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Diabete Off-Road @ 2012 - TA • Tor de Paisa'


TA • TOR DE PAISA' • TRAILRUNNING


Traversata dell'Alta Via dei Monti Lattari e del Sentiero degli Dei
IN AUTOGESTIONE – IN AUTOSUFFICIENZA
24 novembre 2012 • Ritrovo > Piano di Sorrento (NA)

VIDEO > CLICCA QUI



Tor de Paisà ... il trail autogestito che presto vanterà innumerevoli tentativi di imitazione!


Partiti @ 8,00 da Termini, arrivati a Praiano @ 17.30!
Forze, salite, sentieri e navigazione ci hanno consentito 40 km e 2400 mt d+!
4 partiti e 4 arrivati: Gus, Al, Cristian (type 1s) e Nicola (not a type 1)
In attesa di tradurre in un "appassionato" e "dettagliato" resoconto questo fantastico trail autogestito, anticipiamo alcune foto emblematiche


Percorso effettivo > 40 km • 2400 d+
Termini - Punta Campanella - Monte San Costanzo 497 slm - Marina di Cantone - Recommone - Torca 323 slm - Malacoccola 524 slm - Colli di Fontanelle 343 slm - Monte Vico Alvano 640 slm - Monte Comune 877 slm - Santa Maria del Castello 685 - Caserma Forestale - Monte Pertuso - Nocelle > Sentiero degli Dei - Convento di San Domenico - Vettica - Praiano

REPORT DE PAISA'
"Sole, Corbezzoli e Carrube … cosa chiedere di più?"
[Sole, sovere pilose e sciuscelle … che vvuoi cchiù?]
testo di Cristian Agnoli con licenze dialettali napoletane liberamente tratte

"Quanno 'ngrogna 'a Malacoccola, spuogliate e coccate!" ... ma "splendette" il sole sul cucuzzolo sorrentino.
E dunque si "partette", fiduciosi e speranzosi. Bel tempo assicurato, con il conforto del proverbio napoletano!
Confortati anche però dal preludio in convivialità: warm up gozzovigliante già dal briefing del venerdì sera a La Tagliata di Montepertuso, dove decidemmo di incontrarci … a metà strada tra Sorrento e Amalfi, rispettive basi dormitorio dei quattro aspiranti "paisaners" (ovvero "paisà and finishers").
Morigeratezza sopratutto nel consumo di alcolici, meno nelle libagioni, ma colpa nostra non fu. Quel brillantone dell'esercente "servette" antipasti e primi piatti a profusione.
Terrazza panoramica, ambiente piacevole, ottima qualità del cibo … come rinunciare a cotanta felicità per la nostra bocca?
E venne il giorno del Tor de Paisà e delle licenze dialettali napoletane di un veronese che il cuore spinse in terre lontane dal lessico sconosciuto a noi padani.
Con puntualità svizzera il bus da Amalfi "conducette" il buon Nicola in quel di Colli di San Pietro dove il resto della truppa "giungette" con un minuto di ritardo, fermati che ci fummo al forno del Girone per l'acquisto del delizioso pane cafone con cui deliziare le nostre fauci in itinerae.
Il SUV anno 2003 dei Paisà (gommato di fresco ma prossimo alla vendita, per pochi euri, sul mercato est-europeo) "arrivette" al limite estremo della rotabile da Termini per Punta Campanella e da qui, alle 7.56 tutto ebbe inizio.
La Cala di Mitigliano sulla nostra destra, uliveti e vitigni ovunque, inclusi quelli della riserva del famoso ristorante stellato michelin "Don Alfonso".
Ben presto le temperature miti ci spinsero ad alleggerire l'abbigliamento mirando l'isola di Capri, la cui vista si gode immensa dal faro di Punta Campanella.



Quella sagoma del Gus!

