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TRIMELLITO • 2015 - CREMONA TRIATHLON XC


MARCO MANGIAROTTI @ CREMONA TRIATHLON XC


Qui on line un articolo del nostro Marco sulla sua vittoria al Triathlon Cross Country di Cremona del 22 marzo 2015
(1k nuoto, 20 km MTB, 9 km corsa campestre)
 e alcuni necessari chiarimenti sull'eco-mediatica del risultato e sui toni "melodrammatici" apparsi su alcune testate giornalistiche ...
in particolare sulla Gazzetta.

"MANGIAROTTI FIRST ...
La vittoria di un tipo qualunque?
"
testo di Marco Mangiarotti rieditato dal Presidentissimo

Incipit Presidenziale
Mai titolo fu più ad hoc... infatti per una volta è un "first" che non serve per uno slogan emozionale (Mind First, Remind First etc etc) ma per parlare di un "primato" punto e basta. La "purezza" del risultato ... primo posto!
Bravo Marco, che ora qui ci racconta come è andata la gara, come si è gestito e anche un po' come la pensa su alcuni argomenti cari a DNL.
Ci chiediamo se sia più duro arrivare nelle prime posizioni di una gara o far scrivere ai giornalisti quello che vorresti veramente esprimere.
La frase finale dell'articolo sulla Gazzetta Lombardia è efficace, ma non so quanti dei nostri colleghi (tipo 1, atleti, medici, etc.) abbiano realmente compreso il senso di quel "fare sport per un diabetico non è più un'impresa …"
Sempre meglio raccontare la verità: è la cosa più facile da ricordare ... !
Qui di seguito, Marco lo fa!


Il 22 marzo ero impegnato in casa a Cremona per il primo triathlon della stagione.
La gara era organizzata in parte anche dalla nuova società per cui corro quest'anno e da un mio amico nonchè delegato Fitri della Lombardia.
Naturalmente era adattissima a me, e nonostante un discreto parterre (almeno 5 atleti più forti di me o almeno al mio livello), son riuscito a fare la gara che volevo, con una buona frazione in MTB e a piedi, vincendo per distacco, e anche abbastanza pesanti...

