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ZIGZAG AL CENTRO 2011 - Taccuino di Viaggio





Cicloviaggio in Autosufficienza e in Solitaria per le strade del Centro Italia
Poppi (AR) - Bussi (PE) • 579 KM • 23-27 ottobre 2011


testo di Cristian Agnoli, Presidente Diabetenolimits, ciclovacanziere errante e improvvisato romanziere

Tappe, pensieri, incontri, alimentazione, terapia, metabolismo imperfetto degli zuccheri, imprevisti, sorprese, emozioni ...
I viaggi in bicicletta, gli incontri per strada, la gente, le "cotte" colossali, le interminabili salite,
sullo sfondo di un Italia di provincia e dimenticata, ma che rappresenta la vera spina dorsale del belpaese.

Proveremo a restituire ai lettori un universo narrativo originale, che concili esplorazione e introspezione con l'elemento ludico,
la "vis comica", la capacità di sorridere alla fatica sui pedali: il tutto nel 150° anniversario dell'unità d'Italia! (... e che c'azzecca?)

5 tappe ... dalla più recente ... a scalare!

27-10-2011 • T5 • Castelnuovo Vomano (TE) - Bussi s/Tirino (PE) • km 140 • d+ 1761
Zig Zag stops here ... tot. km 579 x 6726 d+!

Tutto in 5 giorni ... con oggi si chiude il breve cicloviaggio ... tutto bene, ça suffit!
Cronaca del giorno: svegliatomi per un impellente necessità corporale, controllo la glicemia … 99 mg/dl … e mi rimetto nel lettone confidando in altre meritate ore di sonno … sono stanchissimo. Mi scappa l'occhio sull'orologio e vedo che sono già le 7 del mattino … azz … è già ora di alzarsi.
Colazione con fette biscottate e nutella (la colazione della nazionale …) accompagnate da thè caldo s/z.
Un abbraccio a Maurizio, un ringraziamento infinito per l'ospitalità e alle 8.15 sono sui pedali.


Issimo @ Valico delle Capannelle • 1300 mt slm • Campotosto

I primi km fino a Montorio al Vomano non sono particolarmente entusiasmanti paesaggisticamente, ma per fortuna il traffico è poco e, dopo il casello autostradale, la statale 150 è addirittura deserta. Le sensazioni sono buone e pedalo bene in questo tratto scorrevole.
Giunto a Montorio centro, il morale è alle stelle anche perché all'orizzonte le montagne della Laga sono illuminate dal sole. Sosta al negozietto di alimentari per fare scorta di panini e acqua. Anticipo oggi lievemente le integrazioni in considerazione dell'impegnativo dislivello della prima parte di giornata. Dopo 45' minuti una "sfogliatella" (8 cho) e alla seconda ora circa mi gusto con piacere immenso il pane di pizza con salamino e formaggio (34 cho), abbinamento suggeritomi dalla giovane inserviente del negozio. Una festa del gusto nella mia bocca che non provavo da tempo. Per 10 minuti almeno le mie papille gustative trasferiscono al cervello un concentrato di felicità unico e irripetibile. E appena svanisce il piacere del salato ci aggiungo 4 biscottini dolci (16 cho).
60 i km che mi dividono dal valico delle Capannelle, nei pressi del lago di Capotosto. Salgo di buon passo, aumentando di un dente quando sono in ombra e l'aria fredda si infiltra ovunque, togliendo un dente nei tratti soleggiati per rallentare e recuperare calore. Le pendenze non sono mai proibitive attestandosi sempre tra il 4 e il 7% e solo raramente arrivando al 9%. Sono queste le salite adatte alle mie caratteristiche. Qualche galleria con lavori in corso mi costringe a deviazioni e l'ultima, non essendo praticabile per fango il sentiero alternativo, sono costretto a percorrerla nonostante il divieto per le biciclette. La potente lampada Black Diamond si rivela preziosa. Dalle 11 il sole scalda l'aria e superata quota mille l'inversione termica fa sentire i suoi effetti. Un piacere stare in sella oggi … 
Qui ci sarebbero un sacco di borghi interessanti da visitare ... che prevedono deviazioni con irte salite. Non si può fare tutto!
Ogni tanto accuso un po' di fatica: la salita è comunque lunga. Le ginocchia scricchiolano un po'. In prossimità dello scollinamento il paesaggio diventa straordinario. I colori dell'autunno prendono il sopravvento. Cavalli e mucche al pascolo ovunque, qualche gregge di pecore, cani pastore gironzolano ovunque, mansueti e docili, osservano il passaggio del cicloviaggiatore e proteggono mandrie e greggi. Lande desolate queste. Se non fosse per i cavi dell'elettricità, sembrerebbe di vivere fuori dal tempo.



Sono in perfetta tabella di marcia. Approfitto per qualche scatto fotografico. Strada scorrevole e ampie corsie: in alcuni tratti l'asfaltatura è nuova di zecca anche  se il manto stradale è cosparso di sterco di pecora, cavalli e mucche lasciato negli attraversamenti … l'unico fattore inquinante di queste zone. Gli animali ovviamente attraversano la strada come fossero pedoni in città.
Dopo lo scollinamento a 1300 mt, Cima Coppi di Zig Zag al Centro, inizia la veloce e facile discesa verso L'Aquila: indosso l'antivento, i guanti e alzo i calzettoni fino al ginocchio. Mi butto in picchiata e alle 13.30 sono già al bar Driver di fronte all'Ospedale San Gregorio. E' qui che dopo aver consumato il secondo panino gioioso della giornata (con formaggio e prosciutto crudo) accompagnato da una birra piccola, a dir vero un po' rancida, incontro il mitico Gianfranco Poccia, già avvisato via telefono del mio arrivo.
Ovviamente la prima cosa che mi ha chiesto al telefono è se ero in ipo perché mi sentiva la voce affaticata e impastata. Deformazione professionale. Questi dottori danno per scontato che l'atleta con diabete è in ipo un'ora sì e un'ora no. Stavo semplicemente parlando al telefono con l'auricolare mentre pedalavo a 28 kmh sulla statale 80 del Gran Sasso … magari uno non ha proprio la voce impostata in questi frangenti. Voce impastata, voce impostata ... è questione di una vocale. e passi da essere in ipo ad essere attore di teatro. Sterili e bonarie divagazioni a parte, è sempre un piacere confrontarsi con Gianfranco, che, ora in pensione, avrà anche più tempo da dedicarci.
Un'ora e trenta di pausa a conversare e scherzare un po' su tutto: teatro del vissuto, camp per sportivi con diabete, filosofia della diabetologia sportiva, grandi progetti, vita quotidiana, viaggi e chi più ne ha più ne metta. L'ottimo Gianfranco Poccia, diabetologo ed endocrinologo dello sport, è in primis persona open-mind e perspicace. Salvo imprevisti lo stesso sarà presente allo stage dicembrino sul lago di Garda.
Come al solito il buon Poccia mi chiede come sto integrando in questa vacanza con l'immancabile riferimento all'importanza dei sali minerali … di cui il sottoscritto non ha fatto uso, come avrete letto in questi giorni. Ma l'ho sfangata lo stesso!
Sono le 15 e dopo aver filosofeggiato ancora un po' e aver bevuto due caffè a testa, è il momento dei saluti.
Per me ancora 50 e più chilometri per raggiungere via SS 17 e SS153 l'abitato di Bussi dove il mio "consuocero" attualmente lavora e che domani, il dado è tratto, caricata la bici, mi accompagnerà sino a Sorrento, dove mi aspetta la mia dolce metà.
La seconda parte del percorso non è particolarmente affascinante anche se la vista sulle montagne circostanti è spettacolare. Meno invece il passaggio per le vie centrali de L'Aquila … troppe ancora le ferite lasciate dal terremoto. Di qui ero passato due anni fa, a un mese dal flagello geologico, e mi rendo conto che la ricostruzione procede a rilento e ritrovo alcuni immobili distrutti ancora nelle stesse identiche condizioni di 24 mesi prima. Non sto a sindacare sulle responsabilità e sulle motivazioni, ma di sicuro se passate di qui fate un salto e verificherete quanto da me affermato e ve ne uscirete con la stessa mia "impotente amarezza".
Le successive ore di pedalata sono piuttosto veloci, nonostante si risalga fino a 890 mt slm verso Barisciano. Poi è una statalone lunga e dritta, trafficata ma larga. I ricordi vanno a 2 anni fa e al viaggio che mi vide percorrere i crinali del Parco Nazionale del Gran Sasso. Fredda discesa fino a Bussi sul Tirino.
Giunto alla centrale Edison incontro il "consuocero" ad aspettarmi. Sono le 18 ed è subito sera.



