il Politecnico Federale di Zurigo negli anni ‘90) sia su studi recenti realizzati in Norvegia e negli USA (informazioni personali):
Se si gareggia subito: nel caso di competizioni piuttosto brevi (<12h) il calo di prestazioni è relativamente basso, perché i processi di acclimatamento non sono ancora ‟partitiâ€. Per l’Irontrail però questa preparazione è oltremodo svantaggiosa, perché poi la maggior parte della gara si svolge durante la fase iniziale dell’acclimatamento, che è quella responsabile della perdita maggiore per l’adattamento all’altitudine.
1°-3° giorno: è il lasso di tempo in cui l’acclimatamento all’altitudine - che va di pari passo con la variazione della frequenza del polso, della pressione sanguigna, del metabolismo, della respirazione, dell’essudorazione, del sonno, della psiche e degli ormoni – comporta il calo maggiore nelle prestazioni. Soprattutto il 1° e il 2° giorno si verifica una riduzione, diversa da soggetto a soggetto, dell’assimilazione massima di ossigeno (misura della capacità di resistenza del corpo nel suo complesso) di ca. il 20%. Inoltre la capacità di fornire una determinata prestazione in un determinato arco di tempo si riduce fino a un terzo! E allo stesso tempo vengono notevolmente compromessi anche la qualità del sonno e l’appetito in alcuni atleti.
4°-7° giorno: i processi di acclimatamento sono in parte già conclusi! Polso, pressione sanguigna, temperatura corporea, metabolismo e respirazione si sono parzialmente stabilizzati ed adeguati alle esigenze dell’altitudine media. La resa è notevolmente aumentata. Anche se l’acclimatamento non è ancora del tutto concluso, potete affrontare una gara di resistenza molto intensa ma lunga, come l‘Irontrail, senza che le vostre prestazioni risultino più di tanto penalizzate.
8°-14°giorno: la preparazione ottimale, come confermano le esperienze fatte in occasione dei giochi olimpici di Torino 2006 e dei mondiali di fondo a media altitudine, si raggiunge fra l‘8° e il 14° giorno. Se però non vi fosse possibile dedicare tutto questo tempo per acclimatarvi all’altitudine, la cosa non è così grave, perché l’incremento delle prestazioni durante questa fase è ancora minimo ed ha un’importanza decisiva solo per i campioni.
Principi dell’acclimatamento: dato che l’aumento dell’altitudine rappresenta per il corpo un grosso stress, sarà bene specialmente nei primi giorni ridurre sensibilmente intensità e durata degli sforzi fisici. Nell’alimentazione occorrerà soddisfare l’accresciuto bisogno di carboidrati e liquidi. L’adeguamento dell’attrezzatura alle mutate condizioni climatiche, così come il sonno e il riposo abbondanti, sono d’aiuto nell’adattare efficacemente il corpo e la psiche alle condizioni della nuova altitudine.


Gara qualificante per UTMB 2013 • 4 punti
Dal 2013 per qualificarsi sono necessari 7 punti ottenuti in massimo 3 gare!