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MELL1TO BAKEKA 2011 - Turin Marathon



Turin Marathon 2011 • 13 novembre 2011



Brillante prova del "mellitu-runner" Piermario Bellu alla Turin Marathon: 3h08:34 (PB)!

Mellito ID: Pier Mario Bellu (OT) • classe 1981 • DM1 dal 1998 • terapia MI (glargine - lispro) • A1C: 5,6 (gen 2011)



Pier Mario Bellu racconta la sua Turin Marathon ...

Non potete immaginare quanto ho aspettato e sognato questo momento!
Pensavo di dover archiviare il 2011 come un anno negativo, da dimenticare e, invece, eccomi qui, a scrivere il resoconto della mia terza maratona e del mio nuovo PERSONAL BEST.
Certo, è stata molto dura! A gennaio il mio ginocchio a iniziato a farmi soffrire, tanto da costringermi a uno stop di 4 mesi e, di conseguenza, a rinunciare ai 42 km di Praga, maratona, questa, alla quale tenevo tantissimo, visto che sarebbe stata la mia prima all’estero.
Ho passato un brutto periodo e mentirei se vi raccontassi il contrario.
Mi sono rivolto a numerosi specialisti, ma nessuno riusciva a risolvere il mio problema, ero disperato.
A maggio, però, dopo tanta sfortuna, trovo la persona giusta, che in poco tempo mi fa guarire e mi fa ritornare a correre, dopo quattro interminabili mesi.
La voglia c’era, ma praticamente è stato come riniziare tutto da capo: testa e gambe non rispondevano piĂą come prima e  il mio peso era aumentato.
E  Proprio in quei giorni, manco a farlo a posta, alcuni amici mi propongono di andare con loro a correre la maratona di Torino, in programma il 13 novembre 2011.
Ho pensato: “come c… faccio a preparare una maratona partendo da questa condizione fisica?” “E’ possibile migliorare il tempo di Venezia?” “No, non lo è” “E allora? Come faccio ad allenarmi al massimo se non ho uno stimolo importante?” “Va beh, potrei andarci e accontentarmi di quello che viene, almeno mi servirà a ripartire!”.
Ma a chi voglio mentire? Non è da me accontentarmi, ma non mi posso neanche tirare indietro, quindi: proviamoci.
Inizio a fare chilometri per tornare in forma nel minor tempo possibile: allenamenti duri e cura maniacale dell’alimentazione, solo così posso farcela . La prima uscita è di 8 km, fantastica e indimenticabile!.
Dopo 4 settimane ero giĂ  a 21 km, dopo 6 a 28 km e, subito dopo, arrivano i 30.
Corro da solo, percorsi impegnativi e mi godo il momento; bene, iniziamo a pensare seriamente a quella proposta.
Il tempo va via velocissimo e la preparazione ha inizio l’ultima settimana di agosto.
Dopo qualche indecisione, opto per la solita tabella, cercando di alleggerire, con criterio, alcuni allenamenti, tenuto conto della condizione ancora precaria.
l peso è buono, la media giornaliera di insulina e di 17/18 unitĂ  di rapida e 14/15 di lenta; si può migliorare! Il primo mese è devastante e, nei lunghi domenicali, rischio di scoppiare da un momento all’altro, soprattutto a causa  delle temperature altissime, che mi mettono quasi in ginocchio.
Alla quinta settimana arriva la svolta: decido di partecipare alla SARDINIA WINE HALF MARATHON, una mezza dal percorso impegnativo, con 10 km di discesa e gli altri 11 quasi tutti in salita; riesco a correre alla grande, facendo la seconda parte più veloce della prima e riuscendo a classificarmi 16° assoluto.
Da qui in poi cambia tutto: le ripetute non fanno piĂą paura, nei progressivi  spingo alla grande e quando arrivano i lunghi, nell’ultima fase della preparazione, quella piĂą impegnativa, io sono in perfetta forma e vado piĂą che bene;  solo l’allenamento di 35 km, a due settimane dalla maratona, mi mette in difficoltĂ , ma ormai ho deciso: ritocco il ritmo gara!
A tre giorni dalla maratona peso 66,7 kg e le dosi di insulina sono diminuite notevolmente: 9/10 unità di rapida e 12/13 di lenta al giorno; ora inizia il carico dei carboidrati, che, come sempre, è un po’ difficile da gestire…
La notte prima della maratona è, come al solito, tribolata; questa volta, però, a causa di un mio errore con l’insulina, che mi tiene per tante ore in ipo e mi fa svegliare almeno  5 o 6 volte.
Nonostante tutto, però, alle 6:00 sono in piedi per la colazione, sufficientemente riposato e con 80 di glicemia; mando giù 5 fette biscottate con abbondante miele, una barretta, 2 caffè e inizio a prepararmi…
Sono pronto e preoccupatissimo, ma ormai ci siamo; Stefania mi chiede: “sei teso?” “No”, rispondo io, ma il timore è quello di non riuscire a migliorarmi.
Mi abbraccia, un bacio e via con l’amico Nino verso la partenza.
Piazza Castello è affollatissima, si respira un’atmosfera magica; manca pochissimo, controllo la glicemia: 110, bassina! Un po’ di miele e 3 liquirizie; ancora una corsetta per scaldarmi e via in griglia, pronti a partire. Ora sono concentratissimo, anche la paura sembra passata e, mentre cantano l’inno d’Italia, io ripasso la strategia di gara; anche questa volta ho studiato bene e so come affrontare il percorso: “la prima parte è scorrevole, quindi posso tenere un passo di 4:31/4:32 fino a Rivalta, cioè al km 23; da qui,  5 km di salita fino a Rivoli,  al 28°,  tratto, questo, da affrontare 8/10 secondi piĂą lento e nel quale, quindi,  perderò 40/50 secondi e,  poi,  a 4:30 fino all’arrivo… se tutto fila liscio, taglierò il traguardo con un tempo che va da 3:11:00 a 3:12:00.
Stretta di mano con Nino, lo sparo e…partiti!
Rimango imbottigliato nei primi metri, ho difficoltà a divincolarmi e solo quando arriviamo a Piazza Vittorio riesco a liberarmi e ad impostare il mio passo. I km passano velocemente; il percorso ci porta verso Moncalieri all’8° km poi a Nichelino al 10° e a Beinasco al 15°; tanta gente aspetta il nostro passaggio e, instancabilmente, ci incita.
Al 19° prendo il primo integratore di carboidrati e al ristoro del 20° bevo l’acqua;  Il mio garmin, però,  inizia ha dare problemi, non posso piĂą vedere la media del km, indispensabile nel tratto in salita che sta per arrivare; va beh, sfrutterò le mie doti di calcolatore…
Attraversiamo  Orbassano; qui l’accoglienza è fantastica, musica, applausi e tantissima gente; transito  alla mezza con 1:35:13, perfetto…4:31 di media, andiamo… Stiamo per arrivare a Rivalta, dove inizia il bello, dove si vede chi ha ancora forza nelle gambe; il km 23 indica l’inizio della salita!Penso: “devo arrivare con questa freschezza fino al 28°, poi ci divertiamo”. Al 25° bevo un po’ di Sali minerali; qui tanti giĂ  camminano, io, invece,  corro senza problemi e continuo a guardare il garmin: sono in media!
Via il 26° e il 27° e, finalmente, arrivo al km 28…ho perso 40 secondi nella salita,  quindi, se vado giĂą a 4:30, ho in mano un bel 3:11:00.
Eccomi in Corso Francia, da adesso in poi il percorso è velocissimo, cerco di frenare la mia corsa; al 29° altro integratore di carboidrati e poi acqua al ristoro del 30°!Ho le gambe un po’ pesanti “forse sto andando troppo forte” ! La stanchezza si fa sentire sui miei quadricipiti e, nel frattempo, dietro di me si è formato un gruppetto che segue il mio passo; “a che ritmo corriamo?” chiedo; “A 4:20”, la risposta; troppo veloce, rallento!

