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Diabete Off-Road @ 2014 - Soave_Bolca 2014


DNL @ MTSB 2014 • 33k 1950 d+ • Soave-Bolca (VR) • 4 maggio 2014
[+ ritorno in bici]


Cristian "Issimo" Agnoli > FINISHER @ MTSB 2014
Con il crono di 3h44 e spiccioli, concludo in 13a pos. assoluta (su 145 classificati) i 33k x 1950d+ della gara "corta" @ MTSB 2014.
A seguire il mio report di corsa con tutti i relativi approfondimenti ... buona lettura!

LAST MINUTE TRAIL > testo di Cristian "Issimo" Agnoli, ditipo1, VR


"Ci vorrà il tempo che ci vuole ... nè più, nè meno!" ... con questo incipit fissato bene in mente (cit. del Signor Toro, puntata "Lavori in Corso", Peppa Pig ©) mi sono presentato all'ultimo minuto al via di questa "classica" del trail veronese. Ecco spiegato il titolo di questo mio ennesimo report per DNL.
Non potendo programmare gare se non nell'immediatezza causa lavoro e impegni famigliari, mi sono affidato al caso e all'istinto.
Corsi e ricorsi, corse e ricorse … sfruttando la "special relationship" con l'organizzazione della gara, ho utilizzato la wildcard concessami inaspettatamente e incondizionatamente e mi sono ritrovato, quasi a mia insaputa, per il terzo anno consecutivo al via di questo trail di provincia.
E' stata una settimana intensa, con allenamenti in notturna e diurna, talvolta a tutta, preso dalla foga della forma ritrovata, non senza qualche rasoiata in bicicletta sulla Torri-Bivio giusto per lacerare la mia fibra di ultraquarantenne. 
Con due figli piccolissimi mi sono concesso anche questo momento agonistico domenicale abbandonando il nucleo familiare dalle 5.45 alle 15.
"E' una spledinda giornata di sole", sempre per rifarmi a Peppa Pig .. cosa chiedere di più? A tutti piacciono le giornate di sole.
Ciò nonostante le piogge dei giorni precedenti hanno appesantito in alcuni punti il terreno, con fango e pozze. Anche qui roba da campione mondiale di salto nelle pozzanghere (titolo detenuto da Papà Pig ndr).
Non solo alle galosce, ma anche alle scarpe da trial, ho preferito una classica calzatura stradale, come nelle precedenti edizioni, ovvero le mie fidate Brooks Ghost.
Mentre sul mio rumoroso Iveco Massif di buon ora arrivavo a Soave ascolto ad alto volume The Argument dei Fugazi per darmi la carica. Subito dopo, al tg delle 7 di Radio 24, un prete intervistato citava papa Giovanni XXIII: "Bisogna riuscire a mettere il proprio io sotto i piedi, solo così si raggiugnerà la pace …". E giù di tormentate e fugaci pippe mentali introspettive di cui mi sono completamente dimenticato una volta entrato nella dimensione agonistica.
Alla MTSB sotto i piedi ho messo soprattutto chili di fango e tonnellate di presunzione non avvertita. A mia insaputa ho corso un po' più forte di quello che potevo permettermi.
Fango e pozze d'acqua appesantiscono scarpe e muscoli, ma la giornata di sole permette di distogliere lo sguardo dal terreno per ammirare le montagne circostanti: la mia amata dorsale Baldense, la Lessinia e il gruppo del Carega.
Sono partito cauto ma non troppo e una volta compreso che potevo rischiare qualcosa l'ho fatto. Poi forse mi sono illuso di poter reggere ritmi che pur essendo nelle mie corde non sono attualmente sostenibili dal mio motorino spompato.


(Foto sx) Intervista dopo gara prima del rientro in bici a 20" da Bolca a Soave (foto dx)


Gambe leggere, soprattutto nei tratti scorrevoli: da tempo non ricordavo una simile facilità di corsa. Il più del tempo corro solo, ma spesso inseguito da "cagnacci" che appena ti vedono in difficoltà, ti pettinano a dovere!
Non faccio in tempo a pensare che sto bene, che le gambe girano, che le ginocchia tengono, che la giornata è stupenda e perfetta nella gestione delle energie e … boom!
Inizia il calo, aggravato da un piccolo sbaglio di percorso intorno al 25° km: da leone a bradipo il passo è breve. L'errore di rotta non mi è costato più di un minuto, un minuto e mezzo, ma è avvenuto nel momento topico della gara e sicuramente non mi ha aiutato!
Raggiunto intorno al 30°k dagli amici Tor e Bros, impegnati sulla gara lunga, trovo un po' di conforto, ma fatico a reggere il loro passo in salita.
Soffro sempre il finale di questa gara, e così è stato anche questa volta: svanisce così mio obiettivo di chiudere intorno alle 3h30 (alla faccia del ci vorrà il tempo che ci vuole ....), che ai 2/3 di gara, quando lottavo per l'8° posto, sembrava raggiungibile.
Rallentato dall'esaurimento muscolare e da mancanza di "stamina", ma anche da un lieve malessere legato al malassorbimento di una barretta ai mirtilli che non avevo mai testato prima (mai fare esperimenti in gara, eppure …). Sicuramente ho risentito degli impegnativi workout settimanali, ma è evidente che il calo è anche una mia defaillance psicologica, perché poi all'arrivo sono fresco e lucido con ancora energie da profondere. Preferirei arrivare tappeto persiano e non mollare in gara … non lo dico tanto per la classifica o il tempo finale … è proprio un conto in sospeso che ho con me stesso, una mia debolezza che non mi piace avere … sorrido all'idea di avere qualche debolezza, e ci mancherebbe, ma non questa.
Il finale modificato, e reso più digeribile, per fortuna, concede tregua alle mie gambe stanche. Eccomi all'arrivo, redarguito dal giudice di gara per un pettorale non ben esposto. Lo speaker annuncia: "Numero 475, ah ma è Agnoli!"
Un apparentemente ottimo 13° posto assoluto (12° maschile) su circa 150 classificati. Va più che bene, per carità, vado a premio (in campo aperto e non nella nicchia autocompiacente di un campionato italiano, europeo o mondiale per atleti con diabete ... ma così è se vi piace), mi becco l'intervista … e chissenefrega ... ma ogni anno più lento ... "Ci è ho impiegato il tempo che ci è voluto, nè più nè meno!",- rispondo così allo speaker che mi porge il microfono.
C
i credo ancora però nel mio piccolo potenziale. Il 2014 lo dedico a comprenderlo meglio (ma non so se ci sia ancora molto da comprendere), per cercare di esprimerlo nel 2015.

