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Diabete Off-Road @ 2014 - UTLO 2014


Cristian Agnoli @ UTLO 2014 • bib# 22
Ultra Trail Lago d'Orta • Omegna VB • 18 ottobre 2014


MY UTLO > ISSIMO QUITTER (=RITIRATO) @ 60K 4500 D+



Titolo: "RIDI PAGLIACCIO"
Sottotitolo: "Arrendevole ma felice!" • Occhiello: Come riuscire a (non?) raccogliere quanto seminato!


Dalla settima ora di gara si è spenta la luce. Ho deciso di fermarmi alla undicesima, dopo 60 km e 4500 d+ percorsi.
Qui di seguito, brevemente, proverò a raccontare di come sono finito "bollito".
Non mi sento di definirmi "somaro" per condotta di gara, ma può farlo, eventualmente, chi mi legge.
Non tutte le ciambelle riescono col buco, in particolare quando la ciambella è fatta da 90 km e il buco da 6000 d+ e lo chef pasticcere (o pasticcione?) finisce lui in forno al posto della ciambella. Cotto al forno o bollito, il risultato non cambia: game over!
Altro che "arrivare a ottobre il più in forma possibile, per provare a fare una gara all'attacco, ovviamente compatibilmente con le mie potenzialità e la mia cilindrata (modesta)" come scrivevo ai primi di luglio quando iniziai la preparazione.
A partire dal 35°km, ovvero troppo presto, ho perso "prestazionalità": ho iniziato a pensare, e provare, tutti i modi per riprendermi dalla incombente "cotta colossale" (ritmo, cibo, idratazione, respirazione, concentrazione): mi ripetevo "mind first", "repeat" e tanti altri slogan consapevoli e motivanti, ma nulla ha funzionato. La "cotta" vince su tutto!
Pur avendo rispettato la forbice dei tempi di passaggio "preventivati" in via prudenziale, sono finito in condizioni di esaurimento muscolare molto prima di quanto potevo supporre e in misura tale da non consentirmi di proseguire alla ricerca del dichiarato status di "finisher consapevole e felice".
Pacatamente deluso ma pragmaticamente lucido per ripensare alle mie undici ore sui sentieri dell'impegnativo e spettacolare percorso UTLO.
Mentre mezzo zombi (e non ero il solo) arrancavo, mi sentivo un "clown triste", una sorta di Pierrot del trail: pressoché incapace di sorridere dentro (e poco e a denti stretti fuori, senza mai negare un saluto ai volontari sul percorso però!), non provavo più nemmeno un filino di quel "piacere nella fatica", unico e vero motivo per cui corro (per i fatti miei o in gara) e mi smazzo.
Da superparaculo, intellettualmente onesto e concettualmente sano, potrei così riassumere il motivo della débâcle:
"A fronte di un percorso duro, di un ritmo gara prudente ma comunque eccessivo per una "giornata no", unitamente alla disabitudine a incappare in "crisi" negli ultimi allenamenti lunghi e forse a una inconsapevole e asintomatica tensione, il 18 ottobre all'UTLO non potevo sopportare e metabolizzare la mole di fatica e sofferenza necessarie a trascinarmi nella lentezza al traguardo".
Per le considerazioni metaboliche rimando come sempre al book in pubblicazione. Sono un gran "paraculo", dicevo, ma anche stavolta "diabete niente scuse", ovvero nessuna relazione tra il mio flop e glicemie & co. Ho forse sbagliato un po' la selezione dei miei integratori al seguito, ma i ristori erano ben posizionati e consentivano di rimediare, anche se il promesso piatto caldo ad Alpe Secchi, su cui facevo conto per tirarmi un po' su, non si è visto, o almeno non era pronto quando sono passato io. Amen!
Posso comunque sopravvivere al mio mancato "giorno da finisher" senza deprimermi e dover subito attaccarmi ad internet per iscrivermi a un'altra gara così prima o poi una dove vado bene la indovino. Non corro per riscatto o frustrazione: la mia autostima preesiste, sopravvive e talvolta attinge alla performance sportiva. 
Spiace sicuramente non aver saputo concretizzare in gara tutto il carico di lavoro (atletico, mentale, nutrizionale, metabolico) svolto in estate con tanti sacrifici e buoni risultati: si raccoglie quel che si semina, dice l'adagio, e qualcosa avrò pur sbagliato, prima o durante la gara poco importa.
Restano le 16 settimane di allenamenti, ricordi, dati, commenti più o meno deliranti e circostanziati. E' stato un bel viaggio, finito non come avrei desiderato, ma che mi ha regalato tanto. I viaggi talvolta contemplano imprevisti magari sul più bello. C'est la vie!


