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MELL1TO BAKEKA 2007 - Stockholm marathon


Maratona di Stoccolma - 9 giugno 2007 - di Cristian Agnoli

S t o c k h o l m M a r a t h o n 2 0 0 7

Cronaca di una Maratona a Glicemia Controllata

di Cristian Agnoli

Quando nel gennaio scorso, mi iscrissi alla maratona di Stoccolma, pensavo tra me e me: il 9 giugno, mentre qui in Italia si creperà dal caldo, io correrò una bella maratona con temperature miti, ideali per una grande performance: Stockholm Marathon, il mio principale impegno agonistico AD (Anno Diabetico) 2007 – primo semestre.

Bene, mi sono ritrovato a Stoccolma con 29 gradi all’ombra e 33-35° sul percorso di gara…. Per carità, spirava a tratti una lieve brezza , e pure il tasso di umidità al 55% non era terribile, ma di certo non possiamo parlare di condizioni auspicabili.

Dopo tutte queste settimane ad allenarmi, seguendo piuttosto attentamente il “manuale” del perfetto maratoneta (a parte qualche divagazione sulle due ruote e sui diecimila in nome del binomio sport & diabete), profilassi diabetica inclusa, sono giunto a Stoccolma con l’obiettivo di ottenere il mio primato personale sui 42195 metri, correndo in 3h10 , tempo che secondo le varie tabelle degli esperti dovrei correre “con una gamba sola”…. così ti dicono quelli che hanno un motore più potente del tuo e la fanno facile …. io a dire il vero tanto facile non la faccio, ma le sensazioni delle ultime settimane erano buone e mi sentivo veloce, reattivo, magro, filante… e motivato.

Mi sono purtroppo dimenticato una regola del saggio runner ( … è la mia quinta maratona, la terza da diabetico!), cioè che con condizioni climatiche proibitive bisogna rinunciare ai sogni di gloria… take it easy direbbero gli anglosassoni, corri almeno 15/20 secondi più lentamente …. invece io ho corso testardamente come da tabella previsionale, a muso duro …. su andature vicine ai miei limiti in condizioni ottimali … cronaca di una crisi annunciata, ma anche di una gestione della crisi che mi ha permesso di concludere la competizione, di certo al di sotto delle mie aspettative e pure un po’ deluso, ma comunque con dignità…. E se termini con dignità ti resta la voglia di riprovarci ancora, correggendo gli errori e sperando in un po’ più di fortuna.

Ecco il racconto della giornata, incrociando sensazioni, profilo glicemico, dati cronometrici, note di colore. La sera prima della corsa ho ridotto la insulina lenta di 4 unità e ritardato l’orario di somministrazione. Non mi sono neanche bevuto una birra (e ho fatto male)… a letto presto…. Proprio vita monacale ritirata … La partenza è alle 14,00 quindi non c’è bisogno di levatacce.

Nonostante una cena ricca di carboidrati, la mattina rilevo glicemia a 68. Insulina rapida? No, grazie.
Colazione-pranzo 5 ore prima seguendo sempre il famigerato “manuale” …. pasta di grano saraceno, per evitare picco glicemico, con noci, mandorle e un cucchiaino d’olio di oliva… niente grana, niente burro…. pane e marmellata, una mela, del succo di frutta diluito, una tazza di caffè americano.

In tutta calma lascio l’hotel, con una bottiglietta d’acqua anti-disidratazione (sempre della serie segui il “manuale”…) e sfruttando la gratuità del metrò per i maratoneti (il pettorale valeva da biglietto ) mi dirigo in zona partenza.

Mi accuccio in un posto ombreggiato nel parco attiguo al ritrovo, un po’ in disparte, per stretcharmi, preparare le mie magiche bombe zuccherine, cospargermi di vasellina ovunque, assumere liquidi, rilassarmi, ricontrollare la tabella di marcia da tenere (sempre da manuale). A seguire, effettuo pure: il controllo glicemico (172), il mini riscaldamento di 10 minuti da effettuarsi anche con il caldo (… suggeriscono sempre gli esperti), qualche allungo. Sono a posto con la coscienza. Pure i mini allunghi…. Pizzolato, Albanesi e tutti i vari autori stra-letti da ogni praticante maratoneta sono accontentati!