Atleticamente e metabolicamente > La sera prima della gara ero nervosissimo, sentivo la gara un casino. Ci tenevo, vista la lista dei partenti, sarei stato contento se arrivavo nei primi 5, ma fuori dai 10 sarebbe stata una disfatta...quindi dovevo fare bene, era una gara adatta a me, in casa mia, nella piscina dove mi alleno di solito, era l'occasione per fare una bella prestazione, con i miei amici nel pubblico e i miei bimbi alla premiazione...un po' credevo anche di poter provare a vincerla...ma doveva andare proprio tutto bene, e magari qualcuno doveva essere un bel po' più fuori forma di me...e ancora meglio se il meteo mi dava una mano: sono abituato a fango e pioggia, mi trovo a mio agio.
Proprio prima di cena mi arriva la telefonata di un giornalista che mi vuole intervistare per una testata sportiva locale...chiudo l'intervista pronosticando una mia buona prestazione in caso di pioggia. Naturalmente tutto ciò ha aumentato la tensione...a cena e durante la notte le glicemie sono buone circa 150 dopo cena e poi 100 o anche meno la notte...la mattina ho la glicemia abbastanza bassa, ma ho dormito malissimo, ero troppo agitato. Così mi alzo alle 8.00 con un po' di cervicale, stomaco chiuso etc...il tempo è pessimo, piove fa freddo…bene!
Colazione con 50gr di carboidrati (yogurth pane integrale tostato burro marmellata the zuccherato con limone e 6 unità di bolo)… la colazione non è il massimo per indice glicemico, ma mi sento meglio, la glicemia sale, ma sale troppo, la tensione prima della gara gioca sempre brutti scherzi.
Arrivo prima della gara con glicemia intorno ai 250.
Dato che prevedevo di stare sotto 1h.45' di gara (1000m nuoto, poco meno di 20km MTB, quasi 9km a piedi), non ho voluto complicarmi la vita con il sensore glicemico, micro etc. etc...così son partito senza niente, ho preferito fare "alla vecchia maniera" (o alla Presidentissimo se preferite), agile come faccio negli sprint (quando li faccio).
Glicemia poco prima di partire (200), un po' di insulina per garantire sufficiente apporto durante la corsa (2 unità 2h prima, ma se non avessi avuto glicemie sopra i 200 me ne sarei fatta solo una) e un succo di frutta venti minuti prima della partenza (25g CHO).
Con questo mix in 2h di gara intense la glicemia già abbastanza alta rimane più o meno  così…difficile che scenda...
Si parte. I primi 50m della frazione in acqua sono un continuo digerire...poi ho rotto/rutto il fiato, e mi metto in scia a chi nuota solitamente meglio di me.
Non ho bisogno di forzare per niente, anzi, mi sembra di andare un po' troppo piano rispetto ai miei riferimenti...ma saggiamente mi faccio trasportare per tutti i 1000m conservando le forze per le frazioni successive...esco dall'acqua in una discreta posizione, nonostante piova e ci siano 10°C, avevo già deciso che avrei fatto le frazioni successive al nuoto, senza cambiare il body usato a nuoto. Metto la maglia da bici a maniche lunghe e comincio la frazione in mtb...ho freddo solo per i primi km ma il cambio veloce mi fa guadagnare una decina di posizioni. In bici in un paio di giri mi porto in testa ed insieme al ragazzo che poi arriverà secondo, mi alterno per cercare di mettere più distacco possibile sul terzo e sugli altri inseguitori.
La collaborazione funziona bene, il fango mi agevola rispetto agli altri concorrenti così arrivo in zona cambio in prima posizione. Ringrazio il mio passato da biker.
Parto per la frazione a piedi, con subito dietro il mio compagno di fuga, il terzo è staccato di quasi un minuto. Comincio moderato, faccio i primi 2km senza spingere troppo, in questa fase di solito mi partono fitte al fegato e crampi addominali se ci tiro dentro.
Arrivo al giro di boa e scopro stupito di aver preso giù un discreto margine, so di non essere al top a piedi ma non sento fitte o dolori particolari, quindi provo ad accelerare, così al 5°km ho acquisito un bel vantaggio sul secondo (circa un minuto).
Nel terzo giro non voglio mollare ma nemmeno esplodere, non c'è bisogno, così cerco di gestirmi con una corsa tirata ma senza fuorigiri su salite etc.
Arrivo da solo sul traguardo con più di 1'.30" sul Stefano Davite (secondo) e più di 2' su Luca Molteni, Marco Saia e Davide Ballabio (nell'ordine e tutti atleti molto forti nel triathlon off road).
Dietro di loro arriva anche Isacco Andrenucci... non l'avevo mai battuto... sicuramente non era al top della forma, ma per me è comunque una bella soddisfazione.
Dopo circa 15' mi riattacco il micro mi faccio 2 unità al volo, vado in doccia dopo altri 20' e mi provo finalmente la glicemia...sotto ai 150...
Non sono neanche troppo affaticato, di solito dopo la frazione a piedi arrivo sempre finito, in questo caso ho corso in controllo senza fuori giri e mi sento ancora bene, no crampi etc.
Solo la schiena a pezzi per la spinta sui pedali della MTB, sono indietro con la condizione e mi mancano i muscoli dorsali...
Vincere a Cremona è stata una bella soddisfazione, anche perchè ad onorare l'impegno c'erano almeno 6 o 7 atleti degni di vincere la gara.
Non è stata certo la mia migliore prestazione di sempre, ma ogni gara ha una storia a se e stavolta è andata bene a me...Sono stato contento anche per la mia nuova squadra, il K3 triathlon, siamo tutti abituali compagni di allenamento, di prese in giro etc.
La prima gara dell'anno vinta da una squadra appena nata che ha come primo scopo quello di promuovere il triathlon con bambini e ragazzini (che hanno corso la mattina poco prima della ns partenza) è stato proprio un bell'avvio di stagione.
Non credo abbia avuto estrema visibilità ma almeno a livello locale gli organi di informazione hanno sicuramente sottolineato l'evento.

