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Dnl - Diabete no limits

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Diabete Off-Road @ 2012 - Trail degli Eroi


TEAM DIABETE NO LIMITS @ TRAIL DEGLI EROI
Bassano del Grappa, VI • 30 settembre 2012 • h 6,00 • 46k x 2500 d+




Sui sentieri della Grande Guerra ... DNL c'è!
Trail in autosufficienza: ai ristori solo "acqua"!

RISULTATI TEAM DNL @ TRAIL DEGLI EROI

> Cristian Agnoli, VR • DM1 • 6H27:40 • 96°
> Alessandro Grippo, AR • DM1 • 6H33:04 • 107°


FINISHERS ...

IL GRAPPA DEL GRIPPO di Alessandro Grippo

TRAILISTICAMENTE > Il trail oramai mi affascina sempre di più, il trail visto come scoperta di se stessi e non come sfida atletica. Giorno dopo giorno, mi accorgo di puntare sempre più avanti, il desiderio di scoprire cosa fa il corpo e la mente quando le ore di corsa o cammino aumentano, i chilometri trascorrono, la fatica bussa alla porta. Forse in maniera troppo ambiziosa mi ritrovo spesso a pensare a corse sempre più lunghe in mezzo alla natura ed in compagnia della mia
solitudine, o al limite in compagnia di qualcun'altro che sappia apprezzare il silenzio della notte o le parole del vento. Sarà per questo che anche in una gara partecipata come il Trail degli Eroi mi comporto esattamente come fossi da solo tra i monti di casa mia: mi fermo senza pensare al cronometro che incalza per mangiucchiare, per coprirmi o spogliarmi, per godere di una vista o un profumo per riprendere fiato o sistemare lo zaino.
Questa mia ambizione a portarmi verso le lunghe distanze in natura non necessariamente dovrà passare da gare di trail, al contrario c'è una maggiore possibilità di ritrovare gli elementi che cerco in un'uscita solitaria non organizzata, tuttavia la partecipazione ad una gara mi permette di scoprire sentieri che altrimenti difficilmente potrei percorrere non conoscendoli perché fuori dal mio areale geografico di appartenenza.
A prescindere  da questo mio parziale distacco verso l'agonismo il mio Trail degli Eroi pur se gara è stata una bella emozione. Di lui ricorderò in particolare alcune cose. Ho negli occhi il lungo serpentone luminoso delle centinaia di lampade frontali che si snodava lungo le pendici del Grappa.
Rispetto il bel comportamento ed il silenzio degli altri trailer (almeno di quelli che si trovavano a correre accanto a me) i più lenti agevolavano il passaggio ed i più veloci non ti montavano addosso per passare attendendo tratti favorevoli al sorpasso.
Ho nel cuore la discesa nella vallata che si trovava subito dopo il rifugio Bassano e prima del monte Pertica, ho percorso il lungo e largo sterrato praticamente sempre solo e con sopra la testa dei bassi e iracondi nuvoloni neri, sotto di me vallate semideserte.
Il lungo tratto in cresta di continui su e giù sotto il martellare della pioggia sul k-way, peccato la densa foschia impedisse di godere appieno degli scorci. I raggi di sole che si facevano largo tra le dense nubi illuminando il fianco delle
montagne alla sinistra del sentiero tra il Finestron ed il Col de Fenilon. La corsa dentro al bosco dopo il Campo Solagna sul sentiero che si snodava tra le trincee della 1° guerra mondiale e le gallerie, rifugio dei soldati, che si addentravano nella montagna.


h 4.50 a.m. ... on the road again!


