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MELL1TO BAKEKA 2008 - Milano City Marathon


Pagani Pierluigi, Bergamo, DM1 dal 2001, classe 1969, in microinfusione, ci scrive:
 
Buongiorno a tutti. Proprio ieri un runner diabetico mi ha parlato di voi. Oggi mi sono iscritto alla vostra/nostra associazione. A me piace scrivere, ma solitamente non diffondo ciò che scrivo.
Ho deciso di cominciare a farlo nel qual caso riuscissi a stimolare chi magari, a causa di qualche patologia, si sta lasciando andare.
Succedesse anche solo con una persona sarebbe una grande conquista (soprattutto per l'altra persona). Dal poco che ho letto la vostra filosofia.
In allegato la mia Milano City Marathon, articolo che ho pubblicato sul sito dei Runners Bergamo, mia società di appartenza. Articolo che ha scatenato interesse. Se può servire, pubblicatelo pure.
A presto su qualche campo di gara
Pagani Pierluigi
Gipagà

 

 

Milano City Marathon, 23 novembre 2008

La mia prima “grande” maratona

di Pagani Pierluigi - Gipagà

 

Guardando dal finestrino vedo questi palazzoni di periferia che riconoscerei senza ombra di dubbio: l'architettura di queste metropoli è inconfondibile.

La possibilità di guardare il paesaggio urbano che mi circonda mi è regalato dal treno... piacevolmente riscopro questo mezzo di trasporto (nobile sarebbe dire per favorire l'ecologia, ma in realtà è solo per raggiungere agevolmente la città di Milano, che, diversamente, presenterebbe problemi di viabilità e parcheggio per chi la raggiungesse in auto).

Sempre rilassato sul mio comodo sedile, che niente ha a che vedere con i vecchi poltroncioni degli scomparti dei lugubri vecchi treni grigi delle FS, guardo il display del mio microinfusore di insulina. Tutto ad un tratto mi ricordo di essere diabetico. Talvolta lo rimuovo, soprattutto dopo un una prestazione sportiva di lunga durata... talvolta lo rimuovo perché non mi sento diverso, solo devo avere un po' di attenzioni in più di prima.

Tornando al mio display sto guardando il grafico che mi indica l'andamento glicemico della mia maratona. E' si, oggi, anche per un diabetico, è tutto molto più facile. Corro mantenendo collegato il microinfusore di insulina che mi permette di partire con livelli glicemici “normali” e inoltre mi consente di apportare piccole dosi di insulina durante la corsa evitando così insorgenze anomale di acido lattico. Ma la vera rivoluzione è l'applicazione, almeno durante e successivamente allo sforzo fisico, di un sensore, collegato a raggi infrarossi al microinfusore, che mi consente di visualizzare in tempo reale il livello glicemico, evitando così la continua paura di finire in uno stato di ipoglicemia preoccupante (l'ipoglicemia mal avvertita può portare a stati di incoscienza con obbligatori interventi di ripristino del livello glicemico che possono lasciare strascichi pesanti nelle ore successive).

 

...anni fa guardavo con invidia chi correva le maratone. Io a malapena finivo le mie corsette di qualche chilometro, campestri-su strada-in pista a seconda della stagione. Già sognavo un giorno la mia maratona, e già sognavo un tempo per realizzarla. Ben consapevole delle mie possibilità e, sapendo bene la fatica di un maratona, il muro delle 3ore e 30 minuti mi sembrava un sogno. A distanza di anni, alla maratona di Milano 2008 è il mio obiettivo. Solo una settimana fa ho stabilito il mio nuovo limite nella mezza-maratona 1ora e 31minuti (avrei dovuto correrla più piano in vista della maratona della settimana successiva, ma stavo bene e fondamentalmente corro perché mi diverto e mi sono divertito come un matto perché rallentare?). Al 35° chilometro della mia quinta maratona, stavolta ben preparata, sono ampliamente sotto i tempi stabiliti. Proiezione finale 3ore e 15/20minuti. Purtroppo accanto a me corrono anche i miei fantasmi. Il diabete ti obbliga a non apportare esageratamente carboidrati nel tuo fisico, sia nella fase di preparazione sia durante l'evento. Ma il maratoneta deve ben alimentare i sui muscoli ed il suo fisico: 42chilometri e 195metri sono tanti. Al 37° chilometro lo stomaco va in tilt, ma la testa è forte. Dopo la sosta obbligata riparto. Sotto il Castello Sforzesco dove è posto l'arrivo passo il 3ore e 34 minuti, comunque un gran bel sogno. A stento trattengo la commozione. Memore di quanto ho sofferto pochi minuti prima, giuro che non correrò mai più distanze così lunghe. Ma al quarantaduesimo chilometro potreste strappare qualsiasi dichiarazione ai maratoneti sconvolti dalla fatica...pochi minuti dopo, guardando l'architettura di questa Milano che mai si concede totalmente, penso già alla mia prossima maratona.