Pre-race pics ... "la teoria era giusta, manca però l'applicazione pratica"

Complimenti vivissimi a tutti i "FINISHER UTLO": per me niente ambita "onorificenza". 
La "logica" del trail e dell'orgoglio ci vorrebbe sempre "ARRIVATI" e a tutti i costi, ma nel mio vocabolario sportivo la parola "ritiro" o "rinuncia", piaccia o non piaccia, è comunque presente: se opzionata per "causa di forza maggiore", "umile consapevolezza" o per "affrettata arrendevolezza", lascio al lettore giudicare.
Il trail è un mondo vario e in evoluzione/involuzione. In tante ore di gara si incrociano persone e teste diverse, tutte però accomunate dalle sembianze di un simpatico "pagliaccio" (così come schernisce il modo di vestirsi ed equipaggiarsi dei trailrunners quella sardonica anti-sportiva di mia madre).
Forse ha ragione lei quando ci definisce dei "pagliaccetti" che hanno tempo da perdere e che se trasferissimo le stesse energie e motivazioni al lavoro e all'intraprendenza l'Italia sarebbe la locomotiva d'Europa.
Ma che male c'è ad essere un po' "clown" o "perditempo" nella vita?
Non è, però, che ci stiamo tutti, in diverso modo, prendendo un po' troppo sul serio e non siamo soddisfatti se non ci "ammazziamo di fatica" con l'approvazione del "mi piace" di turno su FB?
Una volta si diceva, la dura legge dello sport … siamo sicuri che trascinarsi al traguardo ai 3kmh mano nella mano, sfiniti, pieni di dolori, che se ci fanno le analisi ci ricoverano d'urgenza, sia motivo per sentirsi autori di un'impresa memorabile da raccontare?
Non lo so, chi sono io per giudicare, quando sono qui a scrivere di un ritiro (ma non a celebrarlo!).
Però mi piacerebbe che su questo ci interrogassimo tutti un po' di più …
Questo affermerei anche se fossi arrivato alla fine nei primi venti della classifica, fresco come una rosa, felice tra gli applausi del pubblico e abbracciando i miei bambini (che comunque mi vogliono bene anche se non finisco le gare, un po' meno la mia compagna).
Da tempo sostengo che gli eroi non sono quelli che vanno per montagne e sentieri con i bastoncini vestiti da "pagliacci", ma quelli che sulle montagne c'hanno lasciato le penne infilzati da una baionetta.
Di giubba vestiti pagliacci sembriamo. "Mentre preso dal delirio, non so più quel che dico, e quel che faccio! Eppur è d'uopo, sforzati! Bah! sei tu forse un uom? Tu se' Pagliaccio![…] Tramuta in lazzi lo spasmo ed il pianto, in una smorfia il singhiozzo e 'l dolor. Ah, ridi, Pagliaccio, sul tuo amore infranto! Ridi del duol, che t'avvelena il cor!"




Alba al Monte Mazzuccone (1° gpm)

LIVETRAIL ... SEGUI LA GARA IN REALTIME!


