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Dnl - Diabete no limits

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MELL1TO BAKEKA 2011 - Straverona sotto le stelle





Straverona sotto le Stelle!

sabato 14 maggio 2011 - h 19,00
Mezza Maratona Competitiva


A braccia aperte ... da sx a dx: Bru, Tania, Grip & Issimo
PHOTO ALBUM PICASA, PICS BY NIK THE CLICK

Straverona ... dalle Stelle alle Stalle
Cronaca di un flop, tra sorrisi, riflessioni ed elucubrazioni mentali della cui attendibilità rispondiamo

redazionale by Issimo featuring Bru & The Grip

I tre mellito runners noti alle cronache presenti in corsa alla "Straverona sotto le Stelle" prima edizione, pensavano di correre una gara in convivialità e spensieratezza a ritmo super controllato, senza assilli cronometrici, tra i più bei scorci della quarta città turistica italiana, tra gli applausi e gli incoraggiamenti del pubblico festante, avvolti dalla luce del tramonto prima e dal crepuscolo, sotto le stelle, poi. Insomma atmosfera rilassata nella bella Verona invasa da podisti da tutta Italia: dal punto di vista atletico e metabolico tutto è filato liscio, meno per quanto riguarda il contesto.
Nulla da segnalare sul fronte cronometrico visto che Alberto, Cristian e Alessandro hanno svolto il ruolo di pacer per Tania, minuta e tenace runner lombarda normoglicemica, aiutandola a concludere l'impegnativa corsa in 1h48:07.
Un piccolo esempio di fiducia nelle persone con diabete: Tania a tre podisti con metabolismo imperfetto degli zuccheri si è affidata per impostare ritmo, ricevere consigli sul timing delle integrazioni ed essere portata in parata finale all'arrivo.
Peccato che non esistano più le buone maniere. Nonostante il presidentissimo in veste di "moralizzatore" si sia speso per redarguire i podisti maschi tipo Alfa dal sprintare una signora, la bella e brava Tania è stata sverniciata da almeno 4 runners sulla dirittura finale per limare qualche secondo ad un anonimo 1h48 chiuso sotto la pioggia in una piazza deserta per il fuggi fuggi generale: maggiore soddisfazione avrebbero avuto nel pagare dazio al galateo … noblesse oblige adieu!


Presidente Moralizzatore ... "Non si sprintano le signore" ... nulla da fare ... il nr 1233 è in trans agonistica! A breve un profilo del Soggetto Ignoto.

Coda conviviale in pizzeria … asciutti e cambiati abbiamo passato alcune ore di piacevole conversazione a tavola. In tutto 16 persone di varia estrazione metabolica e sociale a condividere il dopo gara. Tra gli altri, segnaliamo la presenza delle runner in rosa Tipo 1 Ilenia e Elisa (attualmente ai box ma pronta a ripartire) e del nostro type 1 Nik the Click, le cui fantastiche foto sono on line!
C'è poco da dire su aspetti atletici e metabolici, evincibili dai dati pubblicati.

 

Preferiamo invece concentrarci su alcuni spunti di profonda riflessione su quanto accaduto a latere della manifestazione podistica e da qui lanciarci in pindariche e e tipicamente presidenziali elucubrazioni mentali a 360° gradi su senso della corsa, della vita e del metabolismo imperfetto degli zuccheri. A voi prenderci o meno sul serio.
Ci abbiamo dovuto mettere del nostro per dare un senso alla partecipazione a questa gara … per Grip il ritorno alla corsa dopo un mese di inattività, per Issimo una tranquilla settimana di polivalenza sportiva tra maratona e ciclismo, per Bru una parata per festeggiare il fresco PB in mezza: ma è il "sorriso" dei mellito runners la vera garanzia di un sano rapporto con lo sport, anche quando quello che ci gira intorno non funziona … decisamente la prima edizione della Verona sotto le stelle e finita "dalle stelle alle stalle" … caos, errori, autisti indisciplinati, isterismo collettivo. Un flop su cui nemmeno la stampa locale ha potuto soprassedere. Gli organizzatori si assumeranno le proprie responsabilità e rimedieranno ai propri errori anche se crediamo ci vorrà un enorme sforzo per recuperare il danno di immagine causato da questa prima edizione.

 

DISCLAIMER:
A causa di un disguido il resto del racconto è andato perso ... è stato riscritto ma non garantiamo la stessa efficacia della versione originale.
... GO AHEAD!

Aspetti Flop
- percorso poco suggestivo e affatto veloce per vie strette tortuose (1500 partenti) con l'aggravante dell'errore nella tracciatura,
- polemiche alla fine con il vincitore che si arrabbia perché voleva essere premiato, pur sapendo di aver vinto perché i più forti hanno seguito le indicazioni sbagliate … e vai con i cori "vergogna, vergogna" … mamma mia come siamo caduti in basso!
- orario prescelto inadatto sia per la congestione di traffico e turisti sia per la mancata e annunciata corsa sotto le stelle: meglio chiamarla "corsa al tramonto tra clacson e gas di scarico"
- assoluta mancanza di senso civico della cittadinanza di fronte a una manifestazione comunque importante e gravi errori di approccio da parte dei "podostorditi" che scambiano il piacere della corsa con l'autoaffermazione del proprio ego smoderato = accendi i muscoli e spegni il cervello.