Doccia calda e ovviamente altro incontro DNL. Marco Marelli, dm 1, bresciano trapiantato a Pescara, triathleta ben noto agli attenti lettori DNL, mi onora della sua visita. Ceniamo assieme alla trattoria il Braciere di Bussi. Menu fantastico, vario e abbondante. Primi piatti gustosi, ma soprattutto carne alla brace eccezionale: proteine nobili sicuramente in eccesso, a scapito di assetto lipemico e prospettive di vita, ma come resistere al cosciotto di pollo, agli arrosticini, alla tagliata di manzo e all'agnello alla brace più buono del mondo. Tanto per gradire patatine fritte e caraffe di vino rosso locale, un Montepulciano per niente leggero, che lascerà ovviamente strascichi nelle successive 6-8 ore. Ci vorrebbe una disintossicazione da alcool a onda quadra.
Nonostante la stanchezza, la vivace conversazione sveglia cervello, ugola e lingua: è un parlottare continuo, in allegria, dove ovviamente da "malati di sport" gare, progetti, allenamenti fanno da padroni, ma il buon Marco tiene banco anche con barzellette e con consigli enogastronomici: la sua lista di top-restaurant è infinita.
Scroc, doppio scroc, scroc coi fiocchi. Anche stasera non sono riuscito a pagare il conto ... è intervenuto il suocero. Ospitalità + ristorante ... mi sento uno con la faccia come il culo, come si suol dire. Per lo meno oggi a L'Aquila il caffè a Poccia sono riuscito a offrirlo io.

Metabolicamente: lascio parlare i dati così come pubblicati, ribadendo come la miglior strategia sia rappresentata, nel mio caso, dallo sfruttamento della sinergia basale/attività fisica nell'assimilare i cho, mentre boli estemporanei, anche se ritarati e opportunamente distanziati, rappresentano una soluzione tappabuchi ma che va ad aumentare le richieste di integrazioni e il rischio ipoglicemia. Sono soddisfatto per la mia capacità di controllo e predilezione delle curve glicemiche e quando necessario della puntuale capacità di integrare e ripartire di slancio senza pregiudicare itinerario, tempistiche, serenità mentale e terapeutica.
Ovviamente in altri ambiti (gare tirate, ritmi intensi) probabilmente adotterei una gestione più conservativa e meno sperimentale. Non è certo in gara quando finalizzata alla miglior prestazione atletica che si fanno gli "esperimenti". Ma una ciclovacanza, al contrario, può essere un viaggio di conoscenza non solo di luoghi e persone, ma anche delle nostre risposte metaboliche, senza stress. Fare la cosa giusta al momento giusto: ragionandoci su sempre, anche quando apparentemente non si trova una spiegazione e tutto quello che pensavi fosse giusto sembra sbagliato e non ti porta da nessuna parte. Per tentativi ed errori … trials & errors … non sarà nobile come ragionare sui massimi sistemi, scrivere poesie o egloghe, seguire un corso di meditazione zen o "circular breathing", o filosofeggiare come Seneca o Platone, ma è un buon metodo per non farsi trovare impreparati alla prova dei fatti.


 
Atleticamente: mi sento di dire che sono ultra meravigliato dalla mia tenuta sulla lunga distanza … sono convinto che fino ad oggi un po' ho sprecato il dono e che se saprò modulare i miei talenti potrò nel 2012 togliermi ancor più soddisfazioni, non solo le più importanti ovvero quelle umane, emotive e introspettive, ma anche quelle atletiche e cronometriche. Oggi ho provato comunque a spingere di più con positivi riscontri: la gammba risponde. Anche i miei consumi energetici si sono adeguati richiedendo maggiori integrazioni. I meccanismi aerobici glucidici evidentemente sono più sollecitati rispetto agli altri giorni.

This is the end … ho oggi deciso che questo sarà l'epilogo di "Zig Zag", come anticipato. 579 km in 5 tappe (di cui una in condizioni meteo proibitive) sono un patrimonio da tenersi stretto. Ho fatto fin troppo, sono soddisfatto, è già un mezzo miracolo essere sui pedali dopo l'infortunio dello scorso giugno. Meglio non esagerare, e nonostante ogni giorno mi senta meglio e più in forma e la stanchezza svanisca grazie alla  prorompente e sorprendente forza del recupero, è finita! Sono certo che potrei proseguire ancora senza problemi e che domani, saliti un po' di quota, nebbia e umidità svaniranno e i paesaggi saranno fantastici. E' mia intenzione continuare ad essere persona e turista attivo ancora a lungo e dunque non mancheranno prossimi cicloviaggi più o meno lunghi, più o meno belli, più o meno resocontati.
La bici è già caricata in macchina. Dunque da lì non si tira più giù anche se avrei visto che c'è un bel treno per Isernia e potrei farmi una pedalata per il Molise che non conosco fino a Cassino ... mumble mumble ... stop! Buona per la prossima!
Come sempre la ciclovacanza è una "scuola di vita" che insegna non solo a fare i compiti a casa ma a interiorizzare quello che si osserva, ascolta e annusa, "perché certi tesori esistono soltanto per chi batte per primo una strada nuova".


Ciclovacanzieri
... volti rugati, occhi stanchi, barba incolta ... ma la pace nel
cuore, sconosciuta a chi è in balia dei propri sogni!