THINK UTLO >Considerazioni e divagazioni prima della gara
Partecipare a poche competizioni, anche per chi come me si ritiene forse ingiustamente "saggio e consapevole", può comportare il rischio di farsi prendere dalla foga e dell'effetto pettorale. La disabitudine all'atmosfera e all'emozione/adrenalina può infatti far crollare l'equilibrio anche nel più saggio dei saggi.
Ma se è vero che "la testa vince su tutto" vedremo di farla funzionare H24 ... o almeno H14, ovvero il crono che bene o male dovrei realizzare, sempre salvo imprevisti, sempre che i dichiarati 6300 d+ non siano effettivi, perchè allora nessuna previsione è possibile, e questo vale per top & tap runner.
Mi auguro che non ci siano tutti e spero che la mia analisi a tavolino del percorso sia più realistica delle tracce dei Garmin 305 con correttori di quota poco attendibili usati dagli organizzatori.
Lo spirito di questo UTLO sembra genuino e umile, come piace a me, cui aggiungere la magica atmosfera del Lago d'Orta. Dunque ci sono tutti i presupposti per una bella esperienza anche se nella fatica.
Come ho già scritto nella mia "roadlab" di preparazione la memoria dei tanti allenamenti, dei 40.000 d+ percorsi nelle 16 settimane precedenti è al momento andata persa. Cioè mi sembrano passati secoli, non ricordo quasi nulla, il lungo di 10 ore e 30 di venti giorni fa sparito nel nulla. Spero sia tutto depositato nel mio background e al momento giusto trovare l'innesco per metabolizzare quanto testato e sperimentato.
Si chiama "intelligenza". Un po' come l'insulina che innesca il metabolismo degli zuccheri. Solo che quella se manca te la inietti, l'intelligenza bisogna: primo, sperare di averla; secondo, saperla sbloccare endogenamente.
Allo stesso modo spero i miei muscoli e le mie articolazioni piene di attriti abbiano smaltito realmente la fatica e non l'abbiano depositata sul fondo pronto a riemergere quando la botte energetica si svuota.

Ho fatto i compiti a casa, non posso che ora mettere in pratica tutto quanto sperimentato atleticamente e metabolicamente. Se sbaglio qui, sono davvero un "somaro" perchè non ho, purtroppo, una cilindrata tale che mi permette recuperi prodigiosi a testa spenta.
Al di là di classifiche, tempi, velocità, quello che mi interessa è performare al meglio delle mie attuali possibilità, senza commettere errori di "stupidità". Poi può capitare di tutto, ma almeno di testa voglio tenere. Conosco bene i miei punti deboli e abbastanza i miei punti forti. Vediamo di fare sinergia tra testa e muscoli e andare a cogliere lo status di "finisher felice e consapevole".
Dopo un lungo periodo di inutilizzo, ho deciso di installare il sensore CGM per il monitoraggio in continuo della glicemia. Lo scopo è per uso postumo, ovvero avere a disposizione un grafico delle risposte glicemiche completo così da poter poi fare le corrette valutazioni a posteriori su integrazioni, terapia, andatura, performance. Cosa non si fa per la scienza! Ho dovuto fare un mini-seminario per ricordare tutte le funzioni e il menu, ma trattandosi di tecnologia abbastanza semplice (e un po' obsoleta ....) non servono master o specializzazioni. L'intuito basta!
Non ho ancora trovato la concentrazione e la determinazione giusta, ma ho deciso di anticipare la trasferta ad oggi e di farlo in solitaria, anche per ritagliarmi un momento introspettivo mentre viaggio in treno o accovacciato da qualche parte nella palestra dormitorio di Omegna dove passerò la notte. La famiglia domani mi raggiungerà sul percorso e non posso permettermi di deluderli. In tal senso la mia compagna mi ha già minacciato! Guai a te se ti ritiri o se vai in crisi!
Pettorale nr 22, dunque, zaino in spalle, attrezzatura controllata, tutto al posto giusto o quasi tutto ... ora non ci resta che correre! Salita, discesa, salita discesa. Testa accesa sempre, ripetere! Basta applicare uno dei tanti slogan coniati per DNL ... Repeat "acca 24"!



[A fine gara il consueto RACE REPORT]