Seguì salita per "appeso" single trail immerso nella macchia mediterranea. Unico breve tratto che perlustrato non fu dal tracciatore … e ci perdemmo per impervia quanto audace via alpinistica che, grazie al decisionismo "grippiano" ci portò presto a intersecare il sentiero originale, tra rovi, rocce che spesso richiesero l'uso delle mani e di decisa prudenza.
Mai viste sulla Baia di Ieranto furon più suggestive e la fatica e la vertigine furon ripagate dal gioia nel cuore e negli occhi.
Conquistato che ebbimo il primo gpm di Monte San Costanzo (ma senza via crucis) scendemmo ora, seguendo i frequenti simboli bianco-rossi dell'Alta Via dei Monti Lattari 00, per tecnica e insidiosa pista monotraccia fino a Nerano. Cacciatori sul sentiero, con i loro cani scampanellanti. Vittime del fuoco amico non fummo, ma la lobby dei cacciatori potentissima è anche in questo angolo di Campania (altro che la Val Trompia!).
Per viscide e muschiose viuzze di paese, con l'apprezzato incoraggimento di alcuni simpatici abitanti del borgo, raggiungemmo quota zero sulla spiaggia di Marina del Cantone. Pescatori, barche e silenzio. Ma soprattutto le nostre "girls" ad aspettarci per foto e supporto.
Primo e frugale pit-stop, prima di infilarci nel sentiero per Recomonne attraversato che ebbimo il retro-cucina del locale ristorante sul mare.
Scenario incantevole e percorso "roulant" con vista sui Galli e altri isolotti minori.
La spiaggia del Recommone in inverno è più simile a una "discarica" ma per la stagione estiva tutto sarà ripulito e pronto a ospitare i vip sulla terrazza dell'ottimo ristorante fronte mare.
Da qui "iniziette" il tratto più ostico e selvaggio di tutta l'Alta Via. Sentiero immerso in fitta vegetazione, ripido, con rocce, pietre e muri a secco. Spesso si rese necessario l'uso di mani e bastoncini e la navigazione richiese occhio attento e vista aguzza onde non perdere la giusta via.
Non neghiamo qualche incertezza, ma alla fine otto occhi son meglio di due e fu così che superammo il tratto più complicato e il nostro "tor" prosegui da qui in poi senza intoppi nè indecisioni.
Il sole qui ci "concedette" una tregua … e per fortuna, perchè qui non osiam immaginare cosa voglia dire "trotterellar" con il sole allo zenith, magari d'estate.
Segnaletica … basica ma essenziale che sviluppa attenzione e senso dell'orientamento!
Indicazioni eco-sostenibili e a basso impatto ambientale.
Nei centri urbani occhio ai pali in cemento della luce. I simboli son tutti lì e guidano alla meta.
Pini marittimi, mirti, fichi d'india, olivi, alberi di carrube, corbezzoli … immersi corremmo nella fitta macchia mediterranea, a tal punto che spesso la pista monotraccia nemmeno si intravvedeva, talmente alti eran i ciuffi d'erba.
L' alta via 00 lambiva ogni tanto piccole proprietà private, orti e appezzamenti, ma rispettandone l'integrità.