Vi lascio dunque alla lettura di questo racconto breve di Gianni Rodari, che forse più dei miei prolissi resoconti, può lasciarvi qualche emozione e spunto di riflessione:

La strada che non andava in nessun posto (G. Rodari)
All’uscita del paese si dividevano tre strade: una andava verso il mare, la seconda verso la città e la terza non andava in nessun posto.
Martino lo sapeva perché l’aveva chiesto un po’ a tutti, e da tutti aveva avuto la stessa risposta:
-         quella strada li? Non va in nessun posto. È inutile camminarci.
-         E fin dove arriva?
-         Non arriva da nessuna parte
-         Ma allora perché l’hanno fatta?
-         Non l’ha fatta nessuno, è sempre stata li.
-         Ma nessuno è mai andato a vedere?
-         Sei una bella testa dura: se ti diciamo che non c’è niente da vedere…..
-         Non potete saperlo, se non ci siete stati mai.
Era così ostinato che cominciarono a chiamarlo Martino Testadura, ma lui non se la prendeva e continuava a pensare alla strada che non andava da nessun posto.
Quando fu abbastanza grande da attraversare la strada senza dare la mano al nonno, una mattina s alzò per tempo, uscì dal paese e senza esitare imboccò la strada misteriosa e andò sempre avanti. Il fondo era pieno di buche e di erbacce, ma per fortuna non pioveva da un pezzo, così non c’erano pozzanghere. A destra e a sinistra si allungava una siepe, ma ben presto cominciarono i boschi. I rami degli alberi si intrecciavano al di sopra delle stradee formavano una galleria oscura e fresca, nella quale penetrava solo qua e là qualche raggio di sole a far da fanale.
Cammina e cammina, la galleria non finiva mai, la strada non finiva mai, a Martino dolevano i piedi, e già cominciava a pensare che avrebbe fatto bene a tornarsene indietro quando vide un cane.
<< Dove c’è un cane c’è una casa,- rifletté Martino,- o per lo meno un uomo>>.
Il cane gli corse incontro scodinzolando e gli leccò le mani, poi si avviò lungo la strada e ad ogni passi si voltava per controllare se Martino lo seguiva ancora.
-Vengo vengo, -diceva Martino, incuriosito. Finalmente il bosco cominciò a diradarsi, in alto riapparve il cielo e la strada terminò sulla soglia di un grande cancello di ferro.
Attraverso le sbarre Martino vide un castello con tutte le porte e le finestre spalancate, e il fumo usciva da tutti i comignoli, e da un balcone una bellissima signora salutava con la mano e gridava allegramente:
-         Avanti, avanti, Martino Testadura!
-         Toh, - si rallegrò Martino,- io non sapevo che sarei arrivato, ma lei sì.
Spinse il cancello, attraversò il parco ed entrò nel salone del castello in tempo per fare l’inchino alla bella signora che scendeva dallo scalone. Era bella, e vestiva anche meglio delle fare e delle principesse, e in più era proprio allegra e rideva:
-         Allora non ci hai creduto.
-         A che cosa?
-         Alla storia della strada che non andava in nessun posto.
-         Era troppo stupida. E secondo me ci sono anche più posti che strade.
-         Certo, basta aver voglia di muoversi. Ora vieni, ti farò visitare il castello.
C’erano più di cento saloni, zeppi di tesori d’ogni genere, come quei castelli delle favole dove dormono le belle addormentate o dove gli occhi ammassano le loro ricchezze. C’erano diamanti, pietre preziose, oro, argento, e ogni momento la bella signora diceva:
-         Prendi, prendi quello che vuoi. Ti presterò un carretto per portate il peso.
Figuratevi se Martino si fece pregare. Il carretto era ben pieno quando egli ripartì. A cassetta sedeva il cane, che era un cane ammaestrato, e sapeva reggere le briglie e abbaiare i cavalli quando sonnecchiavano e uscivano di strada.
In paese, dove l’avevano già dato per morto, Martino Testadura fu accolto con grande sorpresa. Il cane scaricò in piazza tutti i suoi tesori, dimenò due volte la coda in segno di saluto, rimontò a cassetta e via, in una nuvola di polvere.
Martino fece grandi regali a tutti, amici e nemici, e dovette raccontare cento volte la sua avventura, e ogni volta che finiva qualcuno correva a prendere carretto e cavallo e si precipitava giù per la strada che non andava in nessun posto.
Ma quella stessa sera tornarono uno dopo l’altro, con la faccia lunga così per il dispetto: la strada, per loro, finiva in mezzo al bosco, contro un fitto muro d’alberi, in un mare di spine. Non c’era più nel il cancello, ne il castello, ne balla signora. Perché certi tesori esistono soltanto per chi batte per primo una strada nuova.!



26-10-2011 • T4 • Urbisaglia (MC)-Castelnuovo Vomano (TE) • km 138 • d+ 1075

Ad oggi percorsi 439 km.

WET WET WET ... Se avessero puntato su di me chiedendomi di tradurre in un resoconto con "vis comica" e risvolti positivi, una giornata in bici di 138 km di cui 90 passati sotto pioggia battente, non avrei scommesso un euro.
Dopo la giornata di oggi, tuttavia, mi debbo ricredere. Cycling in the rain … non lo auguro a nessuno, ma se non lo provi non puoi nemmeno non augurarlo, a meno che tu non abbia in dotazione un paio di fantastiche tute in tyvek!
Una notte un po' tormentata, forse complice il micidiale mix grappa secca + sigaro della suocera, in cui ho dormito pochissimo, fa sì che alle 8.02 sono già sui pedali.


Base vita!

