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Dnl - Diabete no limits

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Diabete Off-Road @ 2012 - TA • Trail E5


ISSIMO @ E5 > TRAIL AUTOGESTITO SUL SENTIERO E5
www.veronatrailrunners.it


NEGRAR-GIAZZA (VR) > 42 KM • 2300 D+

Cristian Agnoli @ TA E5

> giovedì 31 maggio-venerdì 1 giugno •  start @ 20.20- finish @ 05.15 ... 8h55 on trail!

Diversamente glicemico, ugualmente trailrunner!

Giovedì sera, assieme agli amici del Verona Trail Runers ho partecipato a un trail autogestito in notturna a ritmo controllato lungo il sentiero europeo E5.
Per me partenza dalla Valpolicella, e precisamente da Negrar, con arrivo all'alba a Giazza (Lejtzan), capitale della comunità cimbra veronese. 42 km circa e 2300 mt di dislivello in poco meno di 9 ore in totale privazione di sonno (precedentemente e successivamente) e in totale autosufficienza.


 
Getting Started @ Negrar > da sx a dx ... Lisa, Francesco e Cristian


Per il report condiviso con gli altri partecipanti clicca sul logo qui sotto!





CONSIDERAZIONI METABOLICHEGGIANTI & CO > di Cristian Agnoli

EQUIPAGGISTICAMENTE: Da rivedere le calzature. Le Inov in goretex tengono asciutti i piedi, ma la calzata non mi soddisfa e dunque non corro con appoggio sicuro. Vanno bene per trail più brevi, magari su neve, ma per cose lunghe dovrò ritornare alla Cascadia oppure sperimentare qualcosa d'altro per le situazione in bagnato.
Zaino Olmo 5: promosso a pieni voti ... con le modifiche apportate, in particolare l'applicaizone dell'AVANT PACK, in teoria non compatibile, ho tutte le scorte alimentari a portata di mano e non solo. Anche abbigliamento e attrezzatura di pronto utilizzo come: i bastoncini, l'antiacqua, manicotti e copricapo. Così posso vestirmi al bisogno ed estrarre i bastoncini senza dover fermarmi per togliermi lo zaino ed estrarre l'occorrente.
TRAILISTICAMENTE: rimando al resoconto cliccando sul logo Verona Trail Runners