Consegno il sacco gara e mi inserisco in griglia con la mia bottiglietta di bibita zuccherina. Concentrazione. Cappellino anti-colpo di sole… pure quello! Controllo glicemia a 20 minuti dallo start, 122, un po’ bassa. Assumo zuccheri e arrivo a 153 a cinque minuti dalla partenza. Pronti, via, il colpo di pistola un po’ a sorpresa, sono in griglia C, fortunatamente, e in poche centinaia di metri trovo già lo spazio per impostare il ritmo giusto (?): 1° km in 4,28, postura perfetta, rilassata. Seguo la bella sagoma di una svedesina che corre davanti a me con bel body due pezzi …. continuo fluido e non mi sembra vero. Tengo il passo dei 4h30 con facilità. A tutti i ristori bevo un bicchiere d’acqua e un sorso della bibita energetica ufficiale della corsa dal color rubino (che però mi sembra non avere grossi effetti booster …. e mi pento di non avere con me anche il terzo flaconcino di zuccheri).

Ogni tanto sorseggio la mia miscela esplosiva mescolata a destrosio che però volevo tenermi per la seconda parte di gara. Primo controllo glicemico al 9° km, 108, con successiva, un po’ anticipata, integrazione di carboidrati a rapida assimilazione.

Pubblico ovunque, abbastanza disciplinato, ottime band musicali per tutti i gusti, a sostegno dei runners. Confortante l’intermediò ai 10 km, poi tratto scorrevole vista mare (Riddarfjarden), il primo strappo sul ponte Vasterbron, impegnativo, che supero brillantemente anche grazie all’incoraggiamento di due ragazzine che mi urlano “You are very cool!” (trad. “sei strafico!”). Sottolineo il “very” e il fatto che fosse diretto a me…. ne sono assolutamente convinto…

Passo ai 15k un po’ in ritardo su tabella ottimale, ma erano i 5 km più duri, sempre in leggero falsopiano. Dal 15 al 20k, leggermente più piatto, le sensazioni di scorrevolezza e di essere cool non sono più confortate dal cronometro. Controllo glicemia: 85, capperi, un po’ bassina… e giù un’altra ampollina di carboidrati rapidi …. E mi sento un po’ meglio ma non così meglio…. Questa scompensazione doveva già suonare come campanello d’allarme. Il passaggio alla mezza è buono, 1:35,43 e mi sento ancora ok e mi dico “bravo Cristian!” vedi che non hai esagerato e che ti sei alimentato bene e sei in recupero. Ma dopo due km, all’imbocco del parco, con un tratto ondulato e assolato, crollo di netto con andatura che passa a 5 al km: solo l’inizio di un lento e inesorabile declino… già in calo al 23° km! Non mi era mai capitato prima e temo il peggio…. 19 km ancora all’arrivo… devo ridurre il passo e tirare i remi in barca, mi dico. Mi fermo pure a fare pipì, per alleggerirmi, e riparto più concentrato, dopo pochi secondi. Provo a restare sui 4,45 al km ma ci riesco solo per un paio di km in leggera discesa e comincio a sentire le gambe che non sono più reattive: per carità, niente fiatone, niente nausee, niente sensazioni particolarmente negative… semplicemente non vado come vorrei… il passo è sempre più breve e le articolazioni incriccate… ecco …. ora sì che sono pienamente consapevole della mia crisi: rinuncio anche al solo pensiero di poter battere il mio personale di 3h16… e rimurgino, sgrunt doppio sgrunt, sulla mia folle idea di provare a correre in tre e dieci… al 30° km passo in 2h19 e 49: arranco senza smorfie evidenti e comincio a venire superato di continuo…. mi impongo di rallentare ancora e non forzare per nessuna ragione al mondo.

Glicemia al 33° km, 118. Continuo nello sconforto tra una piccola integrazione di zuccheri (mi sono beccato pure un cetriolo offerto da dei ragazzini che immediatamente sputato, magari se me lo mangiavo ripartivo di slancio!), gradevoli docce vaporizzate, sorsi d’acqua e spugnaggi…. Gli ultimi km corro, se possibile, ancor più lentamente (al peggio non c’è limite)… non ha senso forzare e cercare di restare in scia di qualcuno… e nemmeno ci riuscirei.