Colazione al banco con thè al limone e cornetto farcito di marmellata e mandorle … pasto mattutino non in linea con i migliori standard nutrizionali, ma questo offriva la casa. Quando non ci penso io, sono le situazioni contingenti a rovinare il mio introverso percorso per una dieta bilanciata, varia ed equilibrata.
Cielo grigio in linea con le previsioni meteo. Dopo 10 minuti, mentre pedalo le ripide rampe per Loro Piceno (pendenze tra 14/16%) maledicendo la mia predilezione per le strade secondarie, una pioggia prima leggera poi via via più intensa mi coglie di sorpresa. Rapido come un gatto, balzo dalla bici e mi predispongo in assetto antipioggia indossando la fatidica tuta in tyvek. Vestito come un preservativo su due ruote, sono ora pronto ad affrontare pioggia, vento e nubifragi. Completo il tutto con i copriscarpe in neoprene. In salita pedalo agile e rotondo per evitare di sudare troppo. La tuta bianca grazie alla "termogenesi indotta dalla dolce pedalata" mi tiene al calduccio e asciutto. La pioggia aumenta di intensità con scrosci senza soluzione di continuità … e così sarà per le successive 6 ore.
Attraverso piccoli centri di provincia come Massa Fermana e Montappone: scopro esistere nella laboriosa regione marchigiana una piccola realtà manifatturiera dedita alla produzione di cappelli. Un distretto dove pullulano fabbrichette e outlet di cappelli e guanti.
La perfetta termoregolazione protetto dalla tuta mi garantisce un ottimo stato psicofisico, viatico per guida sicura, curve pennellate e frenate pronte. Inoltre il tutone integrale evita di sporcare di fango la preziosa maglia vintage Brooks, in questo aiutato dai parafanghi ottimamente calibrati.
Nei giorni di pioggia anche le vie minori sono più affollate d'auto, ma grazie allo specchietto e all'orecchio attento, camion e furgoni non mi colgono mai di sorpresa.
La campagna marchigiana non smette di stupirmi nemmeno nelle giornate uggiose e umide: riesco a distaccare la mente dalle avverse condizioni ambientali e a dirottarla sulla più gratificante contemplazione dell'ambiente circostante.
Peccato davvero non aver potuto perseguire l'itinerario originale per strade interne pedemontane.
Le condizioni climatiche mi obbligano a procedere verso la costa, dove per lo meno, troverò temperature più miti e maggiori possibilità, al bisogno, di assistenza o mezzi alternativi come treni e pullman. Dopo una veloce discesa da Monte Vidon Corrado mi innesto nella trafficata SS 210. Vento a favore e forza di gambe mi consentono di viaggiare a buon ritmo sempre tra i 25-28 kmh. Alla buona forma fisica si aggiunge il buon umore indotto dalla simpatia dilagante che il mio incedere in tutone bianco sotto pioggia incessante provoca tra la gente. Numerosi gli incitamenti ricevuti da persone a piedi, in auto oltre a simpatiche clacsonate dei camionisti.
Ad una stazione di servizio effettuo una prima sosta per un caffè lungo e qualche snack. Approfitto per cambiare i guanti fradici, ottimizzare l'abbigliamento sotto-tuta e far asciugare il sudore.
Procedo poi per via parallela in direzione Fermo, che raggiungo dopo impegnativa erta di circa 3 km. Oramai pochi chilometri mi separano dal mare. Piove ancora a dirotto. Tolgo i guanti, non servono più: le mani sono calde. Nonostante il passo controllato, la sudorazione mi ha bagnato i vestiti: la tuta in tyvek tiene l'acqua ma non è traspirante… per 5 euro non possiamo pensare di indossare un capo in goretex con micropori.
Pochi minuti e sono sulla SS 16 Adriatica. Pensavo fosse molto più incasinata e trafficata. Invece la situazione è gestibile.
Stante le buone sensazioni decido di procedere ad oltranza verso sud infischiandomene della pioggia. Ho sempre odiato questo tratto di strada, percorso più volte in passato sia come ciclovacanziere imberbe sia come ciclomellito @ Giro d'Italia 2010, ma stranamente questa volta, forse per la situazione di emergenza che esalta lo spirito di sopravvivenza, pedalo con gioia e senza avvertire troppo il peso di un paesaggio decisamente brutto.
Tra Grottammare, San Benedetto del Tronto e Porto d'Ascoli abbandono la statale per seguire il lungo mare in cerca di un posticino ad hoc per la pausa pranzo.
Pochi i locali aperti: alla fine, opto per una rosticceria self service dalla scelta piuttosto limitata di portate. Ma oramai mi sono tolto tuta e accessori vari e non ho voglia di rivestirmi e ripartire. Mi regalo una sosta più lunga del solito. Nel frattempo le precipitazioni sono terminate e ogni tanto si intravvede il sole tra le nuvole. Pasta alle vongole, trancio di pesce spada e un panino. 95 gr di cho … per una quantità così elevata di cho decido di bolarmi (anche se in maniera conservativa) adottando un rapporto insulina:cho 1:30 e dunque somministrandomi 3 unità.
Alle 14.15, dopo ben 45 minuti di pausa, riparto un po' infreddolito. Bastano pochi chilometri per ritrovare la giusta temperatura e il giusto feeling con la ciclovacanza, anche grazie a una breve escursione per via ciclabile sterrata attraverso la riserva naturale ornitologica di Sentina, poco prima di Martinsicuro.
Stasera si ritorna a dormire e mangiare "a scrocco"… della serie "la ciclovacanza e l'arte di scroccare un letto e un pasto caldo per una notte". Il network DNL vanta infatti contatti ovunque. L'ottimo maratoneta Maurizio Di Stefano (pb 2h54), con cui mi sono giusto messo in contatto per chiedere consigli sulla miglior via per L'Aquila da intraprendere l'indomani, mi offre ospitalità. "Non faccio nemmeno finta" e accetto immediatamente. Un piccolo sforzetto in più per arrivare fin in quel di Castelnuovo Vomano cosa vuoi che sia. Domani sarò già in posizione strategica sulla via per il Valico delle Cappannelle.
L'idea di fare quasi 140 km oggi non mi pesa affatto. Il colpo di pedale è pronto e, memore di uno stage ciclistico in zona Roseto degli Abruzzi, conosco anche una strada minore che corre parallela al fiume Vomano e che mi consente di evitare la trafficatissima SP 150. E' così, che nonostante una lieve tendenza ipoglicemia ripresa con una mai così desiderata coca cola e biscotti Osvego giunto a destinazione pimpante e in spinta, mettendo anche un po' sotto stress il quadricipite femorale sinistro infortunato.
Doccia bollente nella palestra di un amico del Maurizio, Francesco (2h46 PB in maratona), cambio d'abiti, caffè con cioccolatino in compagnia, quattro chiacchiere e più su maratona, tabelle, preparazione, progetti per il futuro etc etc e, accesa la lampada anteriore, raggiungo casa Di Stefano dove la gentilissima Claudia mi ha già preparato la stanzetta calda e una cena favolosa con sorpresa finale: una selezione di dolci tipici abruzzesi tra cui la deliziosa "sfogliatella".
Piacevole serata a parlottare un po' di tutto come vecchi amici che si conoscono da sempre. Caminetto scoppiettante, accesso anche per asciugare i miei panni umidi ed ora profumati, visto che Claudia mi ha pure fatto una lavatrice lampo con tutti i capi tecnici bagnati e fetidi. Sono veramente "impunito". Saranno i vantaggi di essere presidente di una onlus oppure anche a 40 anni, spelacchiato e con la barba incolta, il ciclovacanziere errante ispira simpatia e accoglienza nei cuori della gente di qual si voglia provenienza, sesso ed estrazione sociale? Su questo magari interrogheremo gli esperti di costume e i sociologi.
Anche alla famiglia Di Stefano va tutta la riconoscenza (a buon rendere) di questo mondo.
E' tardi, sono stanco. Domani si sale fino a L'Aquila: supererò abbondantemente i 1000 mt di quota … niente male in queste condizioni! Vedremo se riuscirò a procurarmi un altro letto "a scrocco" … oramai ci ho fatto l'abitudine!
Sorridere alla pioggia, alla puzza di cagnone dei capi tecnici umidi, ai piedi grinzosi dopo tante ore nelle scarpe bagnate, ai camion che ti fanno il pelo sulla statale, al fango e al terriccio che fa lavorare male cambio e freni. Sorridere alle avversità passa anche da questi apparentemente secondari aspetti. La storia dell'evoluzione insegna che la vera selezione non è determinata esclusivamente dalla nostra forza, ma dalla nostra capacità di adattamento. Quando forza e capacità di adattamento si uniscono, nulla (o quasi) ci può fermare. Evviva! Il più forte non è sempre destinato a sopravvivere se non si sa adattare alle situazioni contingenti … ogni riferimento alla gestione del nostro imperfetto metabolismo degli zuccheri è puramente voluta!


La faccia che hai dopo 90 km sotto la pioggia!

Puntualizzazioni metaboliche:
Credo non ci sia molto da aggiungere, anche se ogni giornata è occasione di sperimentazione e nuovi approcci Sveglia a 147, conseguenza del surplus di grassi a cena, valore comunque accettabile e migliore del previsto. "Lo scoppio degli zuccheri al fuoco dei grassi" - come mi piace definirlo - è stato parzialmente limitato dalla prorompente forza dell'attività fisica di endurance consecutiva da più giorni.
Glicemie rilevate durante la pedalata: 76-82-61-124 (fine af).
Per quanto riguarda invece il bolo a pasto con successiva ripresa dell'attività fisica, è stato corretto come scelta ma avrei dovuto fare un unità in meno: in questi giorni ho visto che metabolizzo tranquillamente 50 gr di cho senza bolo se seguito da attività immediata e di almeno altre 2 ore. Avrei dovuto ragionare diversamente: non solo aumentare il rapporto insulina:cho ma anche applicarlo esclusivamente alla quota che supponevo non fosse coperta …ovvero 45 gr di cho, visto che a coprire gli altri 50 avrei provveduto pedalando. Avrei dunque dovuto fare 2 unità semplicemente per coprire i 95 gr di cho ingurgitati. Il 61 a due ore ne è a mio avviso conferma. In ogni caso nessun problema: magari è stato un errore voluto giusto per gustarmi quei fottuti 33 ml di coca-cola che giacevano inerti nella borsa laterale sinistra.


