Il mio mese di luglio è iniziato con la salita al Breithorn Occidentale (4165m s.l.m.). In preparazione al futuro
viaggio in Nepal mi sto sperimentando in determinate situazioni. In settimana il mio allenamento comprende: un giorno di dislivello (1000m), un giorno di dislivello in bici (MTB, dai 400 ai 700m, dipende dal tempo) e un giorno di camminata in piano di svariati chilometri (ogni settimana aumento di 4 Km rispetto a quella precedente, ad oggi 5/07 sono arrivata a farne 14), questo è il giorno che meno mi piace. Due mattine sono dedicate al cavallo e il fine settimana è dedicato all'arrampicata che tiene in allenamento la parte superiore del mio corpo, decisamente in allenamento! Di solito il dislivello lo faccio la mattina presto, sveglia alle 6,40, partenza per le 7,15 da casa, parcheggio la macchina circa 200m sotto la località Meschie (800m s.l.m.) e per le 7,45 inizio la salita, non arrivo in cima alla montagna perché gli ultimi 150m sono di un percorso che si inerpica per le pietraie, da sola preferisco evitare di arrampicare anche lungo itinerari classificati da dementi (nuova classificazione!). Arrivo per cui sopra un Gias sotto la cima che è a quota 1915m. Da qui inizia la mia discesa. Per la bici parto intorno alle 17,00, ora in cui il sole inizia a dare un po' di tregua e torna Alberto, e si va dove ci portano la catena e i pedali, ho sempre con me l'altimetro e la mia meravigliosa KTM ha un contachilometri per cui sono sempre informata su quello che faccio. In queste due occasioni porto la basale del microinfusore a 0,30 unità per ora, anche se devo diminuirla ulteriormente perché devo sempre integrare durante il tragitto.
Nel mio allenamento c'era in programma anche una, o più di una, salita ad una montagna di 4000m, questo per verificare se soffro del mal di montagna o quant'altro.
Dopo l'incontro del MADIdea eccomi ad Aosta, da Mauro, con Alberto e 6a, sempre presenti! Avevo sentito dire di tutto sul mal di montagna e sono salita con decisamente tanta ansia, la mia più grande preoccupazione era quella di vomitare, oltre a quella di finire in ipoglicemia. Non sapevo assolutamente cosa sarebbe potuto accadermi a quelle quote. Ma bisogna fidarsi degli autoctoni e lasciare che la mente conti i passi.
Venerdì siamo arrivati nel capoluogo valdostano e sabato abbiamo messo i piedi sul ghiacciaio. Abbiamo preso gli impianti a Cervinia e siamo arrivati fino a Plateù Rosà (3480m s.l.m.), da qui abbiamo camminato fino in vetta. Avevo tantissime sensazioni contrastanti che annunciavo meticolosamente alla nostra guida (grazie Mauro e scusa ancora...), ma la risposta era sempre la stessa: “Non si sta bene a queste quote, soprattutto senza acclimatamento, ma non pensare e cammina, piano piano metti un piede dietro l'altro e cammina, il resto passaâ€. E infatti è passato, pativo molto le partenze dopo le soste, gli ultimi 30m sono stati i più difficili, nonostante Mauro continuasse a dire che era finita! Un filo di mal di testa ha sempre accompagnato la salita e anche un piacevole senso di vomito, ma siamo arrivati su. La discesa forse è stata ancora più difficile, il sole non ci ha mollato un attimo e un caldo atroce ha reso tutto più complicato. Ma appena seduta all'ombra degli impianti di risalita ho guardato la nostra cima e ho sorriso, ho fatto anche questa, bello!
Durante la salita e la discesa ho trovato un altro mio difetto: mi adatto difficilmente alle condizioni “non di confortâ€. Vado bene fino a che sto bene in un certo limite, molto ampio, ma quando esco da questo inizio a diventare noiosa, anche per me che mi ascolto...indipendentemente dal diabete.
La glicemia è andata benissimo, non sono mai scesa sotto i 90 mg/dl e solo alla fine di tutto ho trovato un valore di 209 mg/dl. Ho integrato con una bustina di zucchero e un sorso di coca, ma forse avrei semplicemente dovuto abbassare di più la basale, condizione annotata sul diario!
La sera abbiamo cenato abbondantemente, ho tenuto la basale standard ma ho fatto un pochino meno di bolo, prima di andare a dormire ho rilevato un 180mg/dl e ho corretto di 0,7 unità , la mattina mi sono svegliata un po' alta 154 mg/dl. Avrei dovuto mettere la sveglia alle ore 02,00 e controllare, come ha sapientemente fatto Mauro, in modo da alzarmi con una glicemia migliore. Ma almeno ho evitato le ipo, situazione che mi avrebbe messo sicuramente nei guai.
Non ho sofferto il mal di montagna, o comunque non in maniera drammatica come mi aveva annunciato tutti: Nepal arrivo!
Descrizione Breithorn (fonte internet by DNL)
Il Breithorn occidentale è da molti considerato come "il piu' facile 4000" delle nostre Alpi. Si tratta effettivamente di una montagna che non presenta difficolta' tecniche, anche se va tenuta in conto la quota considerevole, e il conseguente impegno fisico; inoltre, dato che si cammina su ghiacciaio, e' necessario legarsi e disporre dell' attrezzatura adeguata (ramponi, piccozza, imbrago, moschettoni e abbigliamento da alta quota).
Il Breithorn e' una delle montagne di confine che separano la Val d' Aosta dalla Svizzera, nel tratto fra il Cervino e il gruppo del Rosa; la cima occidentale e' quella piu' alta e, visto il facile accesso, anche la piu' frequentata, rispetto alle altre due (Breithorn centrale e orientale, anch' esse sopra i 4000 mt.). La base dell' escursione si raggiunge in auto da Niguarda in circa un paio d' ore: si prende l' autostrada per Aosta, uscendo a Chatillon-SaintVincent, e si percorre la Valtournenche fino a Cervinia.. Da qui si prosegue in funivia per il Plateau Rosa', dove si trova il rif. "Guide del Cervino", a 3480 metri; dato il notevole sbalzo di quota, e visto che la funivia e' divisa in tre tronconi si puo' anche decidere di fare un tratto della salita a piedi.
Si parte camminando sulle piste, verso il Colle del Breithorn (in alto a sx nella foto)
Il rifugio dispone di una quarantina di posti, il servizio di alberghetto costa 45 euri, e la cena non e' niente male. Le camere invece non sono un granche', le brande piuttosto sfondate (perlomeno le nostre) e, complice il ricambio d' aria nullo, di notte fa un caldo della madonna, e riuscire a dormire e' davvero un' impresa (tenete presente che a causa dello sbalzo di altitudine qualcuno potrebbe anche accusare un po' di mal di testa). In alternativa al "Guide al Cervino" si puo' pernottare anche al rif. "Teodulo" del CAI, circa 150 metri piu' in basso, che si raggiunge in mezz'ora di comoda camminata sul ghiacciaio.
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