ATLETICAMENTE > I primi 2km al bel galoppo su asfalto mi hanno portato al single track iniziale in posizione un po' troppo arretrata costringendomi ad avanzare chiuso nel trenino  che si arrampicava verso il Grappa. Questo pur se un po' fastidioso mi ha costretto ad avanzare con un passo un po' sotto le mie reali possibilità salvandomi un po' le gambe per i successivi chilometri. Il resto della salita fino ai 1774mt di Cima Grappa l'ho percorso benone anche se sono
arrivato all'ultimo centinaio di metri di dislivello con le gambe un po' fiaccate. In salita ho sempre camminato, di buon passo ma camminato. Dopo i 10 minuti di sosta fatti al rifugio Bassano sono ripartito per il tratto centrale, questa è stata la parte del percorso che ho sofferto di più, nella salita al Grappa difatti ero riuscito a trovare il mio passo e bastava tenerlo per salire agevolmente, qua invece il continuo susseguirsi di salite e discese mi rompeva
il ritmo costringendomi a continui rilanci nell'azione. Dopo la ripida e scivolosa discesa verso il Finestron dove sciando sul fango ho recuperato un sacco di posizioni sono riuscito a prendere un bel passo di corsa (4'40'' - 4'45'' al km) che ho tenuto fino al campo Solagna. Qua iniziava la ripida discesa finale su uno stretto single track dal pavimento di duri pietroni smossi, qua la fatica e il dolore ai piedi costretti nelle scarpe e calze
fradicie mi hanno frenato bruscamente, non riuscivo a tenere un passo migliore dei 5'30'' al km e così ho cercato di tenere botta guardando i metri di pietra scorrere sotto i miei piedi doloranti. Subito dopo il tratto ipertecnico di una 50ina di metri presidiato dall'assistenza, il sentiero si allargava e il fondo migliorava non poco ripermettendomi di trovare un azione di corsa meno contratta e più fluida tornando nei 3 chilometri finali a ritmi prossimi ai
4'40'' al km. Ho concluso bene, non stanchissimo, piedi doloranti apparte.

METABOLICAMENTE > La lauta ed ottima cena preparata dagli splendidi Elisa e Mauro che ci hanno ospitato, minacciava il controllo metabolico notturno ma grazie ad un provvidenziale risveglio notturno alle 2.00 che mi ha consentito un controllo glicemico (197mg/dl) con conseguente bolo correttivo di 2U mi sono svegliato con una glicemia appena accettabile, che è poi scesa ulteriormente durante le 2 ore trascorse tra il risveglio e la partenza della gara. In gara la salita iniziale piuttosto lunga mi ha confuso le idee, ho integrato una volta a metà salita, poi dopo quando ancora mancava una mezz'ora buona alla vetta, ho scelto di aspettare ad integrare ulteriormente sbagliando e difatti la fiacca dell'ultimo centinaio di metri di dislivello prima di cima Grappa non aveva solo ragioni atletiche ma piuttosto metaboliche il controllo mi rivelava difatti una lieve ipoglicemia (69 mg/dl). Il resto della gara è trascorso liscio, ho integrato regolarmente per un totale di 153 grammi di carboidrati e finendo con una glicemia buona (124 mg/dl). Per maggiori dettagli vedi il Book.



CONVIVIALMENTE > Non ringrazierò mai abbastanza la generosa ospitalità di Elisa e Mauro che ci hanno accolto nella loro famiglia con calore e amicizia facendoci sentire a casa nostra. Il resto della trasferta tra Garda, Padova e Borso del Grappa trascorso assieme a Cristian, Monica, Cherubina e ultima ma non per importanza la mia splendida moglie Caterina fa parte di un pacchetto che oramai conosco e che mi da serenità.
Trascorrere queste giornate mi da la sensazione che la vita è bella e vale la pena di essere vissuta appieno, attimo dopo attimo senza assillarsi e complicarsela con la superficialità del mondo moderno ma godendo igesti semplici, il piatto di pasta sul tavolaccio del pasta party tra risate e un bicchiere di vino con i muscoli ancora caldi della corsa vale più della cucina molecolare da 100€ a porzione.
La portata non fa il convivio, l'amicizia e la stanchezza fanno accogliente la panca di legno e deliziosa la pasta scotta.


In griglia ... h 5.55 a.m.!