25-10-2011 • T3 • Gualdo Tadino (PG)-Urbisaglia (MC) • km 92 • d+ 1226
Ad oggi percorsi 301 km.


Colle di Fossato (737 mt slm)

G
ualdo Tadino si trova a quota 535 mt slm. Il cielo è coperto nelle prime ore del mattino, ma verso est, oltre le montagne, si intravede l'azzurro.
Sistemato l'aggancio di una scarpa, caricati i bagagli e discusso con Attilio il miglior itinerario possibile, con un po' di ritardo sono sui pedali alle 9.17.
Attraverso il centro di Gualdo, ancora poco movimentato, e mi innesto per pochi km sulla statale 3 fino a infilarmi a destra  sul percorso ciclabile dell'antica via Flaminia, che, con brevi ma irte salite, sale a Fossato di Vico.
Qui giunto, salgo per le strette vie del paesino e poi rientro sui miei passi, ridiscendendo brevemente prima di riprendere ad arrampicare con dolcezza fino all'intersezione con la statale 74 che porta al colle di Fossato. Ovviamente opto per la vecchia via a traffico zero, senza camion e senza gallerie: asfalto un po' rovinato e tornanti in selciato. Bella e panoramica a tratti, peccato per i troppi tralicci della corrente elettrica a devastare l'area. Più dura del previsto (9-10%) è comunque ascesa pedalabile e che permette al ciclista ben allenato di impostare andature importanti.
Un caldo primaverile mi accoglie ai 733 mt slm dello scollinamento dove si gode uno splendido panorama, tra il monte Cucco e il monte Maggio.
In discesa, ora ben coperto, arrivo nell'abitato di Cancelli. Luoghi deserti e dimenticati da Dio. Qualche signora in giro dallo sguardo curioso e serio allo stesso tempo, cui è impossibile dare l'età. Con i loro grembiuli provenzali, i capelli brizzolati poco curati e spettinati come è logico che sia a quest'ora del mattino, i visi solcati dalle rughe, queste donne potrebbero avere 50 anni come 80 … chi lo sa? Subito ostiche quando il viandante lor chiede informazioni, poi si sciolgono e sorridono alla novità e al dialogo con il forestiero dal diverso accento e ti racconterebbero la storia della loro vita e ti inviterebbero a bere un tè a casa loro.
Il mio look vintage sembra ultramoderno in queste zone dove il tempo si è fermato. Mi piace questo "piccolo mondo antico" umbro marchigiano. Avevo già percorso queste zone un paio di anni fa, ma in piena estate c'era un'atmosfera diversa e qualche turista in più. In più caminetti e stufe sono accesi in attesa del generale inverno e respiro a pieni polmoni l'odore della legna che brucia cercando di individuare di quale legno si tratti: castagno, leccio, ulivo. Di sicuro è legna asciutta, tagliata e conservata nei tempi giusti, quella che si accende subito e brucia lenta, riscaldando la casa per molte ore.
Ho incrociato in più occasioni alcuni ciclisti che pedalavano in gruppo godendosi le temperature miti di questo giorno mitigato dai venti di scirocco provenienti dall'Adriatico. Tutti ricambiavano il saluto con sorrisi e allegria. Giornate così mettono di buon umore e d'accordo i ciclisti di tutte le zone e le tipologie.
Colli rotondeggianti, campi arati, boschi, pinete e oliveti: campagna infinita, una riserva naturale, un paradiso per chi vuole una vita tranquilla.
Dopo Cancelli, mi aspetta un breve tratto scorrevole seguito da un'altra salita a tratti impegnativa tra Serradica e Carpodonico (653 mt slm con tratti tra l'8-9%).
Al valico, splendida vista sull'omonima pineta e sulle montagne circostanti, paradiso per gli escursionisti.
Su queste strade poco battute in questi giorni di fine ottobre, si trovano i vecchi bar, merceria, alimentari, tabacchi, tutto in uno, dove ancora ti imbottiscono il panino come ai vecchi tempi: tutto procede senza fretta, i tempi si dilatano. Scelta del panino, pesatura e affettatura con mano sicura; scelta, taglio e pesatura del pezzo di formaggio locale; scelta, taglio e pesatura del prosciutto crudo, ovviamente privato del grasso visibile. Il tutto impacchettato nel classico sacchetto di carta. Conto a mano senza calcolatrice, scontrino fiscale, prezzi da discount e saluto cordiale e sorriso ben augurale. Dopo l'iniziale distacco, anche l'esercente di questi luoghi, svela il suo buon cuore e le emozioni sopite da giornate che scorrono troppo lente e con troppa poca gente in giro. Timidezza e volti bruschi sono caratteristica comune a tutti gli abitanti delle zone montane e pedemontane, isolate dall'urbanizzazione. Bisogna dargli tempo e pian piano si schiudono e si crea quel rapporto di empatia e ci manca poco che ti invitano a pranzo.
Insomma oggi se avessi voluto, avrei potuto bere un thè caldo dalla signora di Cancelli che nel frattempo mi avrebbe raccontato la storia della sua vita e fermarmi a pranzo dalla negoziante di Carpodonico. Ma sarei ancora al caffè, in attesa del grappino, ammirando il Monte Penna, e mi toccava dormire lì. Forse non era una cattiva idea!
Pochi giovani in giro in queste terre. Giorno lavorativo e giorno di scuola. Qualche manutentore dell'ANAS in prossimità delle case cantoniere.
A Bivio Ercole, seguendo le indicazioni per Fiuminata e Prioraco scendo lungo la meravigliosa vallata scavata dal fiume Potenza. Pedalo sicuro, ben accostato sulla destra della carreggiata, con lo specchietto avvisto con largo anticipo l'arrivo di camion e automezzi: tutto fila liscio.
Il sole continua a scaldare. Oggi ho sudato come in una giornata estiva.
Solo in prossimità di Castelraimondo, il traffico aumenta leggermente. Avrei voglia di deviare in mezzo ai monti: qui le alternative non mancano, ma non sarebbe saggio. Devo proseguire verso sud-est in ottica "buon compenso meteorologico": domani il tempo peggiorerà di sicuro e la costa è la salvezza in caso di temporali. Probabilmente la sfangherò, ma non è il caso di addentrarsi per le valli interne che lambiscono i Monti Sibillini. Pedalo in direzione del cielo azzurro. Per le alte vette e le strade di montagna ci saranno altre occasioni.