Cerco solo le risorse residue e penso a tutti i miei bei discorsi su consapevolezza diabetica, accettazione del sacrificio, il piacere intrinseco della corsa, i benefici per la salute, la maratona come lezione di vita, la competizione come mezzo ideale per accrescere l’autostima e la socializzazione… Per fortuna che c’è sempre qualche bellezza locale che strilla e incita….. ma abbozzo solo timidi e forzati sorrisini dal mio viso tirato (credo che brucerò tutte le foto che mi saranno eventualmente inviate!). È sempre sconcertante come cambino espressione e fisico di un maratoneta tra l’inizio e il fine gara … Mancano 2 km e sono continuamente superato da maratoneti che pensavo a metà gara non potessero reggere il mio ritmo…. Sono però ora più tranquillo e pacato, la delusione la sto pian piano metabolizzando e ci rido un po’ su dalla disperazione … corro per finire almeno sotto le 3h30 …. magra consolazione. L’ingresso nel vecchio stadio olimpico è liberatorio, ma non così esaltante come mi aspettavo. Il fondo della pista fa rimbalzare le mie gambe appesantite fino al traguardo… mi lascio sprintare da chiunque volesse farlo ... nessuno stimolo per accelerare… solo, e non è poco, la soddisfazione di concludere…. senza finire disteso, sfigurato, distrutto. Mi sento stanco ma ancora con la mente lucida, deluso ma non incavolato … riesco a scendere le scale senza crampi o dolori, mi sono preso la mia maglietta Finisher e la medaglia, ho scambiato impressioni in numerose lingue straniere con diversi altri partecipanti e per finire mi sono concesso pure una birra fresca dopo una mezz’oretta di relax sul prato ombreggiato….

W la maratona! In corsa ho pensato di tutto, che non mi sono allenato bene, che dovevo mangiare più pasta a colazione, che ho sbagliato integratori, che mi sono sopravvalutato….. che è meglio se mi do una calmata…. poi ho guardato il termometro nella zona arrivo alle h 17,30 segnava 34° gradi, ho rivisto il counter all’arrivo che diceva 765° in 3h28:33 e ho capito che forse dovevo essere soddisfatto di quello che ho fatto…. e che i rimpianti non servono a nulla.

A conforto di ciò, anche il fatto che 3500 persone su 17500 iscritte, hanno rinunciato a partire (ma l’organizzazione garantiva per il caldo eccezionale l’iscrizione gratuita per il prossimo anno) e 1880 si sono ritirate.

Nessun caso grave da disidratazione, però io le sirene delle ambulanze le ho sentite più volte … ci sono stati 8 ricoveri in ospedale: 7 per disidratazione, 1 per frattura , nessuno per coma diabetico…

Avrei potuto scrivere un resoconto di una giornata più fortunata, in cui magari facevo il mio personale e mi sentivo sul tetto del mondo…. Invece ho preferito parlare di una giornata negativa o sfortunata (dal punto di vista della prestazione atletica, intendiamoci…) Nessuno vuole farne un dramma… chi corre sa quanta fatica, ore di allenamento e determinazione ci vogliano per concludere questa distanza.

La glicemia si è rivelata abbastanza buona anche se forse un po’ troppo bassa ad 1/3 di gara…. Ma il sole mi causa sempre una tendenza all’ipoglicemia… comunque avevo dotazioni zuccherine in abbondanza. A fine gara la glicemia era 68 ma gli ultimi quaranta minuti non avevo più nemmeno la forza di pensare alla glicemia.

Niente da fare: qualche volta le cose non vanno come ci aspettiamo … bisogna, anche tardivamente, rendersene conto e agire di conseguenza e saper ironizzare e ridere delle proprie piccole sconfitte e delusioni personali ... la vita ci riserva quasi sempre una seconda chance ...

Ci riproverò in autunno: il 21 ottobre sarò ad Amsterdam e certamente caldo non farà. Vedrò di farmi trovare pronto, in forma, ben compensato e il clima spero questa volta non mi sia avverso…. Ma lo saprete dal mio ennesimo resoconto. O magari qualcuno si vuole aggiungere?

Ecco i miei contatti:

Cristian cell. 3474436981
chretien@alice.it
chretien@diabetenolimits.it
www.diabetenolimits.it

Il mio personalissimo cartellino di gara:

1603

Name Cristian Agnoli

Born 71

Group Män

Team/Country Italien

Position 765

Time 3.28.33

Gross time 3.28.53

Average pace 4.56/km

Distance Total time Lap time Pace Pos

5 km 0.22.25 22.25 4.28/km 773

10 km 0.46.35 24.09 4.29/km 708

15 km 1.07.49 21.14 4.35/km 658

20 km 1.30.50 23.00 4.36/km 596

Half marathon 1.35.46 4.56 4.29/km 577

25 km 1.55.01 19.15 4.56/km 599

30 km 2.19.49 24.48 4.57/km 588

35 km 2.46.41 26.51 5.22/km 604

40 km 3.15.31 28.49 5.45/km 687

Finish 3.28.33 13.02 5.56/km 765