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2014 • EVENTI RUNNING - MARATONINA DI LECCO


LECCO • domenica 2 Febbraio 2014
VII MARATONINA AGONISTICA 21,097 K & 10,548 K NON COMPETITIVA


"ON THE ROAD TO ... SEVILLA!"
Report by Valeria (DM1-VR)

«Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace poco discosto dal ponte, alla riva del lago, anzi viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando questo ingrossa: un gran borgo al giorno d’oggi, e che s’incammina a diventar città».
Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, cap. I, 1840.

Era una notte buia e piovosa, in quel della Brianza. Il sabato sera viene trascorso in una pizzeria bergamasca (www.labergamasca.it), consigliata dal Nonno Pietro, gestita da un cuoco sessantenne che prodiga consigli sulla produzione dei prodotti dell’arte panificatrice (pizza, pane, grissini, …) con lievito madre e farina 1 (meno raffinata della consueta 00). Valeria, Alberto, e il gruppo di amici giunti a Osio per festeggiare un compleanno, si attardano nel locale fino alla mezzanotte inoltrata, rapiti dall’eloquio del baffuto pizzaiolo.
Alberto è impaziente. “Muoversi, muoversi! Domattina, a me e Valeria e a chi altri volesse aggiungersi, attende un allenamento all’interno della competizione di Lecco, in vista dell’appuntamento di Siviglia di fine febbraio”.
È appena scoccata l’1 di notte quando ci si sdraia per dormire. La sveglia del giorno seguente suonerà alle 6.
La gara di Lecco, competitiva e non, inizia alle 10, ma Alberto e Valeria decidono di raggiungere in anticipo la città lombarda, per riuscire a correre almeno 9 km, per Alberto, e circa una mezz’ora per Valeria, in aggiunta ai chilometri previsti.
Colazione leggera e prima delle 7 ci si mette in viaggio.
Alle 8 e mezza circa, la coppia raggiunge Lecco, cittadina posizionata sul ramo orientale del Lago di Como, recupera i pacchi gara, deposita le borse presso alcuni locali della Parrocchia di San Nicolò, e parte. Alberto inizia il percorso poco dopo le 9, Valeria circa venti minuti dopo.
Alle 10 l’organizzazione spara il colpo di partenza e la gara ufficiale ha inizio da Piazza Cermenati, nel centro della città.
Il tracciato della gara si presenta a doppio giro e pianeggiante, ad esclusione di alcuni chilometri, dal 3° al 4° e dall’8° al 9° circa, in corrispondenza delle curve che riportano il percorso a ritroso. La gara si sviluppa per due terzi sul lungolago lecchese e per una parte nel centro cittadino.
Il tempo piovoso lascia un po’ di tregua, pur rimanendo nuvole, cielo uggioso e vento, che disturba un po’ lungo il percorso.
Il tracciato è piacevole, con la vista sul lago di Lecco, il ramo orientale del lago di Como, e sui monti della Grigna e del Resegone.
All’organizzazione della maratonina, però, vanno alcune note di demerito: il costo eccessivo per i 21K (25 € paiono esagerati rispetto ai 30 € per la maratona di Siviglia), un millantato pasta party a fine gara del quale non si vede l’ombra, una disposizione scomoda per il deposito borse situato distante dalle docce.
Nonostante tutto, il risultato di Alberto fa ben sperare per il raggiungimento della prossima puntata: Sevilla ci attende! Arriba Arriba!