Ora corro fianco a fianco con un ragazzo, scambio due parole con lui, è di Palermo e viene fuori che entrambi abbiamo in mano il nostro personal best… “Andiamo a prendercelo” mi dice lui, “ok” rispondo io. Al ristoro del 35° prendo l’acqua per tutti e due, è lui a fare il passo, per fortuna il suo garmin funziona benissimo…
Iniziamo a spingere, Corso Francia sembra non finire mai e anche qui, tanti, vanno a passo; il suono delle batterie ci da tanta carica e il mio compagno, che si rende conto che il best è vicino, esaltatissimo, inizia ad urlare: “Il porco è nel sacco, il porco è nel sacco”….Rido, nonostante la fatica, che adesso si fa sentire, parecchio.
36°…37°…38°…39°…, accorcio il passo, le gambe rispondono ancora, ho una buona coordinazione e non sento più la fatica; linguaccia al fotografo… Davanti a me, a qualche centinaio di metri, c’è un gruppetto con in testa una ragazza.
”Vai a prenderli, dai, dai”; li raggiungo e li supero, ho un altro passo!Ultimo ristoro, sciacquo la bocca e, come sempre, rinfresco i miei polpacci!Passo al 40°, guardo il tempo, mancano 2 chilometri e 195 metri, sono sotto le 3:10:00: ”andiamo, l’ultimo sforzo”;
Devo trovare un modo per tirar fuori tutto quello che ho! e, allora, vediamo quanti maratoneti riesco a superare da qui al traguardo.
Inizio a contarli,1..2..3…4…5…ora sto dando veramente tutto; passo al  41°, non guardo piĂą il tempo, so che Stefania è li, ad attendermi, sarĂ  lei a darmi la spinta decisiva…
Vedo l’ultima curva, poi, è finita; sento urlare il mio nome, è lei ed urlo anch’io, esulto come un pazzo (ecco il video); affronto l’ultima curva e volo sul rettilineo finale.
Via Roma è tutta mia, i portici sono affollatissimi, sento il calore di tutta quella gente; è pazzesco, incredibile, un’accoglienza fantastica.
Corro al centro della strada, apro le braccia e mi metto a fare l’aeroplanino. Bellissimo, tutti accompagnano ogni mio movimento, verso destra, poi a sinistra, con un “Olè……..olè”.
Stavolta sono solo all’arrivo, guardo il cronometro, incredibile, 03:08:34, ancora una volta: personal best.
Un urlo all’arrivo per scaricare la tensione, attendo l’arrivo di Nino e vedo Stefania in lacrime, che mi corre incontro per abbracciarmi.

Ha inizio la festa…!
Turin Marathon 2011, è stata una esperienza indimenticabile; ora mi godo un meritatissimo riposo e con calma inizierò a pianificare il 2012, sperando di arrivarci con questo entusiasmo, tanta fame e un po’ di fortuna in più!


Beer is the Answer!