Mediaticamente e melodrammaticamente … > Tre settimane fa ho rilasciato una intervista al telefono  al giornalista che scrive sul quotidiano di Cremona raccontando la mia storia di atleta con diabete di tipo 1… da quella il passaparola che ha parzialmente distorto le mie dichiarazioni adattandole più o meno a seconda della testata o del quotidiano.
Pensate che l'ho anche richiamato assicurandomi che avesse capito bene il senso delle mie parole …
Riporto testualmente quanto sottolineatogli:"quando scriverai l'articolo per la Provincia, immagina che poi venga affisso nella sala di aspetto del centro diabetologico"..."non scrivere nulla a riguardo della comunità medica... cerca di sottolineare la normalità di fare sport anche con il diabete e quanto, dopo un po' di pratica, questo semplifichi la gestione della malattia"...
...almeno su La Provincia (quotidiano locale) che potevo in qualche modo controllare, l'articolo forse è uscito un po' più coerente...cercando di trasmettere il giusto messaggio e rispettando anche la comunità medica, ma poi tra siti web etc. un po' tutto è stato "manipolato" e "melodrammatizzato" oltremodo.
Chiedendomi l'autorizzazione, l'ufficio stampa della mia squadra ha "approfittato" della situazione e cavalcato l'onda "sport e diabete" e così l'intervista che ho fatto con "la Provincia" è stata estesa ai vari siti di triathlon e per finire anche alla Gazzetta. Ho anche suggerito al giornalista dell'ufficio stampa della mia squadra: "per documentarti, vai sul sito diabetenolimits", là troverai notizie su di me e su chi il diabete lo affronta nel modo corretto …"
Non sono stato contattato invece da nessun giornalista della Gazzetta: si sono limitati ad estrapolare un po' di cose da internet (foto comprese) ed a metterle giù nel modo più mediatico e drammatico possibile...

Lascio a imperitura memoria gli articoli più importanti...in alcuni ci sono parecchie imprecisioni ...
LINK 1
LINK 2
LINK 3
LINK 4

La Gazzetta, in particolare, mi ha messo tra "i casi umani", sbagliando molti dettagli (anche su Redgrave) dimostrando estrema superficialità nel raccogliere informazioni...in pratica hanno scopiazzato a destra e a manca, prendendo roba da internet senza verificare o contattarmi.
Purtroppo ciò che avrei voluto comunicare è stato un poco distorto, ma è difficile gestire queste cose...Son certo però che il valore assoluto della prestazione abbia trasferito il concetto che il diabete non è un limite, e sono certo che nonostante il modo (melo)drammatico ed eccessivo con cui è stata raccontata la mia "intervista", qualche diabetico abbia avuto una conferma assoluta su ciò che con il diabete si può fare ed ottenere...sottolineo l'importanza della parola assoluta, poichè troppo spesso, per non dire sempre, si tende a distinguere l'atleta con il diabete e le sue prestazioni, dall'atleta...è ora che la piantino, medici compresi, lo sport diabete o no deve essere vissuto con spontaneità, certamente consci del proprio problema, ma consapevoli che con un po' di precauzioni, attenzione ed esperienza, le proprie potenzialità possono essere espresse al 100%...per non parlare dei benefici che porta al diabetico una vita da "sportivo".
Amen. In ogni caso un po' di stimoli son stati dati...io credo e spero che chiunque legga l'articolo possa cogliere almeno la purezza del valore assoluto della prestazione...quella non può essere fraintesa...arrivando a far capire quindi quanto sia normale fare sport o raggiungere il limite diabete o no...è ovvio che oggi a pranzo i miei amici in piscina mi abbiano preso in giro pronosticando una mia intervista a Pomeriggio Cinque o dalla D'Urso!
Ma loro possono prendermi in giro, sanno bene che al massimo in bici possono ciucciarmi la ruota, diabete o no...
Le persone mediamente intelligenti e consapevoli (che sono la maggioranza … ci auguriamo) il messaggio lo capiscono, speriamo che arrivi correttamente anche ai più polemici... possibilmente anche a quei medici che ancora, per ignoranza e comodo, sono timorosi nel proporre lo sport a chi ha il diabete tipo uno, o ai genitori insicuri o poco informati su sport e diabete.
Ai giovani diabetici secondo me non c'è bisogno...i ragazzini che io ho visto, sono talmente naturali che se dietro hanno una famiglia che crede in loro son pronti a provare (la "sfida" è per i genitori che sicuramente vivono la malattia dei figli, in modo molto protettivo, ed è naturale ed ovvio che sia così)...basta non instradarli nell'errato schema culturale...devono sapere e credere che loro figlio non ha alcun limite!
Questi discorsi però sono delicati ed è impossibile, anche solo scrivendo "in punta di tastiera", non pestare i piedi a qualcuno o essere infallibile, infraintendibile, giusto in modo assoluto...
Impossibile non essere fraintesi ... e poi adesso con i socialnetwork non è più finita ... se fai un'affermazione fuori dal coro inizia la caciara più assurda ... per questo pubblichiamo sul sito DNL semichiuso, perchè se lasciamo postare a tutti le proprie idiosincrasie è la fine.
Una piccola storia di ordinaria utilità … almeno speriamo: stasera a cena mi ha chiamato quel mio amico che mi passò la rivista con su Redgrave quando mi diagnosticarono il diabete...anche lui ex buon sportivo e triathleta occasionale. Il figlio del suo capo ha 8 anni, da un mesetto gli hanno trovato il diabete tipo uno... il mio amico, sta passando al suo capo tutta la sfilza di articoli di questi gg…so che albo saprà farglieli comprendere correttamente... Per me questo è già abbastanza, sapere che almeno uno farà tesoro delle mie esperienze "no limits", è sufficiente a giustificare tutto questo chiacchiericcio, anche se altri cento ignoranti lo fraintenderanno.