METABOLICAMENTE: ho affrontato questo TA senza il Sensore CGM affidandomi al controllo glicemico tradizionale con glucometro. A dire il vero all'inizio lo strumento non funzionava e dunque avevo quasi deciso di correre interamente al buio e così temprarmi nella gestione del mio metabolismo anche in situazioni in cui ci si trova a non poter far affidamento sulla tecnologia. E basandomi dunque su esperienza, ricordi, calma e sangue freddo, regolari integrazioni e sensazioni. Insomma tutto quello a cui dovrebbe servire la tecnologia: aiutarci a comprendere il funzionamento del nostro metabolismo imperfetto degli zuccheri e dunque consentirci una gestione che regge anche quando ci troviamo a non poter contare sul numerino che esce sul display. La tecnologia dovrebbe accendere e non spegnere il cervello. Invece spesso capita il contrario e appena perdiamo i nostri riferimenti andiamo nel panico (risparmio i miei cazziatoni ai sensori-dipendenti per carità di patria).
Cazziatone-permettendo, poi il glucometro ha ripreso a funzionare. Ad una sosta, in automatico, mi è venuto di accenderlo e ho deciso di verificare la glicemia visto che erano più di 3 ore che ero in cammino. Poi ho eseguito altre due verifiche in movimento. Dopo altre 2 ore e alla fine.
Glicemie stabili e come da previsioni.
Ho integrato per un totale di 308 gr variando dal dolce al salato, al 90% in autosufficienza, alternando prodotti confezionati ad altri preparati in casa prima di partire. Ho scroccato un sorso di coca all'amico Mauro, un mini pezzo di cioccolato a Lisa e alla fine un pezzo di formaggio a Kate.
Ho ridotto la basale della sera di 1 u (8 vs 9) non prevedendo ritmi altissimi. Per una gara "tirata" ridurrò ulteriormente riservandomi eventuali compensazioni con la seconda iniezione di basale in diurna.
In ogni caso ho proceduto con regolarità e buone sensazioni. Un po' in difficoltà per l'elevato tasso di umidità e la stanchezza fino all'1 di notte. Poi mi sono ripreso alla grande e ho finito in progressione. Sono soddisfatto per la resistenza alla privazione di sonno totale, sia prima, ovviamente durante, ma anche dopo la traversata in notturna (non ho dormito più fino alla mezzanotte di venerdì a parte un micro ciclo di sonno prima di prendere l'aereo per Palermo la sera).
Continua il mio percorso di "normalizzazione" della pratica sportiva di endurance con il diabete di tipo 1, anche in condizioni di privazione di sonno, in orari strambi e con dislivelli impegnativi.
E' necessario sviluppare una profonda conoscenza dei propri mezzi atletici e metabolici, avendo un quadro reale del proprio valore, dei propri limiti, dei propri difetti. Solo così la pratica sportiva è "consapevole" e si modula con quella "tranquillità" e con l'apporto dei tanto decantati "benefici" dell'attività fisica. Spesso il settore diabete (pazienti e addetti ai lavori tutti) elogia il movimento e i positivi risvolti sulla persona con diabete. Peccato che al primo problema, alla prima iperglicemia imprevista, alla prima risposta metabolica che non rispetta i nostri piani, ci facciamo pigliare dall'ansia e dall'assillo e invece che reagire con pacata determinazione e accendendo il cervello, ci facciamo prendere dalla fissa per la glicemia e dimentichiamo le semplici basi della terapia, dell'alimentazione e della fisiologia dell'esercizio, ridiventando in un lampo, nonostante i nostri proclami, schiavi di luoghi comuni e ataviche paure.
Un 300 mg/dl dopo 4 ore di attività fisica non significa necessariamente che siamo sazi e non dobbiamo integrare fino a quando la glicemia si abbassa. Significa che c'è stato un errore e bisogna capirne i motivi e comprendere le priorità. In una gara di endurance la priorità è alimentarsi altrimenti si finisce "cotti e mangiati". Dunque bisogna avere il coraggio di utilizzare l'insulina esogena (basale o bolo) per permettere al nostro metabolismo di assimilare il cibo ingerito.
L'errore più comune è questo … ragionare da atleta quando le cose vanno bene e da malato quando le cose vanno male. Invece bisogna andare "allo sport come allo sport" e "al diabete come al diabete".
L'unico modo per non confondere i due piani e averli studiati e sviscerati e saperli modulare al bisogno. Solo così la pratica sportiva nella persona con diabete di tipo 1 sarà veramente generatrice di benefici, da affrontare con gioia, determinazione e senza paure primordiali. La paura dell'ipoglicemia rimane la principale causa che demotiva la persona con diabete all'esercizio motorio. Possibile che siamo ancora a questo punto? Mah … fino a quando lo sport è interpretato da diabetologi e pazienti o come una prova di forza (su cui autocelebrarsi) o come un lavoro forzato (cui siamo condannati) non riusciremo a promuovere nelle persone con problemi "di metabolismo e malattie del ricambio" un approccio costruttivo e lungimirante alla pratica sportiva [... applausi dalla platea a questo punto ... ma che cazzo dico ... scena muta e visi attoniti ... ma che cavolo sta dicendo questo pazzo scatenato ...]
Esattamente quello che i vertici DNL cercano disperatamente di far comprendere. O stiamo sbagliando noi, o non ci spieghiamo bene o qualcuno è duro di comprendonio. Noi crediamo nel nostro approccio: non vogliamo approvazione o pacche sulle spalle ... ci bastano i fatti!



VTR's @ Letzjan ... Giazza in cimbro!