A Tolentino sosto per un cappuccino e per decidere il punto tappa odierno. Come sempre il dilemma tra andare avanti a oltranza e il fermarsi per tempo e riposare un po' di più mi attanaglia. E' il conflitto tra il ciclovacanziere che vorrebbe avere tutto organizzato, pernotto garantito incluso, e il gusto per l'imprevedibile e per la sistemazione all'ultimo minuto e alla meno peggio.
Intanto mi dirigo verso Urbisaglia, una dozzina di km più in là, riservandomi di decidere lì giunto se sostare o proseguire. Un'ultima salita di 4 km si inerpica sui promontori circostanti: sono ora un po' meno pimpante. Colpa dei troppi km di ieri o del grappino dopo cena? Mah.
La gamba sinistra tiene bene … anzi oggi la sento anche meglio … la mancanza di forza è solo una temporanea impasse fisiologica.
A tutta campagna, molto curata. Ambiente suggestivo: non si sente volare una mosca e non c'è anima viva in giro. Osservo incantato il paesaggio, vincendo stanchezza e pensieri. Fantastico ancora un po' su un possibile bivacco in qualche capanno abbandonato o apparentemente tale. Le nuvole coprono il sole e all'improvviso avverto brividi di freddo in tutto il corpo … e la tentazione della notte in autosufficienza si assopisce immediatamente.
Ultimi tornanti per raggiungere il centro di Urbisaglia, grazioso borgo medievale, che attraverso ad andatura turistica. Trovo della cartellonistica che indica alcuni alberghi e B&b. L'offerta ricettiva non è vastissima. La prima scelta, una locanda con ristorantino ripulitino e annesso B&B va a vuoto: sono al completo per 3 giorni … incredibile, hanno ricevuto una telefonata 2 ore prima. Gentilissimi, mi indicano però un albergo a poco meno di un chilometro: l'hotel Maestà. Come avrete capito ho scelto di fermarmi qui. Sono passate da poco le 15.30, la posizione è strategica, il paese è carino, il ristorante c'è e per 31 euro con colazione ho la mia stanza in questo hotel anonimo, anzi decisamente brutto, ma pulito e con doccia bollente. Sono l'unico ospite.
Dopo 2 notti scroccate agli amici DNL, che ovviamente ringrazio infinitamente, è ora di spendere qualche euro.
Riepilogo delle spese sostenute fino ad oggi: 1° giorno euro 0, 2° giorno euro 5,90, 3° giorno, oggi, euro 40,90 … ma manca la cena!
Agli amici DNL ho inoltre scroccato (oltre a cena, pernotto, doccia, colazione e connessione internet): un carica cellulare Nokia (il mio l'avevo dimenticato, grazie Piero) e un set di chiavi a frugola + una vite per scarpa da mtb (grazie Attilio). Ovviamente tutto da rendere alla prima occasione utile!
Oggi 1060 mt di dislivello positivo, di cui 700 nei primi 40 km. Avrei potuto pedalare ancora, ma avevo bisogno di fermarmi un attimo prima, pianificare una strategia con più opzioni per i prossimi due giorni e fare anche vita da turista. Stasera a piedi andrò in centro camminando per circa un km e mi godrò una bella cenetta in solitudine …
A letto presto e domani sarò pronto per affrontare quella che si presenta la giornata climaticamente più ostica … mi auguro ovviamente di aver azzeccato la scelta e che potrò procedere alla volta de L'Aquila senza cambi di itinerario.
Sono certo che questa "tappa breve" mi consentirà di pedalare molto più pimpante domani. E' giusto a mio avviso alternare tappe impegnative a tappe più "soft" onde evitare di bruciarmi … vengo comunque da 90 giorni di stop e ho ripreso a pedalare da metà settembre senza aver mai superato i 50 km se non in un paio di occasioni.
Metabolicamente: glicemia al risveglio 116. Oggi glicemie in AF oggettivamente perfette: ho fatto quanto mi ero ripromesso. Ho riequilibrato il rapporto cibo dolce/cibo salato, e ridotto le barrette in favore dei favolosi biscotti Osvego di Gentilini trovati nel negozietto di Carpodonico.
Glicemie in af: 81-96-124-85. Controlli e integrazioni sempre ogni 1h30-2h, all'occorrenza fermandomi, riscaldandomi al sole e dunque mettendo "il piede a terra" (citazione da Andrea Guerra). Non mi corre dietro nessuno: al bisogno verifico la glicemia pedalando o fermandomi. Non ho installato il glucometro sul manubrio anche perchè inizialmente pensavo di montare il sensore CGM, cosa che poi non è stata tecnicamente possibile. A dire il vero non avverto più di tanto la mancanza del sensore e con regolari controlli riesco a gestirmi quasi alla perfezione. Ciò non significa che ogni tanto mi fa piacere provarlo.
A fine tappa mi sono concesso uno snack consumando il panino al crudo avanzato e una birra Moretti acquistata all'arrivo all'albergo. Che botta di vita!
Relax in stanza e poco dopo le 7 mi incammino a piedi con lampada frontale per il centro storico di Urbisaglia dove cenerò alla Locanda Loggia. Gironzolo un po' per il borgo che è un vero gioellino.
Alle 20.10 sono seduto nel mio tavolino solo soletto. Menù 30 euro. 4 antipasti serviti a rotazione: arista con aceto balsamico e semi di papavero, finocchio al forno con pecorino e basilico, sformatino di polenta in salsa di pomodoro e olive, fungo con salsa di basilico e limone. Bis di primi: ravioli al mascarpone e pinoli, paccheri con salsiccia. Il tutto accompagnato da acqua naturale e un Rosso Piceno strutturato al bicchiere. Pane "sciapo", semifreddo alle nocciole, caffè e grappino offerto dalla casa. Un sigaro dalla riserva della suocera mi accompagna al rientro, dove opto per seguire il sentiero illuminato che attraversa il bellissimo parco archeologico di Urbisaglia. Entusiasmante.
Rientro all'hotel per le 22,30 giusto in tempo per pubblicare il resoconto odierno.
Ai 92 km odierni, dunque aggiungere 1 ora di camminata a psso svelto.
L'albergo è una macchina da guerra aperta 24 h su 24. Check in e check out a qualsiasi ora e colazione servita a partire dalle 5 di mattina quando arrivano i cornetti caldi dal forno. Domani "allerta meteo" in centro Italia. Mi sveglierò presto e valuterò se procedere come da piani verso Ascoli Piceno e Teramo facendo tappa sulla via per L'Aquila o se dirottare sulla costa e improvvisare tra treno e bici. Chi vivrà vedrà! Se domani la pioggia mi bloccherà e improbabile che io riesca ad arrivare in bici a Sorrento per sabato, data limite che mi sono imposto in considerazione dei piaceri/doveri di coppia.