Empaticamente > Avrò pure vinto una garetta (un po' del c... diciamoci la verità), i quasi 40anta non me li sento, ma arrivano lo stesso...ormai sono cronici torcicollo, schiena incriccata, saccagnata dalle scale per portare a letto i miei bimbi addormentati (mia moglie si da da fare più di me anche sotto questo aspetto a dir la verità....)...per non parlare quando provo a tirarci dentro a piedi...è una vera mazzata ci metto almeno 3 gg per ripartire con una corsetta decente...sono fortunato perchè le articolazioni reggono, ma ultimamente il piacere del fitness (nuotatina, corsettina senza impegno, MTB tecnica ma non estrema etc. etc.) sta litigando con il mio genetico, sanguigno, MAI DOMO ;-)  bisogno di agonismo.

Sensorialmente > Mi preme evidenziare che ognuno deve gestirsi come meglio crede in base alla propria esperienza ed alle tecnologie che ha a disposizione: ci sono casi in cui se si è abbastanza esperti, misurarsi la glicemia è superfluo, altre volte impossibile (in acqua), altri ancora in cui per ragioni di tempo è incompatibile con i propri obbiettivi (triathlon olimpico, gare brevi e tirate etc. etc.)
Ma, se si ha la possibilità di conoscere il proprio valore glicemico, trovo sia meglio conoscerlo. E' chiaro che se non è necessario, non misurare la glicemia viene da sè... ognuno conosce se stesso meglio di chiunque altro...
Trovo che il sensore sia fantastico, soprattutto nella vita di tutti i gg...è molto comodo... quando spingi in gara non pensi al diabete...durante una gara se monto il sensore (non lo faccio sempre poichè si stacca molto facilmente), trovo il tempo ed il modo per guardare la glicemia, sì e no 5 o 6 volte in due ore...giusto per assicurarmi che tutto stia andando come penso...non mi capita quasi mai di pensare al diabete, penso ad andare, ma sono consapevole che per farlo al meglio non devo incorrere in errori alimentari etc.
Stimolato dal camp DNL di Ottobre durante l'inverno ho fatto qualche esperimento sulla corsa la mattina a digiuno. Tutto serve e arricchisce il nostro bagaglio di esperienze e poi uno al bisogno le utilizza, se adatte, anche il giorno della gara.
Non mi sento assolutamente dipendente dal sensore, ma garantisco che come è per il microinfusore, trovo questi ausili migliorativi per la vita di un diabetico tipo uno...sarà che sono un ingegnere ma penso che se esiste un ausilio tecnologico che da maggiore comodità, libertà (sono comunque libero di non usarlo) e serenità, è sbagliato non approfittarne per questioni di principio...
Il sensore è stato sicuramente necessario per capire come affrontare un triathlon olimpico negli anni iniziali...ora è utile perchè può aiutarmi a prevenire la giornata anomala in cui per disidratazione o digestione anomala etc. le risposte glicemiche si alterano in su o in giù rispetto allo std...in ogni caso se posso lo uso...Ed ho un sacco di idee tecnologiche per migliorare gli strumenti attuali, ma penso di aver sufficientemente chiarito come la penso a riguardo...