ALTISSIMO, LENTISSIMO, STANCHISSIMO di Cristian Agnoli

TRAILISTICAMENTE … Chapeau agli organizzatori. Tutto perfetto, balisaggio incluso. Qualcuno è riuscito, mi dicono, comunque a sbagliare strada, ma la corsa in natura non può essere una "fettuccia continua". Il dettagliatissimo roadbook con esauriente spiegazione non ammette scuse. Chi viene alle gare trail pensando di essere in un circuito cittadino transennato dove si corre a testa bassa e ti urlano dove andare con apripista incluso è meglio resti nel mondo delle stracittadine, comunque rispettabilissime e ben segnalate.
Gara impegnativa, a mio avviso non eccessivamente tecnica, adatta a trailer veloce e di fondo. L'ultima discesa risulta impegnativa "a gambe stanche" ma è corribile, senza pendenze proibitive e passaggi ostici.
La pioggia battente caduta per poco più di un'ora non ha creato particolari disagi, a parte qualche tratto scivoloso. Ma niente di pericoloso.
Chi vuol fare la gara deve, come suggerito nel roadbook, prendere le prime posizioni sin dall'inizio onde evitare di giungere all'inizio del primo ripido sentiero imbottigliato nel serpentone che sale al Gpm.
Encomio per la politica dell'autosufficienza con ristori solo idrici. Io non avrei messo nemmeno la coca-cola, e lo dico da persona che per problemi di imperfetto metabolismo degli zuccheri, può aver maggior necessità di altri atleti di bevande dolci.
Se il trail non vuole diventare semplicemente un luogo di sfogo delle nostre frustrazioni sportive alternativo alle gare su strada amatoriali, è bene insistere sui principi dell'autosufficienza e del materiale obbligatorio: la montagna va rispettata non invasa. E lo dico da sostenitore dell'agonismo e della velocità anche nei trial.
Quando si ottiene un bel risultato, quando si conquista una vetta, quando si attraversa una cresta impegnativa, e a maggior ragione quando si attraversa un luogo sacro come il monumento ai caduti della Grande Guerra, ci si dovrebbe sentire un po' più "piccoli" e umili. Invece gonfiamo il petto, ci crediamo superatleti e puntiamo l'avversario. Quanti dei "trailer" in gara hanno dedicato un pensiero, un po' di silenzio alla storia di questi sentieri. Quel silenzio, peraltro cui si era invitati da numerosi cartelli, sarebbe dovuto essere di rito. Invece i concorrenti sia davanti, sia dietro di me, sempre a parlottare senza nemmeno dedicare a questo luogo sacro e di morte, il doveroso rispetto. E' vero che solo la fatica di arrivarci a piedi potrebbe già essere considerato un obolo sufficiente, ma al mondo del trail chiederei qualcosa di più di questo. Cinque, dieci, secondi di silenzio. E che cazzo! Così tanto ci vuole. Trailstorditi rinsavitevi o il trail è già morto! Alla faccia di tutta la filosofia spicciola sullo spirito trail da cui anch'io mi lascio spesso abbindolare!
ATLETICAMENTE …
Lentissimo e stanchissimo … da due mesi corro max 4 volte la settimana per 45/50 minuti. Da 8 a 10 km con 300 mt di dislivello. Ho messo dentro un paio di lunghi, da 2h30 e da 3h30 sfiorando 1300 mt di dislivello soffrendo di palesi problemi tendineo-muscolari.
L'unico motivo della mia presenza era la conquista di quel punticino mancante per qualificarmi (come trombato 2012 sono iscritto di diritto) all'Ultra Trail del Monte Bianco 2013. E ad altro non potevo ambire. JUST FINISHER ...
Pensare di venire qui e fare pure la gara era impensabile anche se pensavo ad una forbice finale tra le 5h30 e le 6h. Il fatto di essere rimasto imbottigliato nella prima salita, mi ha giovato e mi ha consentito un'inaspettata brillantezza riapertosi il sentiero. Ho preso un passo buono recuperando parecchie posizioni. Gli allenamenti brevi e in salita se non altro mi hanno mantenuto performante sulle salite "secche". Ma non potevo poi non pagare in termini di "fondo" . Dopo Cima Grappa ho corso molto controllato, cercando di preservare le mie ginocchia doloranti. Già al 20° km ho iniziato a correre di "conserva". Fino al 30 km ho tenuto decentemente, fino al 40° appena dignitosamente, mentre gli ultimi 6 km praticamente ho camminato trascinandomi al traguardo e perdendo più di 40 posizioni. SHAME ON ME! Nelle ore successiva ginocchia doloranti al minimo piegamento. PAZIENZA!
Prestazionalmente dunque una gara da non considerare, anche se paesaggio e contesto avrebbero meritato un tributo di maggior efficienza da parte mia. Ma in questo momento di più non posso dare. Conto di tornare nei prossimi anni, per onorare ANCHE ATLETICAMENTE questo percorso ricco di storia.
Mi lecco le ferite e da oggi chiudo per 4/5 settimane ripromettendomi di dedicarmi a rehab e fisioterapia con impegno e dedizione. Solo così posso pensare di poter affrontare la stagione trailistica 2013 con qualche speranza di far bene, e in particolare, di prendere il via all'UTMB in condizioni fisiche ottimali.