Aspetti Positivi
- assaporare il piacere di correre sotto una pioggerellina purificatrice in una calda sera d'estate
- solo per i sacchettari, un pacco gara ricchissimo (ma a noi non ce ne po' frega de meno)
- la pazienza dei volontari ai ristori,
- le scuse degli organizzatori
- sorridere agli imprevisti
- il dopo gara in allegria con DNL e i DNL Friends

Filosoficamente: rabbia, insulti, minacce, parolacce, bestemmie, autisti e motociclisti incazzati neri, manovre non autorizzate, mancato rispetto dei blocchi al traffico‚ la cittadinanza veronese ha reagito in maniera "violenta" e "spropositata" alla temporanea chiusura del traffico di alcune vie, a rallentamenti e ingorghi. Nemmeno i podisti in gara si sono distinti per fairplay ma a loro va la parziale giustificazione che erano impegnati in uno sforzo fisico e magari mancava la necessaria lucidità mentale.
Correndo il primo giro in questo contesto, la domanda sorge dunque spontanea: tra le migliaia di persone rallentate o parzialmente bloccate nel traffico che sono andate fuori di testa con reazioni spropositate al limite del contatto fisico, quante effettivamente hanno avuto tale comportamento per reali motivi di necessità o urgenza? E aggiungiamo ‚ ma se tutto ciò si è verificato per un blocco del traffico momentaneo, insomma una "scemità" , come mai potrebbero reagire alcune di queste persone se un giorno, sfortunatamente, si ritrovassero a fare i conti, invece, con il blocco della produzione di beta cellule del proprio pancreas, ovvero con l'insorgere del diabete?
Verosimilmente opterebbero per il blocco del cervello con tutto ciò che ci va dietro.
DNL propone invece l'uso 24 ore su 24 della testa e, nel suo piccolo, su questo lavora: provare a dare il meglio e in equilibrio.
Il diabete è la quarta causa di morte al mondo? Bene, per noi è la prima causa di uso ragionato e in equilibrio della testa! Se così fosse per tutti, il diabete perderebbe parecchie posizioni nella classifica della mortalità. Queste statistiche vengono citate sempre da tutti e non servono a niente perchè fanno di tutta l'erba un fascio. I tipo 1 citano le statistiche che al 98% sono determinate dalle complicanze sviluppate da tipo 2 trascurati, i tipi 2 citano i benefici dell'attività fisica praticata dai tipo 1 sperando di trarne beneficio parlandone e restando sul divano invece che mettendo in moto la propria vita. Insomma confusione di cui spesso siamo involontari protagonisti.
Forse esageriamo nel filosofeggiare su senso della vita e dello sport, su salute e storia del pensiero sul diabete, di fronte a un  semplice , ordinario giorno di follia collettiva che peraltro si è limitato a violenza verbale e gazzarra. Certo nulla di grave, ma siccome ci vantiamo di vivere in una società democratica e civile, e non nella striscia di Gaza, restiamo sbalorditi di fronte alla rabbia sociale immotivata scatenatasi per futili motivi: una stracittadina non è uno tsunami.
Stiamo uscendo dal centro storico e continuiamo imperterriti a corricchiare e a riflettere. Con pindariche, cervellotiche e presidenziali acrobazie del pensiero, riproponiamo l'ennesima traslazione al mondo del metabolismo imperfetto degli zuccheri. Su questo 3 podisti con diabete della provincia italiana hanno ragionato e discusso in corsa che quando affrontata a ritmi non eccessivi consente il dolce filosofeggiare "de noialtri" che ci è caro. Alcune scene cui abbiamo assistito avrebbero meritato reazioni decise coadiuvati da bande di picchiatori degli anni '30, ma per nostra fortuna abbiamo la capacità di sorridere e correre, le due cose che ci vengono meglio, e dunque di "benedire chi ci odia" evitando di rispondere per le rime a chi perde il controllo. Mamma mia quanta gente piena di problemi pronta a scoppiare in isterismo e a sfogare la "rabbia che ha dentro" di fronte al minimo imprevisto.
E' proprio vero che sembriamo fare di tutto per stare male anche quando non ne abbiamo motivo.
Il diabete, a tal proposito, è di certo un male, ma tra i tanti mali che ci sono in giro, è forse un male minore o almeno noi abbiamo la capacità di viverlo così.
Di certo non possiamo che compatire coloro che soffrono di "male del niente" contagiati irreversibilmente dalla propria stoltezza. Per fortuna o per coraggio siamo riusciti a fare di una presunta debolezza una fonte di forza, un'opportunità di conoscenza. Sarà una magra consolazione, ma è certamente meglio che trasformarsi in vittime degli imprevisti e delle avversità.
L'equilibrio psicologico è più presupposto che conseguenza dell'equilibrio metabolico.