Sbrigativo terzo tempo negando alla convivialità lo spazio che meriterebbe, ma la bipaternità anche questo comporta: Peppa Pig e ritorno veloce a casa. Scambio velocissimo di battute con alcuni amici/amiche tra cui Lisa Borzani vincitrice della 33km e prossima alla partenza per la Transvulcania.
Un piatto di pasta accompagnato da buona birra artigianale all'ottimo ristoro, e via in discesa verso Soave. Come? Su due ruote! Per garantirmi un celere rientro, sono ricorso alla mia bici pieghevole (folding bike) Dahon con ruote da venti pollici facilmente trasportabile sui furgoni dell'organizzazione fino all'arrivo posto ai 900 mt di quota di Bolca (sito archeologico di fama mondiale, ndr).
I primi 10 km ai 40 di media mi illudono (alla macchina in un battibaleno e senza fatica!), ma i restanti 20 anche se pianeggianti o in lieve discesa sono però caratterizzati da un forte vento contrario. L'assetto su questa minibici inoltre non è dei migliori e debbo sudare le proverbiali sette camicie per raggiungere l'auto a Soave, che ritrovo puntualmente parcheggiata e con tutto a posto, nonostante avessi lasciato il finestrino lato guida completamente aperto con il portafogli a vista. Quando nella distrazione, la fortuna ti assiste!
Il viaggio di rientro è come sempre un fissare in testa riflessioni e spunti. I miei pensieri sono rivolti agli sguardi, ai visi e alle espressioni del popolo del trial, oltre che alla mia faccia.
L'occhio pallato del malato di trail … iscrizione compulsiva a tutte le gare possibili, allenamento compulsivo, acquisto compulsivo di calzature, accessori, indumenti e attrezzatura specialistica.
Questi sono i classici connotati che rischiano di trasformare una passione in una dipendenza. La linea è sottile! Spirito Trail o Ossessione Trail … mah? Dilemmi amletici a parte, da cui mi faccio sempre coinvolgere troppo (come suggerisce il mio amico Tobia dovrei essere un po' più superficiale su questi aspetti e lasciar "scorrere" …) resta una giornata tutta "gambe e piè" sotto il sole di una primavera sbocciata all'improvviso: "forse non tutti sanno che maggio ha una virtù, di far sentir l'amore al canto del cucù!"
Alla prossima!

Metabolicamente … Pur non ricercando valori alti prima di una gara e avendo dosato con attenzione il bolo a colazione non ho registrato valori glicemici accettabili nel pregara. Avrei forse dovuto tenere una condotta più aggressiva nel pasto al risveglio, ma tutto sommato, se guardo a timing, quantità e tipologia di integrazioni e ai valori glicemici di fine gara, non sono poi stato così "terribile" nella condotta.
Ma i giudizi e le opinioni personali contano poco … parlano i numeri! Asintomatico o sintomatico, il cattivo compenso resta cattivo compenso, il buon compenso, buon compenso. E' una questione di approccio e di capacità di gestione di tutte o quasi tutte le situazioni metaboliche in cui ci veniamo a trovarci, previste, impreviste, piacevoli, spiacevoli, belle o brutte.
In questo, l'ho già scritto, credo di saperci fare, e il fatto di non farmi guidare "esclusivamente" dalle glicemie nelle mie scelte è una conquista che mi godo e che auguro a tutti di realizzare. Spero la glicata di prossima esecuzione renda giustizia al mio approccio e al mio buon compenso che "sopravvive, si alimenta e preesiste all'attività sportiva".
Here goes The Argument … cantano i Fugazi … Troppo sofisticato il rock alternativo della band americana … lasciamoci allora con una parodia sempre ispirata alla più elementare Peppa Pig: "Dai dai corri dai, sui Lessini vai, se un folle trailer avvisterai grida forte ahi!"