METABOLICAMENTE …
Altissimo? La cena a casa della famiglia Dalla Pozza? Ottima e abbondante. Menu concordato.  Morigeratezza nel consumo di alcolici, con vini selezionati di prima qualità (la cantina di Mauro è ben rifornita). Giusto tre bicchierini e un dito. Le 12 unità di insulina prandiale somministrate in 2 soluzioni (7+5) non sono bastate a gestire il pasto e controllare la glicemia della notte. Con 69 mg/dl prima di coricarmi, verso la mezzanotte, ho ben fatto a non integrare con nulla, conscio degli effetti iperglicemizzanti tardivi di cene complesse e abbondanti. Non ho fatto altri boli. Ci voleva forse più coraggio (alla Brunelli o alla Guerra … diciamo) ma di certo non mi aspettavo di ritrovarmi al risveglio, h 4.45, con un 296 mg/dl. Penso sia la prima volta che mi capita in 7 anni di diabete. Per l'ennesima volta non so contenere la mia voracità e non ho la sufficiente onestà e lucidità per prendere le adeguate contromisure. Nulla per cui essere condannati a morte per carità, però resto un fottuto "cazzaro" quando così faccio. Al risveglio, per fortuna, dopo 4 ore di profondissimo sonno, ho saputo però ritrovare il senno: Altissimo ma Levissimo!
Con la partenza a poco più di un'ora, ragionando su tipo di sforzo, esperienze precedenti, terapia in atto, ho pensato di non fare niente, rimanendo a digiuno (con quello che ho assunto a cena potevo sopravvivere per 10 giorni in una trincea del Monte Grappa) riverificare la glicemia qualche minuto prima dello start, insulina in tasca e poi decidere. Verificato il lieve trend in discesa, ho dunque scelto di affidare alla sinergia basale (10 unità di detemir comunque in circolo) e attività fisica (46 km e 2500 d+ di certo non sono uno scherzo con 1700 d+ tutti d'un fiato …) il compito di riportare i valori glicemici entro valori ottimali. Dopo 1h50 di gara decido di provare la glicemia e riscontro un 111 che mi conforta sulla strategia adottata.
Da qui inizio a integrare con regolarità, partendo prima con il gusto salato dei cracker, per poi affidarmi a barette, miele e sorsi di coca-cola, inaspettatamente trovata ai ristori. Per i dettagli rimando al book allegato.
Il buon compenso è poi proseguito per tutta la giornata, con un aumentato rapporto insulina:cho a 1:25.
Trasferte, stanchezza, impegni famigliari e paterni … il mio metabolismo ha tenuto botta, nonostante il colpo di cannone al risveglio. Ma ero iscritto a una gara che attraversava trincee e campi di battaglia … qui si che ne hanno visti di botti, altro che le nostre "pippe" metaboliche.
CONVIVIALMENTE …
just do it! Un week end fantastico, più mirato alla convivialità con volti noti di buoni vecchi amici, che alla condivisione dello spirito trail, a stordirsi a colpi di racconti di gare, allenamenti, calendari, acciacchi, buoni umori e malumori.
Al pasta party del sabato sera predisposto dagli organizzatori, abbiamo, come detto, preferito la cena da amici.
A fine gara sempre bello scambiare quattro chiacchiere in allegria. Peccato che il mio ritardo sulla tabella di marcia non si sia incastrato con poppate, sonnellini e cambio di pannolini della mia piccolina che beata dormiva a qualche centinaio di metri dall'arrivo in zona protetta. Ma con soli 27 giorni di vita è forse meglio così.
In gara, al parlottare con gli altri concorrenti, ho preferito il silenzio, interrotto solo quando e se interrogato da altri o per garbati incoraggiamenti.
Alla fine mi è uscita anche qualche parola in più … quando la stanchezza aumenta e l'efficienza diminuisce, alla forza delle gambe si sostituisce la forza delle parole. Ma bene faremmo, sempre e comunque, a starcene zitti e in silenzio, aguzzando la vista, ascoltando i nostri attriti e respirando a pieni polmoni i profumi della natura, anche solo l'odore del fango.
Nonostante io avverta sempre più imminente la fine dello spirito trail (se mai è esistito) nel mondo del trail competitivo a cadenza settimanale superteam inclusi, sempre più deriva consolatrice o avventura estemporanea di asfaltisti prestati alla corsa natura senza la dovuta preparazione mentale, spirituale e montagnard, continuo il mio percorso di perfezionamento alla pratica del trailrunning cercando sempre più e solo dentro di me, in pochi fidati amici trailer, oltre che nella straordinaria bellezza dei colori, degli odori e dei rumori della natura quel senso di pura e umile felicità che rincorro.
Nemmeno io sono immune da "derive musone" da trailstordito ma quando me ne accorgo mi prendo a legnate e se non lo faccio io, fatelo voi per me.
Grande Grip, vice-presidente DNL, oramai corridore in natura pronto a fare il salto di qualità definitivo. Uno, cento, mille Grip!
Ciò detto, Altissimo, stanchissimo, lentissimo … felicissimo!