10 righe da LECCO di Valeria (DM T1, Vigasio VR)

Il piano del Dorando Bru, preparato dal coach Elio Rubis, prevede la partecipazione alla maratonina di Lecco, alla quale aggiungere circa 9 chilometri per compiere il lungo di 30 chilometri in programma.
E io che faccio?! Per la domenica, dovrei percorrere un “lungo”, per la mia preparazione intendo, in vista della mezza da “imbucata” durante la maratona di Siviglia. Sono indecisa se tentare i 21k, ma accetto il consiglio dell’esperto Alberto e decido di iscrivermi ai 10k ai quali aggiungere qualche chilometro da percorrere precedentemente la partenza.
Arrivati a Lecco sorseggio un po’ di cola zuccherata per tamponare una imprevista ipoglicemia postprandiale.
Decido di partire alle 9,20 circa e percorrere un riscaldamento di circa mezz’ora per arrivare in tempo alla partenza delle 10. Percorro circa 2,8 chilometri a 6,30/k orientandomi verso il lungolago settentrionale.
Ritorno sui miei passi e sono pronta per partire, cercando Alberto alla partenza, ma nessuna traccia: che abbia calcolato male i suoi tempi di percorrenza?!
Sbam! Si parte! Percorro nuovamente il lungolago e mi attesto sui 5,30-5,40/k. Riesco a mantenere la concentrazione e il ritmo, cercando di correre modificando un po’ la falcata e spingendo sul famoso mesopiede. Tengo il ritmo, stando al passo di una signora metronomo. La mattinata rimane grigia, con brevi spazi di luce; in certi punti la temperatura sembra quasi intiepidire, per volgere poi al vento freddo verso la fine. Rivedo Alberto sul percorso: ci incrociamo al 3° km per me, credo il 6° per lui, e nuovamente verso il 7° mio e credo il 9° suo.
Dall’8° km ho un calo di concentrazione. Non riesco a tenere il ritmo della signora metronomo che si allontana alla mia vista. Percorro un paio di chilometri a 6-6,30/k circa, e termino la non competitiva a 5,50/k.
Vedo il cartello del 10° chilometro a 57 minuti dalla mia partenza. Il test del moribondo che sia un lontano ricordo?!
Al mio arrivo, il tempo segnato sul tabellone indica che ho percorso 10,548 km in 1ora02minuti17secondi. Contando il gap dell’ultima fila alla partenza, direi che sono abbastanza soddisfatta.
Durante la gara non ho necessitato di integrazioni. Prendo un tè caldo, zuccherato, essendo solubile, all’arrivo.
Se Dorando mantiene il ritmo presupposto, dovrebbe arrivare dopo circa 25-30 minuti dal mio arrivo. Mi dirigo verso le docce e riesco a lavarmi e scaldarmi, un po’ provata dal vento freddo degli ultimi chilometri.
Torno all’arrivo e cerco Alberto. Lo vedo. Soddisfatto. Ma a lui la parola sul suo test.
Lavati, cambiati e riscaldati, cerchiamo il pasta party che era stato comunicato nei volantini della gara. Non trovandolo, optiamo per un pasto in un locale del centro: per me una zuppa d’orzo, per Alberto uno stinco. A seguire, caffè e un pasticcino. Mentre Alberto racconta per telefono i suoi dati, sensazioni, tempi della gara al fedele Nonno Pietro e al coach Elio, passeggiando per il centro città, io mi diletto a osservare gli edifici di questo borgo lombardo dall’impronta ottocentesca, mentre ci dirigiamo verso il lungolago e quindi il rientro.
Ci rivediamo a Sevilla!