Paisaners @ Marina del Cantone

Incrociata che ebbimo la scalinata per Marina del Rapone, e lanciato un ultimo sguardo all'isolotto di Isca, salimmo a passo "spedito" verso l'abitato di Torca. Due adolescenti stupiti osservaron il nostro incedere, qui più baldanzoso.
Il sentiero per breve tratto diventò "cloaca", a causa di un pozzetto delle acque nere che proprio sul pendio del sentiero andava a scaricare. L'olezzo avvertimmo nelle nostre narici, ma fu cosa di poco conto.
Su asfalto attraversammo il silenzioso ma attivo abitato di Torca ricambiando i saluti dei curiosi locali, poco avvezzi al passagio di trailrunners. Tal Vincenzo Miccio sulla sua Apecar non ci fu però d'aiuto alla nostra cortese richiesta di indicazioni.
La stanchezza gioca brutti scherzi e fu così che il nostro tracciatore scambiò un anziano del posto per uno straniero: "Are you a tourist" … Difficile fu trattenere le risate, ma fu l'arcigno vecchietto locale a indicarci poi la strada, con gesto e gergo inequivocabili, per arrivare " 'n coppa 'a Malacoccola".
Il tracciator per fortuna parlava non solo inglese, ma biascicava anche qualche parola "chiave" in dialetto napoletano.
La stradina in uscita da Torca si trasformò dunque in stradella di campagna con coltivazioni e orti ovunque. Contadini al lavoro. Cani che abbaiano, ma nessuno minaccioso. Quelli più cattivi, per nostra fortuna, legati trovammo a possenti catene d'acciaio.
Un escursionista a cavallo ci sorrise e noi ricambiammo.
Il sole tornò a splendere con forza, e così fece per tutto il resto del giorno: uno sprazzo di estate in questo novembre "pazzerello".
Tornò qui la strada a salire, con mangia e bevi in successione, fino a imboccar il ripido sentiero per il secondo gpm della giornata: 'a Malacoccola conquistammo non senza sforzo, ma come sempre, con meritato momento contemplativo in vetta.
Giù spediti verso i Colli di Fontanelle fino a incrociar la rotabile. Un po' di betume ci accompagnò, evitandoci però la strada principale, e riscoprendo vicoli e stradine vicinali poco battute.
Un po' sfilacciati procedemmo, richiamati dall'imminente "rifornimento volante" presidiato da Mitch, Cate e Cherubina al Parco del Principe.
Gioia e appetito … fu qui che consumammo con gusto il panino con mozzarella e prosciutto più buono del mondo.
Gus, che meditava da tempo il ritiro, venne "rimotivato" sia dagli incoraggiamenti dei compagni, sia dal portentoso effetto rigenerante che azzannare un simil paninazzo gli procurò (oltre all'effetto ben noto a noi imperfetti metabolizzatori di zuccheri della bibita prodotta dalla the Coca-Cola Company).
Baci e abbracci .. e ripartimmo!
Attaccammo così il terzo gpm di giornata. Con passo deciso, tra corbezzoli (buonissimi) e rumori vari da processo digestivo provenienti da più orifizi, salimmo ai 600 metri e più di Monte Vico Alvano. Il sole, a quest'ora, ci regalò temperature estive. Necessario fu bere molta acqua.
Uno sguardo alla tabella di marcia ci fece presto capire che impossibile era rispettare i tempi e la destinazione prevista. Ma preferimmo procedere compatti e uniti, sacrificando sull'altare dell'amicizia e della condivisione, il raggiungimento dell'ambiziosa meta amalfitana.
Straordinaria e immensa la via per Monte Comune. Spazi infiniti a ponente fino ad avvistar Capri e Punta Campanella. Impossibile ci parve così da lontano esser partiti.