Postilla metabolica:
Basale in unica soluzione a ora di cena di 10 u (detemir). Stasera, dopo due cene in cui sono andato un po' a cazzo, sono stato più meticoloso nel carbocounting così da evitare i picchi post prandiali e relativa correzione in cui sono incorso colpevolmente ma consapevolmente nelle scorse due serate.
E' infatti ora di riverificare il rapporto insulina carboidrati alla luce di: attività fisica prolungata per più giorni di seguito, la riduzione della basale e la diminuzione delle iniezioni in bolo. In questa vacanza infatti sto procedendo con uno schema a 2 iniezioni al dì di insulina: la basale e il bolo di cena, cui aggiungere in via estemporanea, è il caso di oggi, un bolo in caso di pasto post excercise. Non rilevo infatti effetti di ipoglicemia post exercise da ricostituzione delle scorte di glicogene. Se mangio abbondantemente dopo lo stop, è necessario praticare un bolo anche se considero un rapporto i:cho 1:20 anziché 1:15.
Ho inserito i dati trascritti dal minibook di questa e delle precedenti tappe ad oggi pedalate giusto a titolo informativo.


24-10-2011 • T2 • Montevarchi (AR) - Santa Maria degli Angeli (PG) • km 147 • d+ 1805
(+ trasferimento in auto fino a Gualdo Tadino)

Poco dopo le sette una leggera pioggerellina cade su contrada Cocoioni … voglia di pedalare zero.
Da una sommaria valutazione delle previsioni meteo, l'unico modo per evitare temporali e allarmi maltempo è di spostarmi sulla costa adriatica abbandonando la Tirrenica. Punto dunque a sud-est per poi virare deciso a levante verso Foligno e di qui in treno o altro mezzo raggiungere Gualdo Tadino dove sarò ospite a casa dell'amico Attilio. Tappa più lunga del previsto, non volendo abdicare al principio di itinerari pittoreschi e poco trafficati (che non sono mai i più brevi!!!!)
Le giornate peggiori dovrebbero essere mercoledì e giovedì ma sul versante adriatico dell'Appennino si parla di piogge sparse e deboli, in particolare nel tardo pomeriggio. Insomma se sono fortunato e le previsioni ci beccano forse riuscirò a pedalare almeno fino a venerdì asciutto o quasi asciutto.
Preparo comunque la bici in "assetto antipioggia" e metto a portata di mano copriscarpe waterproof e tuta in tyvek d'emergenza.



Intanto facciamo colazione, poi penseremo al resto. Caffè, un goccio di latte, pane "scialo" pesato al grammo (50 g) con marmellate sperimentali del buon Piero.
38 cho a zero bolo partendo da un 103 mg/dl al risveglio: per la ciclovacanza, stanti le pedalate senza soluzione di continuità da 6 a 8 ore, sfrutterò la sinergia basale / attività fisica per metabolizzare i cho necessari ad approvvigionare le scorte energetiche. Di Bolo se ne parla solo a cena la sera. Ho deciso di non fare soste (a parte quelle tecniche) e di fermarmi giusto una quindicina di minuti a ora di pranzo per gustarmi con calma un caffè e fare qualche telefonata.
Sono le 8.40 quando salgo in sella. Tra le nuvole fa capolino il sole. Evviva! La voglia di pedalare torna a mille!
Saluto "La Casa sul sentiero" e imbocco la strada per Mercatale. Bellissima, immersa tra campagna e collina. Sensazioni ottime, ho ben recuperato lo sforzo di ieri.
Sempre bene considerare l'aspetto "recupero" quando ci si muove "a tappe". Pedalo leggero … un occhio alla mappa, uno alla bussola del Gps e becco tutte le deviazioni: Bucine, SP Val d'Ambra fino a Civitella Val di Piana, primo gpm della giornata. Bel borgo ripulito. Poca gente in giro. Silenzio. Temperatura accettabile … tant'è che anche oggi non necessito di abbigliamento troppo pesante e lo spolverino antivento giace riposto nelle sacche. I manicotti e la maglia vintage sono più che sufficienti.
Seguo le indicazioni per Oliveto, optando tra più opzioni sulla mappa. Con "gradita" sorpresa la strada diventa sterrata, ma ampia e battuta. Insomma un po' di "strade bianche" anche per me oggi. 5 km circa piuttosto semplici anche se in discesa con le ruote stick bisogna procedere prudenti. Immerso negli ulivi con panorami fantastici sulle colline senesi. Fischietto giulivo, cercando di mantenere un buon passo che mi permetta di macinare il maggior numero di chilometri e senza perdere in "contemplazione del paesaggio".
Borgo caratteristico questo Oliveto … la visita vale la pena.
Ritrovo l'asfalto e improvviso un po'.
Giunto a Monte San Savino, via Lancignano, proseguo ora per statali più scorrevoli anche se un po' più anonime. Attraverso la val di Chiana in direzione di Castiglione al Lago per poi circumnavigare il versante meridionale del Lago Trasimeno. Sono ora in Umbria e saluto dunque la bella Toscana.
Tabella di marcia impressionante … alle 13 e 30, sosta panino + caffè, ho già percorso 100 e più chilometri.
Costeggiato il lago svolto poi a destra in direzione di Agello: strade minori prive di traffico e piene di quell'auspicata tranquillità che consente al cicloviaggiatore di assaporare colori, panorami e profumi. Navigando a vista e decidendo di volta in volta i paesi da attraversare arrivo fino a Torgiano e di qui a Bettola, uno dei più bei borghi d'Italia. Nel frattempo mi sono sentito telefonicamente con l'amico Attilio che gentilmente si offre di venirmi incontro a Santa Maria degli Angeli. Ritrovo davanti alla cattedrale per le h 17.00.
Il Monte Subasio con la sua inconfondibile sagoma rotondeggiante è lì davanti a me. Il cielo è ora coperto ma sono gli ultimi colpi di pedale: pochi minuti dopo le cinque infatti sono alla metà prefissata.
8 ore di bici, 1400 mt di dislivello positivo in 147 km a una media lorda di poco superiore ai 18 kmh … roba d'altri tempi … chi lo avrebbe detto …
Gambe e testa stanche … ma non poteva essere diversamente.
Atleticamente
: anche oggi ho tenuto bene e la tappa, molto più impegnativa rispetto a quello che pensavo di potermi permettere, non mi ha pesato più di tanto … a solitudine e silenzio sono abituato. Oggi praticamente, a parte un paio di telefonate, me ne sono stato zitto zitto ad ascoltare i segnali lanciati dal corpo. Bene in tal senso la mia gamba sinistra … spero di non averla sovraccaricata troppo.



Metabolicamente: gestione buona anche se debbo variare qualcosa nell'alimentazione. Oggi, panino al bar a parte, sono andato avanti a barrette, fruttini, sesamo e miele. Ne ho giovato nelle risposte glicemiche, ma non ho avuto quella soddisfazione al palato altrettanto necessaria e che solo pane e salumi sanno dare. In attività fisica ho rilevato 4 glicemie (66-79-90-60) a distanza di circa 1h30-45 integrando con la stessa tempistica per un totale di 95 gr di cho … pochissimo a mio avviso. Alla luce di questi dati, da domani dunque mangerò un po' di più e aumenterò la quota "salata" nella composizione delle integrazioni: vorrei viaggiare meno al limite dell'ipo anche se con queste glicemie entro range da normoglicemico non perdo efficienza fisica e pedalo SEMPRE in spinta. Alla faccia delle linee guida che dicono che per essere performanti e ottimizzare la prestazione bisogna mantenersi tra 140 e 180 mg/dl. Magari può valere per una gara relativamente breve, ma se uno si allena 4-5 ore al giorno si rovina il buon compenso per rispettare le linee guida. Negli sforzi prolungati di endurance a mio avviso val forse più impostare - saper gestire la glicemia e mantenerla stabile che pilotare i livelli di zuccheri in alto alla ricerca del giusto compromesso tra prestazione e sicurezza. E' più sicura, sempre a mio avviso, una glicemia relativamente bassa ma stabile di una glicemia "alta ma instabile" .. l'alto e sicuro non è sempre la soluzione migliore … la giusta condotta metabolica è frutto di un ragionamento decisamente più articolato e circostanziato, che implica anche il saper interpretare e costruirsi un abito metabolico su misura curato, appropriato e adatto a più situazioni.
Pontificazioni metaboliche a parte, la serata è proseguita in compagnia della famiglia Bisciaio con una fantastica cena preparata da Mariella. Gran finale a base di caldarroste, un buon bicchier di vino e grappino … alla faccia di chi aveva promesso (il sottoscritto) di non toccare più super alcolici per 10 gg.
Ma dopo 8 ore di bici, tutto è concesso!
Gli occhi mi si chiudono. Gambe stanchissime. Confido nelle mie doti di recupero, ma, come ho già scritto, vivo giorno per giorno e prendo quello che viene. L'opzione "rinuncia" è sempre aperta in caso di problemi!
Preferisco i mezzi di locomozione non convenzionali, ma farò di necessità virtù.
Domani si prosegue il trasferimento verso est sperando che il cielo sia sempre più blu!