10 righe da LECCO di Alberto (DM T1, Roncello MB)
Atleticamente …
Eccomi all'ultimo lungo in preparazione a Siviglia. Arrivo da una settimana con diversi allenamenti impegnativi, una cena di sabato sera terminata a mezzanotte e solo cinque ore di sonno. Nonostante queste premesse, godo di una condizione atletica ottimale.
Come da programma, 45 minuti prima dello start della mezza maratona corro il riscaldamento di circa 10 km. Calcolo quasi tutto alla perfezione e un minuto prima delle 10 sono in prossimità della partenza. Attendo meno di un minuto lo sparo e riparto con la gara e con il mio allenamento. Sin dall’inizio tengo il passo prefissato di 4'25''. I primi chilometri sono in leggera salita e contro vento, ma non mi creano particolari difficoltà. Tengo sempre sotto controllo frequenze cardiache, sensazioni, postura di corsa per evitare fatica eccessiva e un conseguente rallentamento.
Resto sullo stesso passo fino al 7° chilometro, quindi accelero e corro tutto il resto della gara da 4'20'' a 4'10''.
Mi accorgo di star bene: sono lucido e non ho bisogno di integrare eccessivamente. Durante la gara assumo solo un enervit pre-sport (che corrisponde a 25 grammi di carboidrati) dilazionato in tre volte: al 9°, al 19° e al 25° chilometro. Inoltre, mi fermo un paio di volte per bere dell’acqua.
Ripensando ai lunghi corsi in precedenza, mi accorgo di aver assunto circa 15-20 grammi di carboidrati in meno.
Avverto un calo, l’unico della gara, verso il 20° chilometro della mezza (che corrisponde al 28° chilometro del mio allenamento) che quindi chiudo correndo leggermente più lento dei chilometri precedenti. Oltrepassato il traguardo consegno il chip, bevo velocemente mezzo bicchiere di sali minerali e riparto per 10 minuti di defaticamento.
Aver desiderato correre, dopo il termine del percorso di gara, altri 10 minuti mi fa comprendere che ho compiuto l’allenamento senza fatica eccessiva.
La settimana precedente è stata intensa di allenamenti, il sabato sera è stato segnato da una cena ricca in carboidrati e da poche ore di sonno, ma ciononostante ho condotto e portato a termine 30 chilometri in un modo e ad un ritmo che mi danno fiducia di poter correre e terminare la maratona nel modo prefissato.
Ripensando alla mia ultima preparazione, che risale al lontano 2009, ricordo allenamenti terminati con la lingua per terra, lunghi falliti e soprattutto lontani anni luce dai ritmi attuali.
Tutto ciò non significa aver già compiuto la maratona, sono consapevole che sarà dura, ma perlomeno posso confermare di aver fatto tutti i compiti a casa!
Attualmente mancano tre settimane al 23 febbraio, sono settimane meno dure delle precedenti, ma comunque importanti. Devo mantenere la condizione attuale, non esagerare e quindi evitare di compromettere quanto di buono fatto fino a qui!
Metabolicamente … Giornata perfetta !!! Ho gestito molto bene la colazione prima, i boli e le integrazioni durante la gara. Le glicemie riscontrate sono state ottimali. Non segnalo alcuna nota negativa, spero quindi di ripetermi in maratona e che questa gestione diventi routine.
Questo allenamento mi ha dato le ultime conferme su come gestire il bolo della colazione, il rapporto insulina/carboidrati corretto e le integrazioni per la maratona.
Mentalmente … Quando tutto sembra andare per il verso giusto la mente rincara la dose e ti fa sentire ancora meglio. Questa è la mia situazione attuale. Non so come andrà la maratona di Siviglia, ma la preparazione, iniziata senza velleità particolari, mi sta dando fiducia e consapevolezza atletica e mentale. Sto riscoprendo il gusto di prepararmi bene e con criterio per raggiungere un obiettivo, sto ritrovando motivazione nello strutturare gli allenamenti, nel registrare i dati, nel modificare e migliorare la terapia insulinica e la gestione metabolica.
Sembrerà una frase da “paraculo”, facile da scrivere quando tutto va bene, ma voglio scriverlo adesso quando non ho ancora raggiunto l'obiettivo e quindi potrei ancora fallire: mi piace correre, mi piace andare in pista, mi piace corricchiare, fare ripetute, uscire alle 6 di mattina con il freddo. Mi piace correre sotto l'acqua ghiacciata, mi piace correre una gara, mi piace correre 30 chilometri da solo attorno ai tristi paesaggi della bassa Brianza. Corro con piacere da solo, non sento bisogno della compagnia e dello stimolo degli altri, anzi stimolo gli altri a superare il test del moribondo ... insomma, ciò che mi piace è CORRERE … e in questo periodo mi godo poter correre con continuità senza acciacchi.