Tea Time ... il tè delle 5 ... di mattina!



DESCRIZIONE PERCORSO

Primo Tratto 
Da Antica Abbazia a Campo Croce Distanza 7,800 dislivello +945 -125
Strada Bianca 1,100 km
Sentiero 6,200 Km
Strada Cementata/ Asfaltata 0,500 Km

Si parte in direzione Nord, imboccando la valle S. Felicita, seguendo una carrareccia per circa 1,100 Km, dopo i quali bruscamente si gira a dx imboccando, da subito ripido, il sentiero CAI nr. 100. Per i successivi 3,000 km non e’ possibile superare in quanto il sentiero sale ripido e stretto. Chi vuole prendere posizione di testa deve farlo nel primo chilometro.
Al Km 4,100 circa, si raggiunge una mulattiera che si segue a sinistra e che in breve torna ad essere un sentiero, abbastanza largo, che con dei continui sali scendi conduce ad un gruppo di case. da qui una strada cementata da seguire verso dx porta in vista del primo ristoro.
Agevolare il controllo manuale del pettorale.
INTERESSE : Faggeto che esalta la corsa nel tratto finale

Secondo Tratto 
Da Campo Croce a Cima Grappa Distanza 5,300 dislivello +860 - 110
Sentiero 5,100 Km
Strada Cementata/ Asfaltata 0,200 Km
Si attraversa ora un prato (seguire attentamente le balise) e all’altezza di una pozza d’acqua, facente funzione di abbeveratoio per gli animali, salire verso nord in linea di massima pendenza. Tratto che conduce in vista della Baita Camol e nel bivio che la precede si piega a destra mantenendosi sul sentiero CAI nr. 100.
Attenzione: Per alcuni metri reticolato sulla destra! Mantenere un’andatura adeguata ad evitare una caduta. Si segue senza soluzione di continuità il sentiero nr. 100, che tra sali e scendi, tratti boschivi, prativi, e creste erbose, conduce (dopo qualche attraversamento stradale) in vista di Cima Grappa. Si raggiunge, con qualche strappo, l’imbocco della scalinata che porta alla chiesetta dell’Ossario Italiano (logo del ns. trail). La si sale con rispettoso silenzio (come richiesto dal luogo) sino a raggiungere il viale circondato dai nomi dei principali colli del Massiccio del Grappa teatro della Guerra ’15-’18. Si segue il Viale sin poco prima dell’Ossario Austriaco, ove si prende a dx un sentiero che conduce ad una scalinata, in discesa, in vista del ristoro e del GPM.
Primo Cancello: Lasciare il Ristoro entro le ore 10.00 (tempo Max 4,00 ore dalla partenza) Agevolare la lettura del chip sul Pettorale
INTERESSE : Ampi panorami sulla pianura, da Padova/Treviso a Venezia!