T1 • domenica 23 ottobre 2011 • Poppi-Montevarchi • KM 62 • D+859


Smaltita (o quasi) la sbornia al matrimonio del Grippo (che sabato 22 ottobre alle ore 15 si è unito in matrimonio con Caterina Gabutti con il sottoscritto tra gli altri come testimone, ndr), con poche e disturbate ore di sonno, stomaco ko e un persistente senso di malessere alle 14.30 di domenica 23 ottobre parto per la prima tappa di Zig Zag al Centro. Obiettivo: raggiungere per il fine settimana Sorrento dopo aver zigzagato per il centro Italia su strade secondarie e passi minori, evitando perturbazioni, salite troppo dure e eccessi di fatica.


2011 ?

Niente di particolarmente impegnativo dunque con chilometraggio limitato e dislivelli ridotti allo stretto necessario.
Salutati gli amici DNL e la mia fiancée (santa pazienza) sono di nuovi sui pedali: tra le chiappe la fida sella Brooks Alpe d'Huez nera borchiata. Casco ben allacciato, sguardo in avanti, mani fisse sul manubrio a condurre la mia Cinelli Bootleg ZZ RATS alla sua quarta ciclovacanza! Per l'occasione catena e coperture nuove di zecca.
Pappardelle al pomodoro fatte in casa il carburante con cui ho deciso di riempire il serbatoio poco prima di partire .. sì oggi opto per iniziare a pedalare subito dopo pranzo, a pancia piena e con bolo standard e dunque insulina attiva per le successive 3/4 ore. Sospendo la seconda iniezione di basale, coprendo l'intero pomeriggio l'attività fisica prevista.
Abbigliamento non troppo pesante oggi: maglia Raidlight manica lunga, maglia Brooks in lana vintage, manicotti, pantalone bracalone, calzettone. Un mix tra moderno e antico, insomma un look in linea con lo spirito vintage / amarcord di questo cicloviaggio.
Tappa intermedia: pochi chilometri ma di qualità su percorsi scorrevoli non privi di qualche insidia altimetrica ma senza esagerare. Primo tratto lungo la Val d'Arno. Certo Borgo Corsignano è un gioellino di rara bellezza e un po' spiace lasciare questo angolo di paradiso curatissimo. Qualche nuvola copre il sole mattutino. Pedalo agile, raramente rilanciando sui pedali, ascoltando sensazioni fisiche e mentali. La giunzione miotendinea del retto femorale non mi da grossi fastidi, anche se le ginocchia un po' scricchiolano e manca quella rotondità di pedalata del ciclista ben allenato. Agilmente percorro i primi 14 km fino a Rassina, dove svolto a dx in direzione Talla. Ambiente collinare tipicamente toscano, nella campagna della Valdarno Casentinese. Salita lunga ma dolce … traffico zero … in 16 km si raggiungono i 650 mt slm di loc. La Crocina dove all'occorrenza insiste anche una pizzeria.
Primo controllo glicemico della giornata con integrazione di 17 cho, che avevo programmato ma che stante il 51 mg/dl contestualmente rilevato, è decisamente opportuna.
Discesa bella e sicura … aria fredda di tramontana … indosso l'antivento  e tengo le mani al caldo della manopole.
Tornato a quote più basse, a San Giustino Valdarno, la temperatura è ora accettabile e posso rivestire i panni del pedalatore eroico. Improvviso un po' per strade alternative di campagna tra ulivi e pascoli. La provinciale della Val D'Ascione in particolare mi conduce in quel di Terranuova Bracciolini.
Consumo l'altra metà della barretta di sesamo portando a 34 cho le integrazioni totali del pomeriggio sui pedali. Procedo sino all'abitato di Montevarchi, percorrendo solo un paio di km trafficati. Seguo le indicazioni per il "cross dromo" sulla strada per Moncioni. Una salita di 4 km circa di cui metà tra il 9 e il 12% sono l'ultima fatica della giornata. In largo anticipo sul previsto, intorno alle 17.45, giunto in loc. Co Coioni, ospite dell'amico DNL Piero Grazzi e della moglie Paola. Dal paradiso casentinese, all'eden della strada sul sentiero … solo la provincia italiana sa sorprendere con così tanti luoghi di straordinaria bellezza così vicini. Luoghi tranquilli capaci di mettere in fermento lo spirito del ciclovacanziere!
Trattamento di riguardo e sistemazione "presidenziale".





Percorsi 62 km, 700 mt di dislivello complessivo ad una media lorda vicina ai 20 kmh. Niente male come debutto. Vivo giorno per giorno, e vedremo se testa, gamba e fiato terranno. Da domani comunque si inizia a pedalare entro le 9 e si smette max per le 5! Le giornate si accorciamo e le temperature si abbassano.
Atleticamente non potevo chiedere di più. Metabolicamente giungo con 87 mg/dl: piccola ipo al passo a parte, peraltro prontamente rimediata e soprattutto senza effetti negativi sulla successiva performance ciclistica, sono soddisfatto dell'esperimento "attività fisica in picco d'azione insulinica post prandiale". Conoscendo i propri consumi energetici e modulando l'esercizio fisico in relazione si può gestire un allenamento con discreti risultati anche con "bolo in circolo", specie se i ritmi sono tranquilli e la testa libera da inutili paure.
Serata conviviale con amici della famiglia Grazzi. Mangiato da ignorante, piluccando a destra e a manca senza fare conta dei cho e andando completamente a caso con il bolo insulinico. Testa stanca … le poche ore di sonno e la sbornia della notte precedente si fanno sentire e non ho la forza di fare alcuna considerazione razionale. Già scrivere questo resoconto è un mezzo miracolo. Alto e insicuro, 209 mg/dl, 3 unità di correzione e mi metto nel lettone con connessione internet incerta a scrivere queste righe. Basale a 10 unità e domani vedremo. Il meteo non promette niente di buono a partire da mercoledì. Briefing mattutino per decidere il percorso e speriamo nella divina provvidenza e nella tenuta del mio abbigliamento water proof!
Il bello di questo viaggio è che non ho nessuna aspettativa … voglio solo regalarmi qualche giorno di libertà e di avventura con la pace nel cuore … il primo giorno è sempre quello dove sei un po' ansioso. Bisogna ritrovare i ritmi e i meccanismi del ciclovacanziere: la marcia regolare, l'occhio attento, lo spirito contemplativo, l'istinto giusto, quello che ti fa prendere la retta via, scrutare il cielo ed interpretare il movimento delle nuvole.
Gli occhi si chiudono: la mezzanotte è passata da pochi minuti e vorrei concedermi almeno 7 ore di meritato riposo. Ai prossimi appunti di questo taccuino di viaggio …



Cross Dromo di Montevarchi ... Contrada Co Coioni!