Poco prima della vetta di Monte Comune (900 mt slm), a prima richiesta, una pausa contemplativa e ricreativa di concedemmo.
"Chi non è più capace di fermarsi a considerare con meraviglia e venerazione è come morto: i suoi occhi sono chiusi" [A. Einstein]Superate alcune recinzioni di pascoli tramite funzionali scalette in legno (al posto di tornelli e filo spinato delle nostre zone) un breve tratto pianeggiante su radura prativa ci accolse, per poi condurci in discesa, a tratti ostica, fino all'abitato di S.Maria al Castello. Cani, boschi, orticelli, odore di timo. Pausa caffè nell'unico bar-ristorante-merceria del posto. Servizio un po' lento (slow coffee?) ma cosa sono cinque minuti di attesa?
Con sapore di caffè in bocca, ci addentrammo per il sentiero di raccordo alla Caserma della Forestale. Il solito cagnolino minaccioso abbaia a più non posso. Da tre anni è sempre lì, ogni volta che qui corro, feroce ma innoquo.
La foresta cedua è tutta arsa da un recente incendio estivo che devastato ebbe questo piccolo paradiso di media montagna campana. Sopra di noi le splendide pareti "appizzute" della Croce della Conocchia. Peccato non avere gambe, energie, tempo e ore di luce per addentraci sulle alte vie.
Era ora di decidere il nostro destino, ma il dado da tempo fu tratto e l'opzione discesa per Montepertuso fu l'unica scelta opzionabile. Sui gradoni in cemento la tecnica discesista del Grippo "facette" la differenza e a lungo isso ci aspettò più in basso.
Qualche escursionista incontrammo, miracolo!
Ebbimo la gioia di godere della vista delle montagne "pertuse" da varie prospettive e con diversi gradienti di luce.
Per rotabile superammo l'abitato di Montepertuso fino a intersecare il sentiero per Nocelle, osservati dall'alto di un burrone da una capra ardita.
Entrammo dunque sul tratto "ufficiale" del sentiero degli Dei, supportati dalle conoscenze topografiche di Nicola.
Di un tramonto interminabile e di paesaggi incredibili godemmo, che dai nostri occhi si fissarono nelle nostre menti e nei nostri cuori.
Pragmaticamente decidemmo di scender per il sentiero nr 7 passando per il convento di San Domenico. Le lampade frontali accendemmo e la "pellecchia" indossammo.
Ritmo da "trekking urbano" ora. I primi casolari. Rumori nella notte, una stufa accesa, una voce che chiedeva "Sei Cristiano?". Ma qui c'era solo un Cristian e altri tre trailer scatenati.
Convento raggiunto e dunque discesa in scalinata di cemento. Vettica illuminata di notte con vie strette e irte. La costiera fu in vista.
"Allegriuti" dopo 40 km e 2400 "di più" giungemmo a Praiano. Non ci restò che aspettare l'autobus dopo l'acquisto dei biglietti alla rivendita locale.
Una birra in compagnia. Saliti fummo al volo sul bus, che a tutta birra ci portò a destino.
Raggiunto che ebbimo Amalfi, della cordiale ospitalità di Nicola godemmo. Doccia calda, patatine chips, birra a profusione …
Dopo sole, carrube e corbezzoli cosa chidere ancora? Nulla! Eh no … miei cari lettori … e il terzo tempo a ritmo di pizza dove lo mettiamo?
Fu così che per le ore 21 e qualche minuto, ai rintocchi del campanile di Trinità, "venette" il suocero a servirci ben 11 qualità di pizza (impasto totale con 2,3 kg di farina: la ricetta è però top secret)
pizza nr. 1 … un classico … margherita
pizza nr. 2 … l'antinfiammatoria … broccoli
pizza nr. 3 … la paleopizza … salsiccia di maiale sorrentino
pizza nr. 4 … romana special … porchetta di ariccia (tribute to gus)
pizza nr. 5 … sperimentale … gamberetti e pesto 
pizza nr. 6 … della casa … salsiccia e broccoli
pizza nr. 7 … semplice … alle acciughe
pizza nr. 8 … senza cornicione … prosciutto e ricotta
pizza nr. 9 … saporita … cipolla e pancetta
pizza nr. 10 … affumicata … provola e speck
pizza nr. 11 … con dolcezza … pizza e nutella

Alla fine della parata di pizze, "isso dicette: e 'mo che vvuoi cchiù?"
Meritato riposo donò loro 'o pizzaiolo.

Corsa in esplorazione, passo spinto, pizza, ricompattarsi, una birra in bottiglia, abbuffate, stanchezza, ginocchia doloranti, occhi stanchi, un sorso di coca cola, rutto libero, borse sotto gli occhi, guardarsi intorno, vesciche, sguardi d'intesa, unghie nere, mute frasi, sudore, consultare una mappa, puzza di cagnone, nuovi orizzonti, l'odore del mare, uno scatto in salita, pensare al ritorno a casa, downhill, i colori del tramonto, le piante orticanti, wilderness de paisà, la natura come madre, la fatica come maestra, la solitudine come risorsa, l'amicizia come valore, l'amore come punto di arrivo …
Questo è lo spirito trail che ci piace, quello umile. Tutto il resto è … rancore!
"Vai con Dio o straniero! Ma lieve sia il tuo passo. Le pietre che tu passeggi noi le abitammo piamente finchè non ci rapì con esse un misterioso improvviso richiamo!" (da una lapide sul sentiero per Punta Campanella)

Cristian, spero interpretando e sintetizzando le emozioni e i ricordi di Gus, Nicola e Alessandro.