Terzo Tratto
Da Cima Grappa al Finestron
Distanza 10,800 dislivello +375 - 875 Sentiero 10,750 Km Strada Cementata/Asfaltata 0,050 Km

Lasciato il ristoro si prende il sentiero naturalistico di Cima Grappa e si punta decisi verso nord. Si scende per mulattiera sino ad un bivio che si prende a sx (continuare sostanzialmente per la stessa mulattiera). La si percorre sino ad un brusco cambio di direzione a sx (presenza personale) che ci permetterà, prima con ripido sentiero in salita, poi con veloci sali Scendi, di portarci (attraversando la conca sopra il Rif. Bocchette) sopra il Monte Pertica (Mantenersi sul percorso Naturalistico senza prendere sentieri che scendono ripidi, ma puntare ad una piccola Forcella). Questo tratto, rispetto alla prima formulazione, non riduce la lunghezza del Trail ma ci permette di non perdere inutile dislivello che poi bisognava recuperare.
Raggiunta la piccola Forcella, si procede a sx per prato in leggera salita (seguire balise) sino ad incontrare una mulattiera che porta verso le pendici nord di Cima Grappa.
Continuando per la mulattiera, ora in leggera pendenza, si raggiungono le pendici Nord di Cima Grappa. Da qui si lascia il largo percorso per deviare verso dx sul sentiero CAI nr. 10 e si attraversa, in sali scendi, tutto il versante (tratto con lapidi commemorative), sino a tornare in una zona prativa . Seguire in discesa le balise che condurranno verso le creste prative del Monte Coston, seguendo il sentiero CAI nr. 20, che in quota (immancabili dei saliscendi) segue tutte le creste e le cime minori del Massiccio del Monte Grappa, teatro della Grande Guerra. Si raggiunge così, ultimo colle di questo tratto, il Col della Berretta (presente un piccolo ripetitore).
Qui, ripida discesa (Sentiero CAI nr. 29), sino al ristoro in località Finestron. Agevolare il controllo manuale del pettorale.
INTERESSE : Flora e Fauna varia, con Habitat diversi per tutto il tragitto. Rimangono ampi i panorami che ora spaziano anche sulle Dolomiti : Pale di San Martino, Civetta, Oltre che sui Lagorai e sull’Altipiano di Asiago.