Filosofia spicciola, delirio, esagerazione … non so … lo scrivere è un esercizio di libertà e provocare ci piace quando è stimolo per mettersi in discussione.
Troppo spesso sembra che ci mettiamo addosso una maschera che cela solo la paura di affrontare le nostre paure, prigionieri dei nostri fantasmi e delle nostre angosce, esistenziali o sovrastrutturali. Il mondo del diabete non si salva da questo, anzi straripa di maschere (=vergogna =paura =rifiuto =discriminazione =pregiudizio =vittimismo =rabbia =frustrazione), e riguarda tutti, giovanissimi, adolescenti e adulti, figli e genitori, uomini e donne, persone con diabete o coinvolte nel diabete.
La scienza prima o poi ci regalerà la soluzione finale (=la Cura) ma ad oggi è verosimile prevedere almeno una o due generazioni di attesa ancora.
Nel frattempo è forse opportuno cercare di fare quello che è nelle nostre possibilità ovvero "gestire il diabete". Siamo convinti che è attraverso questo complesso percorso che ci faremo trovare pronti quando la soluzione arriverà e avremo la serenità di metterci in fila in attesa del nostro turno, lasciando magari passare avanti chi la nostra serenità non ha. "Chi ha pazienza può avere ciò che vuole" (Benjamin Franklin)!
Verosimilmente inoltre la cura riguarderà il funzionamento delle beta cellule e della produzione endogena di insulina, non le complicanze fisiche e psicologiche, vere o presunte, che avremo eventualmente sviluppato "rifiutando la gestione e invocando la soluzione". Quello che vogliamo dire è che per toglierci la maschera, se mai ce la siamo messa o ce l'hanno messa, non serve attendere l'arrivo della cura. E' un approccio di fiducia vigile nei progressi della scienza che passa attraverso l'uso della testa e del ragionamento.
Siamo al giro di boa … quasi 11 km percorsi e adesso di cosa parliamo per farci passare i prossimi 50' minuti. Detto e fatto … Come non parlare delle nuove generazioni.  Il diabete giovanile è di sicuro "un bel problemuccio" ma di certo il ruolo del genitore è fondamentale per non creare una generazione di giovani con diabete con la maschera, tipo quella dello spot. Il ruolo di genitore è già difficile di suo, ma con o senza diabete è fondamentale non trasferire sugli altri le nostre paure e le nostre maschere, ma la nostra forza … i giovanissimi con diabete devono crescere più in fretta degli altri … bene, è così. Prendiamone atto e avanti. Ma non facciamo del diabete infantile una campo di battaglia della commiserazione, trasferendo su figli e piccini ambizioni, frustrazioni, paura e illusioni di adulti prigionieri della propria mancanza di consapevolezza.
Scrivere tutto ciò non è stato facile, ma qualcuno deve pur avere il coraggio di farlo e assumersene la responsabilità. O qui siamo sempre a temere di urtare la sensibilità di qualcuno. I toni pacati non fanno per noi.
L'uso della prima persona plurale nella narrazione non è il noi majestatis ma un segnale di condivisione presunta o meglio telepatica con gli altri runners con diabete presenti e con molti altri dei nostri. Sentiamo una comunanza di intenti e di spirito che è la vera forza dell'associazionismo di cui DNL si fa ambasciatore, … dove non è l'unione a fare la forza, ma la forza delle idee a fare unione.
Chiudiamo qui questo estemporaneo e quasi surreale resoconto di un esempio di gara mal organizzata, ma che ci è servita da spunto per riflessioni e considerazioni di un certo spessore. Di certo non ci occupiamo di massimi sistemi, accontentandoci di rompere alcuni luoghi comuni del "sistema diabete".
A volte ci sentiamo quasi in colpa perché stiamo bene e siamo qui a raccontarlo, quasi fosse vietato farlo per rispetto verso coloro che bene non stanno.
Francamente ce ne infischiamo … anzi fischiamo … anzi fischiettiamo … "impara a fischiettar, fì fì fiffi fiffi fì .. e il mondo più giocondo in un secondo sembrerà!"
La corsa è finita, pioviggina, la piazza è deserta, gli organizzatori si scusano. Classifica annullata, gara inutile?
Chi è allenato a far tesoro delle briciole, può far tesoro anche della polvere di stelle di questa Straverona o di quel che ne rimane.
Una pizza in compagnia, un bolo combo e si va via! Via, via, vieni via con me!
Un bonario "vaffa" a tutti! Offesi? Feriti? Qui s'en fout! La "delicatezza" può attendere!

PROMESSA PRESIDENZIALE: DOPO QUESTO "MAPPAZZONE" DI FILOSOFIA SPICCIOLA GIURO CHE NON PONTIFICHERO' PIU' SU DIABETE E DINTORNI PER LE PROSSIME 12 SETTIMANE DOVE MI OCCUPERO' SOLO DI "SORRIDERE ALLA RESILIENZA"!