10 righe dal Paisà Nicola >
Sensazioni a schema mooooolto libero:
Rumori: onde del mare, spari dei cacciatori, verso dei gabbiani, motoscafi in lontananza, cani (tanti), sibilo del vento, ancora cani.
Odori: odore del mare, rosmarino, una spezia che non mi ricordo......il timo!!,
Sapori: il mirto, il pepe rosso, i corbezzoli (buonissimi quelli!!!), la cioccolata bianca Ritter.
Immagini: il mare a picco, il vuoto davanti, la montagna afgana dietro, la sera che scende su Positano.
Sensazioni: solo una... qui sono nato e qui ritornerò, non c'è dubbio.
Grazie ragazzi. E' stato un sogno.
E la pizza a ruota è stata la degna conclusione del sogno.
P.S.: sto già studiando un nuovo percorso, dal Valico di Chiunzi (sopra Maiori) a Positano. E' l'altro pezzo dell'Alta Via, molto più selvaggio ed elevato (tra gli 800 ed i 1300). Ne riparleremo.

10 righe dal Paisà Cristian >
Atleticamente: perlustrazioni incluse, in due giorni ho corso 60 km, 3600 metri di dislivello, per quasi 13 ore. Le ginocchia un po' scricchiolano. Penso però di aver "tenuto" bene, nonostante una fase (oramai duratura) di scarsa "brillantezza" atletica conseguenza di un voluto periodo di scarico unito a inesorabile (?) logorio. E' vero che ho macinato km in bici, e che bene o male qualche corsetta ce l'ho infilata, ma la quantità, senza qualità e costanza non serve a niente, né atleticamente, né nell'indurre significative e durature modificazioni metaboliche e lipemiche. Quindi non posso che prendere atto di ciò e agire di conseguenza quando e se vorrò ambire a maggiori soddisfazioni e gratificazioni. Per sorridere alla fatica, bisogna allenarsi di più e meglio! Comunque la corsa in natura aiuta per lo meno ad intuire quanto la fatica possa essere qualcosa di meraviglioso e piacevole e per cui siamo naturalmente programmati!
Metabolicamente: i "lunghi percorsi" sono quelli che più mi affascinano anche dal punto di vista metabolico. Credo infatti sia sul lungo periodo che serva sapersi gestire. Fare attività fisica con il diabete per me è qualcosa di totalmente slegato dal concetto di "sfangarla". Non è dunque una prova dall'esito incerto, ma un ordinario esercizio di "consapevole" gestione in background, che può riuscire meglio o peggio, ma non crea stress (o meglio distress) o ansia, e ci porta a prendere decisioni rapide, pragmatiche e, soprattutto, efficaci alla pari di qualunque altro individuo dotato di normale attività celebrale.
Ma partiamo dall'inizio. Profilo basale: ho scelto di non modificare la basale determir della sera (12u h 21), rinunciando invece alla seconda iniezione diurna (quella delle h 12 di 9/10 u), come solitamente faccio quando mi trovo a stare parecchie ore sulle gambe e dove vado a sfruttare quella che io chiamo la "sinergia" tra insulinizzazione basale a attività fisica di endurance.
L'iperglicemia mattutina (216 mg/dl) è forse un po' conseguenza del cd "effetto alba" ma soprattutto di pasti iperlipidici e iperproteici cui capita di imbattersi ogni tanto che hanno strani e poco virtuosi effetti sull'assorbimento degli zuccheri. Ho avuto il "coraggio" di somministrarmi le 6 unità a copertura dei cho assunti a cena prima di coricarmi (h 23.50 glicemia 84) ma non la "lucidità" di puntare la sveglia tra le 4 e le 5 per completare l'onda "quadra" (in multiniettiva non si può programmare la penna: queste sono le volte in cui il microinfusore farebbe comodo, anche se c'è da dire che il 99% degli utilizzatori di microinfusore non avrebbe usato a modo la funzione: con 84 pompa spenta, un bel bicchiere di latte e 350 al risveglio. Io me la sono cavata con un 200. E lo affermo senza timore di smentita e a costo di far incavolare qualche diabetico permaloso).
Partenza dunque senza colazione (con il regime alimentare di questi giorni, cena inclusi, non ero certo in deplezione di glicogeno) con un rompidiugno rinfrescante in forma di mandarino appena mossi i primi passi e puntuali integrazioni nel durante, alcune anche consistenti (penso al paninazzo con coca cola del 20° km). L'impegno profuso mi ha consentito poi di gestire i circa 180 gr di cho assunti durante le 9 ore e più di attività fisica senza fare boli e mantenendo glicemie buone o più che buone, stabili e senza sbalzi penalizzanti.
Ho solo sopravvalutato il mio rapporto insulina cho nel dopo-attività quando mi sono gustato panino, birra e patatine chip (velenose per la glicemia almeno quanto lo sono per la salute!) Avrei dovuto utilizzare il mio attuale rapporto i:cho 1:12/13 e non portarlo illusoriamente a 1:18/20. Continuo, memore di un recente ma non più applicabile passato, a sovrastimare l'effetto che l'attività fisica provoca sul mio metabolismo nel post-exercise. Appena mi fermo, soprattutto nelle 3/4 ore successive, di fronte a un tipo di sforzo come questo, prolungato ma non intenso, non debbo modificare nulla, ovvero "bolarmi" normalmente, a maggior ragione se ho saltato la seconda iniezione di basale e mi trovo "a secco" di insulinizzazione.
Casomai godo di lievi benefici a partire dalla 5 fino alla 10 ora successiva. Poi tutto torna come prima. Non ho basi scientifiche per sostenere queste mie, ma solo "dati empirici". Ma mi bastano per sapermi comportare!
Mentalmente: buona compagnia, paesaggi fantastici, occhi vispi, mente aperta, gusto per l'esplorazione e amore per la fatica sono una miscela potentissima per accendere la felicità che ognuno di noi ha il diritto-dovere di provare dentro e fuori di sè!
Convivialmente: la luce negli occhi e gli sguardi di intesa dei 4 "paisà de noialtri" mi confermano due cose: 1) la ricerca della felicità ha la sua massima (anche se non sola) espressione nella condivisione; 2) il concetto di "salute" è ben più ampio e articolato di quello che pensiamo e non dipende solo dalla "diagnosi" ma dal modo in cui si affronta la "diagnosi".
Tre diversamente glicemici e un normoglicemico: tutti con i nostri piccoli, grandi problemi, legati alla nostra più o meno tormentata esistenza. Ma nessuna necessità di dimostrare niente, di gonfiare i muscoli o di ambire ad essere inseriti nel guinness dei primati. Solo voglia di continuare il nostro viaggio verso la meta più ambita: il ritorno a casa!