Quarto Tratto 
Dal Finestron a Campo Solagna Distanza 12,700 dislivello +160 -410
Sentiero 9,100 Km Strada Bianca 2,100 Strada Cementata/Asfaltata 1,500 KM
Descrizione Saliente Si prende ora il Sentiero CAI nr. 40 (nel primo tratto intitolato ad Antonio Bizzotto) che ci porterà al secondo Cancello di Campo Solagna. Il tracciato inizialmente presenta il cosi’ detto ‘Mangia e Bevi’, tratti con saliscendi molto vicini e ripidi, poi via via, trasformandosi in mulattiera con tratti di strada bianca, il percorso si fa piu’ dolce e veloce. Si prosegue per il tracciato nr. 40 (in alcuni punti prativi fare attenzione alle Balise) che sostanzialmente segue le creste in direzione sud.
Superato un cortile di una casa (restare radenti alla staccionata), il tracciato prende una mulattiera di dx, fare attenzione alle indicazioni (difficile sbagliare in quanto andando diritti, dopo pochi metri si sbuca su di una strada asfaltata).
Si prosegue lungamente la mulattiera (sempre in direzione sud - diritti-) sino ad incontrare un’altro gruppo di case, anche in questo caso fare attenzione, in quanto tra le case si prende, decisi verso dx, un largo sentiero che prosegue erboso sino ad un prato (diritti si finirebbe nuovamente in una strada asfaltata).
Si attraversa il prato sino a prendere una mulattiera che procede verso dx in direzione di un Parco Acrobatico. Non lo si raggiunge in quanto, poco prima, si piega in salita a sx su zona prativa (seguire balise). Si supera in questo modo il Col del Fenilon con panorama sul Ponte Degli Alpini di Bassano del Grappa (RISTORO), e si prosegue per Strada Bianca verso il Villaggio Del Sole-Campo Solagna (tratti di strada bianca ed asfaltata, seguire le balise e le indicazioni sentiero nr. 40 in quanto sono presenti parecchie biforcazioni).
Raggiunto il Borgo, si segue la strada che da esso esce in direzione di Campo Solagna, si raggiunge una strada principale (presenza di personale) che si segue brevemente in discesa - dx - sino a raggiungere un sentierino sulla sx che permette di evitare questo tratto di strada asfaltata che ci divide da Campo Solagna (Segnavia nr. 40).
in breve si raggiunge la Chiesetta di Campo Solagna Secondo Cancello: Lasciare il Ristoro entro le ore 14.00 (tempo Max 8,00 ore dalla partenza) Agevolare la lettura del chip sul Pettorale
INTERESSE : Sarà emozionante l’arrivo sul Col del Fenilon con un bellissimo colpo d’occhio su Bassano del Grappa e la Valsugana.

Quinto Tratto
Da Campo Solagna a Antica Abbazia Distanza 9,390 dislivello +160 -980
Sentiero 7,700 Km
Strada Cementata/ Asfaltata 0,290 Km
Strada Bianca 1,400 km
Descrizione Saliente
Entriamo ora in un’altra parte suggestiva del percorso. Abbandonato il Ristoro, Si scende verso la Strada Cadorna (Campo Solagna), la si attraversa e la si segue verso dx. Dopo qualche centinaio di metri si piega bruscamente verso sx a prendere il sentiero CAI nr. 54, e si sale il ripido sentiero che porta sul Col Campeggia.
Si costeggia il bosco, primo tratto in piano e poi in discesa, e si costeggia anche, verso sx, una pozza d’acqua, dove ci sarà il quarto ed ultimo ristoro. Secondo Cancello: Lasciare il Ristoro entro le ore 14.30 (tempo Max 8,30 ore dalla partenza) Agevolare la lettura del chip sul Pettorale risale brevemente sul versante opposto della valletta, sino ad un ponte di legno che ci permette di attraversare una strada.
Scesi dal ponte, si procede (seguire le balise) in forte discesa nel bosco, sino a piegare a dx dove, con altri saliscendi, si raggiunge la zona di restauro delle Trincee di Col Campeggia.
Seguire le balise ed il tracciato all’interno delle Trincee che, in salita, ci porteranno in vista della Valle di Santa Felicita (Gallerie, Vecchi Ricoveri Militari, Vecchio Monta Carichi, etc.). Dopo questo luogo, in breve raggiungeremo un bivio ben segnalato. Qui, finalmente, prenderemo a sx il sentiero che con ampi tornanti ci porterà verso Valle. LA discesa agevola la corsa.
Attenzione: verso la fine (penultimo ed ultimo tornatino), sul sentiero ci sono sassi in parte instabili. Adeguare l’andatura in base anche alla stanchezza ed alla lucidità al fine di evitare cadute.
Raggiunta la fine della discesa, in un trivio, prendere il sentiero di dx (ora segnavia CAI nr. 80) che ci permetterà di attraversare la storica Palestra di Roccia di Santa Felicita, ove grandi alpinisti degli anni ’50 hanno mosso i loro primi passi.
Di lì in breve ci troveremo a percorrere il primo chilometro del Trail e pertanto saremo in vista dell’arrivo.

Buona Gara!
INTERESSE : Bellissimo e suggestivo sarà il passaggio nelle Trincee ed attraversare la Palestra di Roccia.



Clicca sull'immagine per visualizzare il video-presentazione della gara ...

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