Inoltre, riuscire a trasmettere le proprie esperienze in modo genuino non è facile, impossibile sui normali mezzi di comunicazione...ho imparato a mie spese che tirano solo i drammi umani in stile Verissimo, ma se si ha la fortuna di poter emergere, in una disciplina sportiva in modo assoluto (sottolineo la purezza della prestazione assoluta che non può essere messa in discussione...io ho sempre e solo cercato quella), credo sia sbagliato non approfittarne per dare una scossa a chi si pone un sacco di domande e dubbi sulla propria condizione. 
Sono molti, penso a me stesso agli esordi del diabete, e a quanto mi abbia aiutato conoscere la storia di Redgrave (che per inciso ha vinto l'ultima delle quattro medaglie olimpiche da diabetico type 1, ndr), o di Gary Hall Jr, ed alla fame di informazioni che avevo allora, alla ricerca di continui riferimenti su internet, per capire di più su quello che mi era capitato e su cosa aspettarmi.
Non voglio certo accostarmi ai due plurimedagliati olimpici ma sono ottimi esempi.
Condanno fermamente tutti quelli che fanno della propria condizione un alibi per non buttarsi o una palla al piede di cui vantarsi se nonostante il problema riescono a cimentarsi in qualsivoglia disciplina con annessi e connessi (ma in questo lascio al presidentissimo il j'accuse) …
Io corro per me stesso, perchè mi piace l'agonismo e perchè so che mi fa stare bene... se poi mi riesce anche bene e posso raggiungere anche con (o nonostante il) "melodramma" quelli che, come me agli esordi, sono alla ricerca di esperienze esempi e risposte, mi sento in dovere di farlo, in questi ci metto anche i genitori dei più piccoli (naturalmente preferisco la verità al melodramma ma pare che anche impegnandosi, sia impossibile, è più forte di loro, i giornalisti nascono drammaturghi, funziona così)...non è presunzione, quella ce l'ho quando corro davanti a tutti... (W la sana presunzione! W la purezza della prestazione! W la verità, è la più facile da ricordare! ndr)

Mangiarottianamente ... > Aggiungo "due" cose per inquadrare meglio il mio credo:
Credo che il sensore CGM da me adottato (e correttamente utilizzato) funzioni benissimo: centra sempre il valore glicemico rispetto a quanto rileva il glucometro e rispetto a come mi sento, piatta, crescita, discesa etc. e se non si stacca dura fino a 6gg...ma credo che il design, l'ergonomia, le modalità di applicazione siano antiquate, pessime e volutamente non aggiornate (esempio: interazione con altri dispositivi come smartwatch cellulari internet web etc. etc.)
Credo nel mio (non nuovissimo) Garmin Forerunner 310XT, utilissimo per le ripetute i fartlek e per non perdermi quando in MTB vago solitario per sentieri sconosciuti.
Ma soprattutto credo in Pantani e nel suo modo di correre, libero senza condizionamenti, interpretando la gara a sensazione, No cardio, No computerino, solo esperienza, istinto e spettacolo. Non ho praticamente mai montato un computerino (ora si chiama GPS) e la fascia del cardio è perennemente stesa in doccia, si lava, si asciuga, si lava, non la uso mai...
Ci sono momenti in cui affidarsi agli ausili è fondamentale, ed altri in cui è meglio dimenticarli, alzare la testa, guardare il panorama e spingere secondo il proprio istinto, esperienza, sensazione, a cazzo, a manetta, come viene...e sono i momenti più belli...