Wild Wild West ... Alta Via nei pressi di Recommone!


Terzo Tempo .... Ssst! Silenzio, parla la pizza!

***

ANTEPRIMA TOR DE PAISA'


Marina di Cantone (Nerano)

Data > 24 novembre 2012
Programma > venerdì 23 arrivi > sabato 24 on trail ... on tor > domenica 25 rientro


Vista su Monte S.Constanzo da Recommone

Percorso > definitivo salvo imprevisti
ALTA VIA DEI MONTI LATTARI + SENTIERO DEGLI DEI
Termini - Punta Campanella - Monte San Costanzo 497 slm - Marina di Cantone - Recommone - Torca 323 slm - Malacoccola 524 slm -
Colli di Fontanelle 343 slm - Monte Vico Alvano 640 slm - Monte Comune 877 slm - Santa Maria del Castello 685 slm > innesto Sentiero degli Dei
[opzione A > via alta 00 > Croce della Conocchia 1344 - Crocella 1002 - Colle S. Angelo 959 slm]
[opzione B > via bassa 02 > Capo Muro 1072 - Crocella 1002 - Colle S. Angelo 959 slm]
 Valle delle Cartiere > Pontichito 935 slm - Tavernare 463 slm - Pogerola 303 slm - Amalfi
[trasferimento a Termini e rientro da Amalfi in auto o con mezzi pubblici]

Lunghezza e dislivello: 40 km ca - d+ 2000 (da verificare)

Paisaners confermati
1. CRISTIAN AGNOLI
2. ALESSANDRO GRIPPO
3. NICOLA GARGANO (trailrunner veronensis)
4. GUS ZECCA

Referente >
Cristian Agnoli
Adesioni > contattando il referente (presidentissimo@diabetenolimits.org)
in collaborazione con ASD Veronatrailrunners

3T > pizza a ruota per tutti!
Alloggio > autogestito 

Filosofia > massimo spirito di adattamento, arte dell'improvvisazione, flash-mobbing, passo spedito (senza esagerare), sorrisoni sempre!